Piante elettriche: da Pontedera, le foglie mosse dal vento che accendono le luci e caricano pile

Avresti mai immaginato che il vento che passa attraverso le foglie degli alberi potesse generare, oltre a un rilassante fruscio, anche energia elettrica con cui alimentare l’illuminazione di casa? Uno studio realizzato a Pontedera ha confermato che è possibile, grazie all’invenzione di un oleandro le cui foglie generano cariche elettriche.
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Sara Del Dot 14 Dicembre 2018

Ogni cosa viene dalla natura. Anche la tecnologia. Ed è proprio la natura a offrirci continuamente nuovi spunti per migliorare e migliorarci, aiutando noi e se stessa. Una delle ultime novità in termini di natura collegata all’innovazione è offerta proprio da ciò che maggiormente la rappresenta: piante e alberi. Recentemente è stata infatti scoperta la possibilità delle foglie, sfregate o mosse dal vento, di generare energia elettrica in grado di creare illuminazione.

La scoperta

Questa possibilità, già considerata in passato ma mai compresa totalmente, è stata individuata casualmente nella sede di Pontedera dell’Istituto Italiano di Tecnologia, dove Barbara Mazzolai, coordinatrice del Centre for Micro Bio Robotics in cui vengono progettate tecnologie ispirate alla natura, assieme al suo allievo tedesco Fabian Meder ha avuto un’intuizione particolare. Picchiettando su una foglia di oleandro, gli studiosi hanno notato che all’interno della pianta veniva generata energia elettrica, e hanno deciso di focalizzarsi su questo fenomeno. Hanno quindi provato a creare un oleandro ibrido, dotato di foglie naturali affiancate da altre artificiali, composte di una plastica particolare, che se mosse (ad esempio dal vento) o sfregate possono generare elettricità, con lo stesso meccanismo secondo cui accade ai palloncini o ai maglioni di pile.

Come accade?

Questo accade perché le cariche elettriche provocate dallo sfregamento, rimangono sulla superficie delle foglie grazie a un processo chiamato elettrificazione a contatto. Dalle foglie, l’elettricità viene trasportata lungo le fibre vegetali raggiungendo tutte le parti della pianta.

Illuminazione naturale

A partire da questo risultato, i ricercatori hanno collegato una presa elettrica alla base dell’oleandro, che ha generato energia elettrica di 150 volt per ciascuna foglia, in grado di accendere fino a 10 lampadine a led posizionate accanto alla pianta. Inoltre quest’energia “naturale” può essere in grado anche di caricare una pila. Il risultato di questo esperimento è stato pubblicato sulla rivista Advanced Functional Materials.

Un lungo progetto

Barbara Mazzolai non è nuova a questo genere di invenzioni. È stata lei, infatti, l’ideatrice dei primi robot pianta, guadagnandosi nel 2015 l’entrata nella classifica delle 25 donne geniali della robotica. Già nel 2012, la ricercatrice aveva portato alla luce il primo robot pianta, Plantoid, nell’ambito di un progetto europeo. La scoperta dell’oleandro elettrico consentirà di iniziare nel 2019 un altro progetto che seguirà sempre questo percorso degli alberi elettrici.