Portare acqua nel deserto: grazie al fotovoltaico ibrido, l’agricoltura è possibile

Deserto è sinonimo di siccità, e quindi di inadeguatezza per l’agricoltura. Una nuova tecnologia fotovoltaica ibrida potrebbe però risolvere il problema, portando l’acqua nelle zone desertiche e in quelle più secche.
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Sara Polotti 12 Marzo 2022

Il fotovoltaico ha di certo i suoi problemi (gli impianti tradizionali, per esempio, richiedono molti ettari di terra, che viene così sottratta alla forestazione e all'agricoltura). E il deserto ne ha uno bello grosso: la siccità. Le nuove tecnologie, tuttavia, potrebbero risolvere entrambi i problemi: il fotovoltaico ibrido che stanno sperimentando in alcune zone desertiche dell'Arabia Saudita, infatti, promette di produrre energia portando allo stesso tempo acqua anche nelle zone più secche, permettendo così di coltivare i terreni. Ecco come funziona.

Agricoltura e siccità: il fotovoltaico risolve il problema

Impianti fotovoltaici ibridi: perché?

Per definizione, il deserto è la zona più secca del mondo. Coltivare i terreni è quindi impossibile, apparentemente. In realtà, alcuni ricercatori hanno recentemente sperimentato una nuova tipologia di impianto fotovoltaico ibrido. Come dice la parola, il sistema è ibrido, e combina perciò due tecnologie: la prima è quella tradizionale, ovvero i pannelli fotovoltaici che ricavano l'energia dai raggi solari; la secondo è un idrogel assorbente.

Le ricerche stanno avendo luogo presso la King Abdullah University of Science and Technology in Arabia Saudita: obiettivo degli studiosi è produrre energia nel deserto trovando anche una soluzione che permetta di coltivare i terreni, e questo sistema integrato WEC2P (ovvero "sistema integrato di coproduzione acqua-elettricità-raccolto") sembra rispondere alle esigenze.

Come funzionano

Ma come funziona, nella pratica? Il sistema WEC2P è formato da un pannello fotovoltaico posizionato sopra uno strato di idrogel, un materiale che è in grado di assorbire le minuscole particelle di vapore acqueo presente nell'aria, rilasciandolo poi in forma di liquido (poiché riscaldato dai pannelli). Al di sotto dell'impianto sta una grossa scatola metallica, all'interno della quale avvengono la condensazione e la raccolta dell’acqua.

La sperimentazione

Dall'Università, i ricercatori guidati dal professor Renyuan Li si sono quindi spostati nel deserto. Nel giugno scorso, sempre in Arabia Saudita, hanno provato a piantare e irrigare 60 semi di spinaci utilizzando esclusivamente l'acqua ottenuta tramite l'impianto fotovoltaico ibrido (in questo caso ne hanno usato uno grande come una tavola). La maggior parte dei semi (57) è germogliata e cresciuta in tutta tranquillità, e nel frattempo i pannelli hanno prodotto 1519 watt di elettricità all'ora.

L'idrogel combinato con i pannelli si è rivelato molto efficiente, non solo in termini idrici, ma anche energetici, poiché permette ai pannelli di produrre il 9% in più di energia, assorbendo il calore in eccesso.