È già da un po’ di tempo che i progressi nella tecnologia delle stampanti 3D stanno dando i loro frutti nel campo della ricerca medica. Ci sono quelle in grado di riprodurre organi per i trapianti, quelle che realizzano protesi e anche tutori per storte e fratture. Ma che si riuscisse addirittura a ricreare dal nulla un vero e proprio tumore tridimensionale su cui poter testare liberamente farmaci e verificare eventuali controindicazioni, fino a qualche anno fa sarebbe parsa una vera e propria follia. Eppure, una start up australiana ce l’ha fatta. Ed è nata Rastrum, la bio-stampante 3D che potrebbe letteralmente rivoluzionare la ricerca oncologica.
Realizzata dalla start up australiana Inventia Life Science e supportata economicamente da Atlassian, colosso del software, Rastrum, che simula la tecnologia a getto d’inchiostro, è in grado di realizzare in brevissimo tempo delle cellule umane, consentendo su di esse lo sviluppo di tumori estremamente realistici. In questo modo, Rastrum rende possibile effettuare test farmacologici per le nuove terapie oncologiche, capire quali farmaci possano funzionare meglio e rendersi conto delle controindicazioni che le varie terapie potrebbero riportare a livello cellulare. Un passo avanti enorme per quanto riguarda la ricerca medica e, in particolare, oncologica, che consente di ottimizzare i risultati senza mettere in pericolo un paziente con sperimentazioni. Inoltre, l’azienda prevede che in futuro Rastrum potrà anche essere usata per implementare la medicina personalizzata e rigenerazione di pelle e cartilagine.
Fonte| Inventia