Poche persone sono responsabili di quasi tutte le emissioni provenienti dai voli aerei

Un’elite di frequent flyer inquina più di tutto il resto del mondo, mentre quattro persone su cinque non hanno mai preso un aereo in vita loro. Per questo, qualcuno chiede di tassare progressivamente i voli.
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Gianluca Cedolin 7 Aprile 2021

Abbiamo parlato spesso in passato di quanto inquinino gli aerei, responsabili secondo il Wwf del 5 per cento degli effetti climatici causati dall'uomo. Volare è una delle nostre azioni che genera più emissioni in un'ora: un solo chilometro percorso in cielo, inquina 30 volte di più rispetto a uno percorso in treno. Non tutti, però, siamo responsabili di queste emissioni allo stesso modo, perché non tutti voliamo allo stesso modo.

Anzi: uno studio relativo al 2018 del gruppo d'azione britannico Possible, attiva per una carbon zero society, ha dimostrato di nuovo come un'elitaria minoranza di frequent flyer (persone che prendono spesso l'aereo) causi la maggior parte dei danni provenienti dalle emissioni dell'aviazione. Nel 2018, scriveva il Guardian, l'1 per cento della popolazione mondiale ha causato la metà dell'inquinamento generato dai voli aerei. Nonostante i voli aerei costino sempre meno, e i collegamenti aumentino di continuo, il 5-10 per cento della popolazione vola ogni anno, mentre circa l'80 per cento delle persone nel mondo non ha mai messo piede su un aereo.

Il report di Possible analizza i dati dei paesi con le maggiori emissioni nell'aviazione: la situazione è simile ovunque, con poche persone che volano (e inquinano) tanto e tante persone che volano (e inquinano) poco o nulla. Negli Stati Uniti (il principale inquinatore globale in questo campo) il 12 per cento delle persone prende il 66 per cento dei voli, in Francia il 2 per cento della gente prende la metà dei voli. In Cina, il 5 per cento della popolazione ha preso il 40 per cento degli aerei, in India l'1 per cento ha percorso il 45 per cento delle tratte.

Visto che, a livello tecnologico, un'aviazione a zero emissioni è ancora molto lontana, Possible chiede di intervenire per arginare l'azione dei frequent flyer. In che modo? Introducendo una tassa progressiva, che salga con l'aumentare del numero di voli presi da una persona, mentre il primo volo annuale non dev'essere soggetto a imposte, per non penalizzare le famiglie in vacanza. «Questo report mostra che, mentre le comunità più povere stanno già soffrendo gli effetti della crisi climatica, i benefici di stili di vita ad alto livello di emissioni sono goduti solo da poche persone. Una tassa progressiva sull'aviazione tratterebbe il volare di frequente quale l'abitudine di lusso che è», ha detto al Guardian Alethea Warrington, una campaigns manager di Possible.

Oltre a questo, le azioni per inquinare meno sono le solite: volare solo se necessario, preferendo le riunioni di lavoro da remoto quando possibile, e scegliendo il treno per le tratte nazionali e brevi. Possible chiede l'introduzione di politiche governative per limitare la domanda di voli, crollata logicamente durante la pandemia, ma destinata a tornare a livelli normali (se non più alti) non appena l'emergenza sarà finita.