
Da genitore posso dire di aver notato una sostanziale differenza nell’interpretazione del concetto di libertà tra le scuole elementari e le scuole medie della mia primogenita. Se, infatti, quando frequentava la scuola primaria, la sua libertà si limitava a invitare a casa nostra i suoi compagni di classe (a mia insaputa) e sistematicamente tutto si risolveva in un “poi vediamo” o un ancora più vago “sento la sua mamma e ci mettiamo d’accordo”, oltretutto con grande complicità dell'altro genitore coinvolto, con l’ingresso nelle scuole medie è cambiato tutto.
La sostanziale differenza è la caparbietà con cui un adolescente chiede maggiore libertà. Dietro un "tutti ci vanno" o "sono l'unica a non farlo", la determinazione di un adolescente nell'ottenere ciò che vuole può dare inizio a vere e proprie battaglie tra le mura di casa.
E il dilemma del genitore è sempre lo stesso: come comportarsi. Tutto sommato non si tratta più di un bambino e renderlo un po’ più autonomo non dovrebbe avere controindicazioni, anzi. Sì, ma fino a che punto?
Ed è qui che deve iniziare tutta una serie di negoziazioni, per arginare qualsiasi problema. Senza concedere alcuna libertà, infatti, un figlio non avrebbe modo di fare esperienze, soprattutto, di poter raggiungere anche una certa autonomia che a questa età è necessaria. Oltretutto, nel momento stesso in cui viene data della libertà di scegliere o di agire. si misura inevitabilmente anche il suo senso di responsabilità, un aspetto tutt’altro che rilevante perché la partita si gioca tutta intorno a questo.
Se un adolescente dimostra di comportarsi in modo responsabile, allora è giusto che gli venga concessa della libertà di scelta e di azione. Uscire a prendersi un gelato con la migliore amica è una libertà che può essere concessa se vengono rispettati gli orari di rientro e se si concorda preventivamente in quale gelateria si recheranno. In questo modo la situazione è sotto controllo e, anche in assenza del genitore, lascia tutti tranquilli e soddisfatti.
Parlo di un semplice gelato con l’amica o l’amico perché a questa età anche le libertà concesse devono rispettare dei paletti. Insomma, come non va bene concedere troppo poco, non va neppure bene concedere troppo. Ogni libertà ottenuta per l’adolescente deve essere una conquista, questo non va mai dimenticato. Ottenere tutto e subito fa sì che, quella stessa libertà conquistata non abbia lo stesso valore di un'altra ottenuta con fatica, e sarà inevitabilmente meno apprezzata.
Un genitore deve essere sempre disponibile ad ascoltare le richieste di un figlio adolescente, ma ovviamente queste vanno anche filtrate. Di fronte alle nuove e sempre maggiori richieste da parte di un figlio, l'adulto deve avere una funzione di contenimento e saper dire di no quando non ritiene che non sia il momento giusto per fare una o l'altra esperienza.
Quali reazioni ci si può aspettare da un adolescente che riceve un "no", non è difficile da immaginare. Anche per questo motivo, ogni questione deve essere affrontata con la comunicazione, attraverso un dialogo costruttivo. L'errore più grave che può fare un genitore è nascondersi dietro un "no, perché ho detto di no". Un adolescente che chiede maggiore libertà vuole sapere perché non gli viene concessa e, soprattutto, come fare per conquistarsela.