
Prima volta dallo psicologo e solo l’idea di dover “reggere” un’ora di terapia, ti sta facendo venire un attacco di ansia. La prima volta, in generale, non è mai semplice, ma per alcune persone la prima volta dallo psicologo è al pari di una passeggiata sulla corda di un funambolo.
Non è solo il fatto di temere di non sentirsi a proprio agio, ma c'è anche la profonda paura di essere giudicati, di permettere ad una persona non intima di conoscere gli aspetti più privati della propria vita.
Decidere di iniziare un percosso con un terapeuta è un passo importante e sintomo di una certa consapevolezza. Si dice "Chi ben comincia è già a metà dell'opera" e, proprio a questo proposito, ci sono degli aspetti di cui tener conto, appena si inizia una seduta. Vediamo insieme alcuni punti da valutare per assicurarti di iniziare il percorso terapeutico nel modo migliore.
In un percorso di psicoterapia (anche da remoto), privacy e ambiente confortevole non possono passare in secondo piano, soprattutto agli inizi, quando ancora non sia ha una certa confidenza con lo specialista: Sapere di avere l'adeguata privacy, infatti, può solo contribuire a farti sentire più a tuo agio durante la visita.
Non basta un ambiente confortevole. Trovare una postazione comoda su una sedia, una poltrona o un divano, permette a chi parla di essere a proprio agio e di non avere altri pensieri che possano distogliere la concentrazione dalla terapia in atto.
Quando si parla di "alleanza terapeutica" si intende quella forma di collaborazione tra psicologo e paziente, ossia quando entrambi lavorano insieme per raggiungere gli obiettivi prefissati. Per arrivare a questo tipo di alleanza è indispensabile essere propensi al cambiamento e preparati all'eventualità di dover mettere in discussione punti fermi e regole della propria vita.
È molto importante lasciarsi andare nel raccontare quali sono le proprie preoccupazioni e paure, ma anche i dubbi, le domande e le sensazioni che possono accompagnare una prima seduta dallo psicologo. Quello che devi fare è semplicemente mettere a fuoco i motivi per cui ti sei rivolto a uno specialista, ricordandoti sempre che non ci sono risposte giuste o sbagliate.
Non esiste un tempo, una durata prestabilita in un percorso psicologico: ognuno ha il suo percorso da affrontare e deve rispettarlo. Non serve correre per chiudere la terapia quanto prima, l'importante è che sia semplicemente di aiuto. Asseconda quindi i tuoi bisogni e prova ad affrontare la terapia un passo dopo l’altro.
Come in un primo incontro al buio, anche dallo sociologo potrebbe non scattare la scintilla. Succede. Può infatti capitare di iniziare una terapia con uno specialista con cui non ci si sente a proprio agio, con cui si fa fatica ad aprirsi, banalmente perché manca l’alchimia e quindi difficilmente si può creare un rapporto di fiducia. in questo caso puoi parlarne direttamente con il terapeuta e valutare il da farsi.
Dai tempi del lockdown dovuto alla diffusione del Covid, molti percorsi di terapia hanno trovato spazio online, pertanto non sorprende più il fatto di essere seguiti da un terapeuta da remoto. Anche in questa condizione la comodità è essenziale per metterti a tuo agio: trova una postazione tranquilla dove nessuno possa disturbarti, siediti su una poltrona che ti permetta di rilassarti e riduci la luminosità sullo schermo.
Non aspettarti di risolvere i tuoi problemi dopo appena un paio di sedute. Si parla di "percorso" proprio perché è necessario del tempo per riuscire a guardarsi dentro e trovare delle risposte, e soprattutto per instaurare una "comunicazione costruttiva" con il proprio terapeuta.