Pochi mesi prima del summit sul clima, Boris Johnson appoggia l’apertura di una miniera di carbone

Una decisione, quella di aprire una nuova miniera di carbone, decisamente in contrasto con il fatto che il Regno Unito ospiterà a novembre il nuovo summit delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.
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Sara Del Dot 11 Febbraio 2021

Tra i leader che notoriamente non hanno a cuore la questione del cambiamento climatico, Boris Johnson di certo non si discosta dal compiere scelte discutibili a livello ambientale. Come quella recente di appoggiare in pieno l’apertura di una nuova miniera di carbone in Cumbria, una zona a nord-ovest dell’Inghilterra.

La nuova miniera dovrebbe poter produrre carbone destinato all’esportazione almeno fino al 2049. Quello di Johnson è un atteggiamento decisamente controcorrente rispetto agli sforzi promossi a livello mondiale (o almeno a ciò che si dice si dovrebbe fare), che si pone in una situazione quasi di provocazione se consideriamo che a novembre proprio nel Regno Unito, precisamente a Glasgow, dovrebbe tenersi il summit delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, il più importante dopo quello tenutosi a Parigi nel 2015 (da cui, come sappiamo, è poi nato l’accordo di Parigi).

Ricercatori, ambientalisti e altre personalità hanno condannato la mossa di aprire una miniera, anche se solo per l’esportazione, dal momento che un Paese come l’Inghilterra dovrebbe dare l’esempio e impegnarsi sempre di più nel raggiungimento degli obiettivi climatici fissati dalla comunità internazionale di riduzione delle emissioni e di spinta alle fonti di energia rinnovabile. In questo modo il Paese rischia di perdere credibilità.