caregiver carefluencer

Quando i caregiver mostrano la loro vita sui social: chi sono i “carefluencer” e quali sono rischi del seguirli

I carefluencer sono quelle persone che si dedicano 24 ore su 24 alla cura di una persona cara in stato di fragilità e che scelgono di parlare della loro vita sui social media. Questo accade perché possono essere spinti dal desiderio di aiutare chi si trova nella stessa situazione, o anche solo per cercare supporto da parte di una community, ma per parlare di tematiche mediche occorrono le giuste competenze e la sola esperienza non basta.
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Evelyn Novello 30 Aprile 2024
In collaborazione con Dott.ssa Ilaria Bruschi Psicologa e psicoterapeuta

Ti sarà capitato probabilmente, scorrendo le home dei social, di imbatterti in profili di caregiver, quelle persone che si prendono cura di un familiare o di un caro in difficoltà a titolo gratuito, che possiamo definire "carefluencer" nel momento in cui aprono un profilo incentrato solo su quella loro mansione. I loro contenuti sono prodotti quasi esclusivamente tra le mura domestiche e mostrano tutte le attività quotidiane che concernono l'accudimento. Compaiono diversi dispositivi medici e macchinari medicali e, spesso e volentieri, proprio la persona bisognosa di cure.

I dubbi che insorgono circa la libera circolazione di questi contenuti sono di natura etica ma anche medica. Da una parte, rendere visibile al mondo intero una persona in evidente stato di fragilità, in particolar modo se minore, può sollevare diverse perplessità perché, chi non è in grado di decidere per sé sulla propria esposizione sui social può essere oggetto di contenuti di altri?

D'altro canto, quando gli spettatori sono altri caregiver, questi possono sì empatizzare con il carefluencer ma anche prenderlo come modello da seguire imitando alcune sue pratiche. Il limite tra condivisione innocua e divulgazione pseudoscientifica è labile quando chi parla, senza competenze specifiche ma solo in nome della propria esperienza, dispensa consigli di natura medico-scientifica. Quali sarebbero i rischi dell'emulare pratiche mediche o somministrazioni di medicinali senza supervisione di un esperto solo perché qualcuno sui social ce l'ha suggerito? Di questo e dei motivi per cui i caregiver diventano "influencer" ne abbiamo parlato con la dott.ssa Ilaria Bruschi, psicologa e psicoterapeuta.

Partiamo dalla premessa, cosa spinge i caregiver a condividere così tanto della loro vita privata? "Hanno bisogno di una community con cui interagire – spiega Bruschi – I caregiver in psicologia clinica sono le persone più esposte a depressione, ansia e burnout. Sono fragili, vengono lasciati soli e, per questo, può essere condivisibile la loro esposizione su un social media, ma forse scelgono il contesto sbagliato. Si può sforare molto facilmente nel campo terapeutico".

Ciò a cui ogni utente dovrebbe fare attenzione, nel momento in cui segue carenfluencer, è non confondere la condivisione di esperienze con il suggerimento di terapie, che devono essere prerogativa solo dei professionisti. "Ciò che si vive può essere condiviso con altri, anche solo con l'intento di aiutarli – continua Bruschi – ma chi lo fa dovrebbe prendersi la responsabilità di ciò che consiglia. Le nostre parole hanno un peso importante per chi sta vivendo un momento difficile e vuole una soluzione al proprio malessere. Finché si tratta di temi leggeri le conseguenze sono relative, ma quando si entra in un campo più medico o psicologico è sempre obbligatorio rivolgersi al professionista di competenza".

Il termine "carefluencer" è stato coniato dalla dott.ssa Francesca Falzarano, assistente professore alla Leonard Davis School of Gerontology della University of Southern California, per indicare chi condivide realtà quotidiane del fornire assistenza 24 ore su 24 ai propri cari più anziani. "Nel mio laboratorio di ricerca, li chiamiamo ‘carefluencer‘ – ha spiegato Falzarano in un'intervista al New York Times – I social media sono l'unico modo in cui molte di queste persone sono in grado di ricevere sostegno, formazione e senso di appartenenza".

Il fenomeno dei carefluencer è in crescita, soprattutto negli Stati Uniti. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, l'organismo di controllo sulla sanità pubblica statunitense, il numero di caregiver non pagati negli USA è aumentato da 43,5 milioni nel 2015 a circa 53 milioni nel 2020 e la condivisione social è andata di pari passo. Con tutte i rischi annessi.

Fonte | NY Times