Quanto spesso ti senti annoiato? Forse è perché non riesci più a riconoscere le tue emozioni

Forse è un sentimento che ti ha accompagnato durante questi giorni di isolamento: la noia e la tristezza che ne deriva. Anche senza arrivare alle situazioni di emergenza, però, questo stato d’animo può impadronirsi delle tue giornate e lasciarti con un senso di vuoto e di sconforto. Proviamo allora a capire come si può affrontare.
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Dott.ssa Samanta Travini Psicologa Psicoterapeuta
24 Aprile 2020 * ultima modifica il 24/04/2020

La noia è un’emozione caratterizzata da un senso di vuoto e di inutilità spesso associato all’immobilità e alla procrastinazione. L’annoiato sperimenta uno stato di sospensione psicologica che limita la sua percezione di se stesso, degli altri e del mondo a un vissuto di insoddisfazione permanente. Ai suoi occhi, le cose, le persone e il tempo si avvicendano prive di senso e si velano di tristezza.

Cos’è la noia

L’idea centrale dell’annoiato è il “non aver nulla da fare” e, allo stesso tempo, la pesante certezza che fare qualcosa sarà troppo faticoso e per altro troppo deludente per giustificare lo sforzo di attivarsi in una qualche direzione.

Al giorno d’oggi, è molto difficile trovare una situazione in cui le possibilità di scelta di una persona sono talmente limitate da non poter letteralmente fare nulla. Piuttosto, la noia prende avvio da una situazione in cui nessuna delle possibili cose che una persona potrebbe fare suscita attrattiva. Questo rende la persona inattiva, e generalmente infelice. Quindi, la noia è il risultato di non avere niente da fare che piace, piuttosto che non avere nulla da fare di per sé.

In genere la noia è associata a insoddisfazione, disinteresse o al sentirsi disconnessi da qualcosa o da qualcuno. Può significare provare una sensazione di vuoto misto ad un senso di frustrazione generato dal vuoto stesso, da un riposo inadeguato o dalla mancanza di scelta nelle attività quotidiane.

L’individuo può sperimentare tale stato mentale dunque quando non è sufficientemente stimolato dal suo ambiente. O peggio ancora quando il suo contesto e la sua rete sociale non sono più in grado di rispondere ai suoi bisogni, diventando abitudini che precedentemente risultavano essere accettabili.

Il sentimento di noia emerge infatti quando il contesto di vita e le relazioni di una persona smettono di rispondere ai suoi bisogni emotivi e ripetono rigidamente routines che, in precedenza, risultavano invece soddisfacenti. In questo senso, la noia può essere considerata un’emozione-sentinella che ci allerta sulla necessità di operare un cambiamento nelle modalità con cui ci rapportiamo alle cose. Ma non sempre l’annoiato coglie questo importante allarme psicologico e tende a riempire l’inquietudine rifugiandosi nella ripetitività del quotidiano e utilizzando di continuo fonti di gratificazione esterna: tv, social-network, videogiochi, cibo, sigarette, alcol ecc. E facilmente, ciò che serviva ad alleviare la frustrazione, aggraverà la noia e richiederà dosi compulsive delle stesse “distrazioni”, sino alla paralisi emotiva della dipendenza.

La noia, inoltre, di frequente si collega al terrore di restare da soli. L’annoiato si uniforma a un ambito psicologico e relazionale non proprio, a persone e situazioni che, anche solo indirettamente, stridono con la sua natura, pur di evitare la solitudine e l’isolamento, nella convinzione che ogni tentativo di espressione di sé nella famiglia, nella coppia o nella società di riferimento lo renderebbe alieno, diverso e abbandonato. Voglio dire che ci si annoia pur di non sfidare e modificare attivamente convinzioni prese dall’esterno, dunque non nostre, ma di madri e di padri, di amici, di conoscenti coerenti con valori che non ci appartengono.

Da quanto detto sembra che la noia si associ per lo più a conseguenze negative. Eppure la noia, come tutte le emozioni, ha uno scopo, una funzione evolutiva.

Atteggiamenti tipici di chi si annoia

Numerose sono le ricerche effettuate sulla noia negli ultimi dieci anni. Uno studio condotto dal professor Goetz dell’Università tedesca di Costanza dimostra che si possono sperimentare 5 tipi di noia. Nello specifico, una persona è:

  • indifferente: quando è calma e ritirata nel suo mondo
  • calibrante: quando è aperta alla ricerca, non necessariamente attiva, di opzioni per ridurre la noia
  • ricercatore: quando è impegnata nella ricerca attiva di vie d’uscita, di attività contro la noia, per esempio lavorando
  • reagente: quando è altamente motivata ad allontanare il suo stato di noia, evitandone anche le cause e concentrandosi su specifiche situazioni alternative
  • apatica: quando vive una mancanza di sentimenti positivi o negativi e quindi una sensazione di assoluta impotenza

Diversi comportamenti dunque, che presentano alla base diversi stati d’animo. Mentre nella persona indifferente e calibrante, infatti, sembra esserci il desiderio di fare qualcosa, senza saper esattamente cosa, nel ricercatore il desiderio di tenersi occupati è accompagnato da uno stato d’animo di estrema negatività. Negatività che risulta pericolosa in quello reagente poiché si accompagna spesso alla rabbia e all’aggressività.

Conseguenze della noia

Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Waterloo, il tempo sembra essere molto più lento quando siamo annoiati. La noia dunque sembra interferire sulla nostra percezione del tempo. Ma non solo.

