
Paese che vai, piatto tradizionale che importi. E cosa potevamo importare dalle Hawaii se non le coloratissime poke bowl? Potresti esserti accorto del loro arrivo dal proliferare di ristoranti che hanno quel “poke” nel loro nome. Oppure hai notato food blogger vari condividerne ricette o fotografie. Ora è arrivato il momento di scoprire quali sono i loro valori nutrizionali. Ma andiamo con ordine: di cosa si tratta esattamente?
Partiamo proprio da quella parolina, “poke”. Letteralmente significa “tagliato a pezzetti”, praticamente si riferisce alla preparazione dell’ingrediente centrale di questo piatto, almeno nella sua versione originale: il pesce crudo. “Bowl”, invece, è la ciotola in cui ti viene servito.
I racconti sulle origini delle poke bowl parlano di intrusioni della cucina giapponese in quella hawaiana dovute ai forti flussi di lavoratori che nei secoli scorsi hanno raggiunto l’arcipelago dal Paese del Sol Levante. Non a caso l’ingrediente irrinunciabile di questo piatto è, come dicevamo, il pesce crudo. Oggi lo vediamo quasi sempre servito su un letto di riso che copre il fondo della bowl, come fosse una sorta di sushi scomposto, ma in realtà inizialmente il poke era più simile a un sashimi: il riso non c’era. A “inventarlo” sarebbero stati i pescatori, che al rientro dal lavoro tagliavano il pesce a pezzetti e lo mangiavano accompagnato da semplici alghe.
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Le ricette moderne sono invece molto più ricche, degne di essere definite piatti completi. Oltre a essere servito insieme al riso, il pesce è accompagnato da verdure e, a seconda delle ricette, frutta; sono molto diffuse, per esempio, le varianti con l’avocado, e potresti trovare nella tua bowl anche del mango. Il semplice condimento con alghe ha lasciato il posto a marinature più curate; fra le più gettonate ci sono quelle a base di shoyu (salsa di soia) e salsa teriyaki. Non vengono nemmeno disdegnati semi di vario tipo.
C’è chi propone versioni apprezzate anche da chi non ama il pesce crudo, sostituendolo con ingredienti cotti anche diversi dai classico tonno o salmone, come gamberi e pollo. Anche il riso viene a volte sostituito da altri cereali, per esempio sotto forma di noodle. E non mancano le versioni vegetariane, in cui il pesce può essere sostituito da ingredienti come il tofu.
Infine, un ingrediente che può facilmente finire in una ricetta per preparare una poke bowl sono gli edamame, quei fagioli verdi che forse hai già assaggiato in una delle tue cene al giapponese.
A fronte di una così ampia gamma di possibili ingredienti non posso darti valori nutrizionali precisi per una generica poke bowl. Quando ti dico che è un piatto completo intendo che ti fornisce tutte le classi di nutrienti che devi assumere ogni giorno:
Ingredienti molto usati come l’avocado e semi vari sono anche fonti di grassi, che ti vengono forniti anche dal pesce e dalla carne.
Qualunque sia la variante che scegli, anche se molto diversa da quella base (pesce marinato-riso-verdura), se la struttura generale della bowl viene mantenuta ti permetterà sempre di assumere proteine, carboidrati, grassi, vitamine e minerali. Il mio consiglio è di preferire quelle più classiche, a base di pesce: rispetto alle varianti di carne aiutano ad aumentare il consumo di grassi insaturi, che dovrebbero essere preferiti rispetto a quelli saturi che trovi nella carne.