Quanti alberi servono per far respirare aria pulita a ogni persona e compensare la sua CO2

Assorbono anidride carbonica e contrastano l’inquinamento atmosferico. Ma quante piante servono per ciascuno? Dipende da diversi fattori. Le riserve verdi del nostro Pianeta devono però essere costantemente monitorate per funzionare. Per la Giornata internazionale delle Foreste abbiamo chiesto a Brunori, Segr. generale di PEFC, come si promuove la gestione sostenibile di questi ambienti.
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Francesco Castagna 21 Marzo 2024
Intervista a Antonio Brunori Segretario Generale PEFC Italia

Dagli scrittori vengono descritte come luoghi incantati, i registi le amano come scenografie per raccontare storie di creature fantastiche. Sono le foreste, spesso chiamate "i polmoni del mondo", per via della loro capacità di assorbire anidride carbonica e tutta una serie di agenti inquinanti nocivi per la salute umana e animale. Se prima l'ambiente urbano rappresentava una contrapposizione a quello di montagna, con il tempo le città stanno cambiando: anche gli architetti hanno sottolineato la necessità ormai urgente di trasformare e ripensare i luoghi in cui viviamo, seguendo la filosofia "One Health": salute umana, animale e ambientale sono legate, creando un trinomio inscindibile.

Per ridurre il particolato e migliorare la qualità dell’aria, non basta che cresca il numero di alberi – Antonio Brunori, segretario Generale PEFC Italia

Ma quanti alberi servono per ogni persona? Sia per garantire un'aria pulita a ciascuno, sia per compensare l'attività quotidiana dei cittadini. Nel 2021 ci aveva provato il professore olandese Cecil Konijnendijk, ricercatore e insegnante di silvicultura urbana a Vancouver, che aveva teorizzato la regola del 3-30-300, in cui aveva calcolato il fabbisogno di verde urbano in città. Secondo questa filosofia, ogni quartiere dovrebbe disporre almeno del 30% di copertura arborea, oltre al fatto che il parco più vicino dovrebbe trovarsi entro i 300 metri dall'abitazione di ciascun cittadino.

Ma parlando della percentuale di alberi per persona, cambia qualcosa? Lo abbiamo chiesto ad Antonio Brunori, Segretario Generale PEFC Italia.

Quanti alberi servono per far respirare aria pulita a ogni persona?

La risposta a questa domanda varia a seconda di diversi fattori: l'estensione dell’area urbana, la posizione geografica, il traffico, l’età e lo stato di salute del verde arboreo, etc. Indicativamente l’ideale quantità di alberi per vivere meglio in ambito urbano è di “tre alberi visibili da ogni abitazione, 30% di copertura arborea in ogni quartiere e uno spazio verde a non più di 300 metri da casa, mentre la legge europea chiamata "Nature Restoration Law" raccomanda un copertura verde minima del 10% per le città europee. Le città generano il 70% di emissioni di gas serra su scala globale e le piante urbane giocano un ruolo cruciale grazie alla loro capacità di raffrescare le aree urbane e di sequestrare la CO2 attraverso la fotosintesi e quindi di immagazzinare carbonio (con azione di  assorbimento) nella biomassa vegetale e nel suolo: una pianta con caratteristiche nella media situata in un clima temperato e in città assorbe tra i 10 ed i 20 kg CO2/anno.

Per respirare aria pulita serve però anzitutto ridurre l’inquinamento atmosferico urbano generato spesso dalla combinazione di diversi fattori: traffico veicolare, attività industriali, sistemi di riscaldamento (domestico e non).

Gli alberi sono fondamentali ma non possono certamente fare miracoli, anche se sono piantati nel posto giusto, con la specie giusta e nel suolo giusto!

Per ridurre il particolato e migliorare la qualità dell’aria, non basta che cresca il numero di alberi. Prima ancora che ragionare su attività di forestazione e sull’incremento di nuovi alberi, bisognerebbe infatti ridurre il nostro inquinamento urbano e contemporaneamente preservare le alberature esistenti, garantire la gestione sostenibile complessiva, investire massivamente sulla manutenzione del verde.

Brunori, perché è importante certificare le foreste e per quale motivo ci riguarda in prima persona?

Perché gli alberi non devono essere solo "piantati": è attraverso una buona gestione e la pianificazione di attività gestionali infatti che possono essere conservate in salute e valorizzati i loro servizi ecosistemici, come lo stoccaggio di anidride carbonica, la riduzione del particolato, la regolazione dell’acqua, la tutela della biodiversità, persino gli effetti benefici sulla salute!

Inoltre la certificazione offre garanzie di tracciabilità del materiale di origine forestale (cioé legno, carta, cartone, per citare i principali) il cui commercio illegale (con un valore di 100 miliardi di euro) attualmente rappresenta il secondo interesse della criminalità su scala mondiale (secondo solo dopo la droga e addirittura prima dei soldi generati dalle truffe informatiche) – l’Unione Europea dichiara che almeno il 20% di tutto il legno importato in Europa ha una origine illegale o da foreste illegalmente tagliate. Quindi la certificazione delle foreste è importante per premiare chi gestisce positivamente il patrimonio naturale e serve ad escludere dai propri acquisti chi invece ha distrutto foreste e rovinato le popolazioni che ci vivono dentro.

Questi sono alcuni dei motivi del perché la certificazione della gestione sostenibile è importante: la gestione sostenibile e responsabile di alberi, boschi e aree verdi urbane ha una ricaduta su tutte e tutti noi, aumentando il nostro benessere e apportando numerosi benefici alla nostra salute e alla qualità della vita quotidiana.