Effetti della noia a breve termine

Alcuni ricercatori hanno rilevato come la noia possa avere un’accezione positiva. Secondo uno studio svolto presso la University of Central Lancashire, la noia sembrerebbe stimolare la nostra creatività poiché risulta essere un segnale psicologico. Questo stato d’animo, che apparentemente può destare perplessità, in realtà ci informa di un nostro bisogno di cambiamento, di nuovi stimoli e obiettivi che può farci ritrovare quell’entusiasmo e quella positività andati persi.

Purtroppo però non siamo tutti in grado di cogliere questo segnale. Chi si annoia di solito tende infatti a riempire il grigiore della sua noia rifugiandosi per esempio nell’utilizzo di dispositivi tecnologici che a lungo andare aumentano l’inquietudine provata prolungando la sensazione di noia. Questo è il motivo per cui oggi più che mai le nuove tecnologie aumentano la sensazione di noia negli adolescenti.

Effetti della noia a lungo termine

Altre ricerche condotte presso l’Università di York hanno rilevato come una  noia prolungata nel tempo potrebbe essere legata alla mancanza di connessione con le nostre emozioni e alla difficoltà di riconoscerle e gestirle. Ad una scarsa conoscenza di noi stessi dunque.

Secondo alcuni studi la noia a lungo termine può incidere negativamente sulla vita di un individuo che può rischiare di:

  • subire spiacevoli conseguenze fisiche, che spaziano da sgradevoli difficoltà erettili fino alla morte precoce;
  • avere forti conseguenze a livello lavorativo,  abbandonando per esempio il  lavoro o lo studio;
  • andar incontro ad abitudini dannose messe in atto con il solo scopo di attutire la noia, come il continuo uso di social-network, videogiochi, l’abuso di  sigarette, alcool, hashish o di cibo.

Da quanto detto si evince come sia fondamentale una ri-connessione con il  nostro mondo e le nostre emozioni affinché la noia non si prolunghi ulteriormente sfociando in tristezza o nel peggiore dei casi in depressione.

Come vincere la noia

Prima di combattere la noia occorre comprenderla e comprendersi. Cosa si fa mentre ci si intrattiene con la noia? In che modo cerchiano di placarla? Chi o cosa, aggrava o allevia questo sentimento impreciso e fluttuante? E chi o cosa, potrebbe produrre una variazione, anche lieve, nel piano grigio e continuo della noia? Solo in un secondo tempo possiamo mettere in atto alcuni piccoli stratagemmi per vincere la noia.

Immunizzati alla noia

Il primo passo da fare è quello di vivere realmente la noia, non cedendo a delle facili distrazioni che possono solo creare danni. Provate a concedervi cinque minuti di noia al giorno o imparate ad accettare la noia quando viene a trovarvi, non la allontanate e non la riempite con chiunque o con qualsiasi cosa. Gradualmente imparerete a temerla di meno e farete delle interessanti scoperte.

Aumenta la consapevolezza

Provare a capire cosa stai provando. Prova a chiederti: è semplicemente noia o c’e’ dell’altro dietro? Farti questa domanda può aiutarti ad essere più consapevole dei tuoi pensieri, dei sentimenti e ad affrontare le tue paure.

Ritagliati uno spazio di dolore

Quando invece la noia risulta essere prolungata, tanto da diventare tristezza o quando siamo tristi per qualsiasi altro motivo, cosa bisogna fare? Fare i conti con la tristezza, con la perdita e con il dolore che proviamo non è sempre facile. Ammettere a noi stessi e agli altri di essere tristi ancora meno. Ma farlo è doveroso, per permetterci di andare avanti con la piena consapevolezza delle nostre emozioni.

Pensa positivo

Focalizzarti sul tuo presente e su ciò che di bello hai. Prova a segnarti quotidianamente quello che ti fa stare bene. Ti aiuterà a ritrovare una nuova luce.

Accetta i tuoi impegni

Uno dei modi per alleviare gli effetti della noia è quello di accettare senza opporre resistenza le tue attuali faccende e occupazioni se esse non sono al momento modificabili. Se non puoi disfartene fai diventare queste faccende una parte integrante della tua vita e trova il lato positivo.

Rompi la routine

Se ti fermi un istante, puoi scoprire anche tu che, la maggior parte delle attività che ti annoiano sono fondamentali per il nostro corretto funzionamento nel mondo. Molte delle cose che tu consideri fonte di apatia o causa della noia sono fondamentali per il corretto funzionamento della vita di ogni giorno. Sono cose ripetitive e questo è quello che le fa sembrare noiose. La noia si manifesta solamente quando si considera un compito ripetitivo come scontato. Se fai le cose ripetitive esattamente come lo fai ogni volta, avrai una forte percezione di perdere tempo. Prova ad affossare l’elemento ripetitivo e cerca di renderlo divertente. In altre parole trova nuovi modi creativi di svolgere quelle attività.

Impara qualcosa di nuovo

Una delle situazioni più comuni nelle quali potresti annoiarti è quella nella quale tu pensi di sapere già tutto. Se pensi di sapere tutto è solo perché rifiuti di imparare nuove cose. È bene sviluppare un atteggiamento proattivo e trovare qualcosa da imparare. Al momento la fonte della tua noia è questo continuo rifugiarti dietro a delle certezze acquisite.

Laureata in psicologia clinica dello sviluppo e neuropsicologia, si occupa di sostegno psicologico per individui, coppie e famiglie con particolare attenzione altro…