Forse il punto debole del nuovo regolamento per la tutela e il benessere degli animali della città di Torino è stata la poca chiarezza, che nella maggior parte dei casi dà origine alle più svariate interpretazioni e ai più forti dissensi. O forse, si è tentato di risolvere un disagio sociale (quello dei senzatetto), partendo da un altro problema, quello dello sfruttamento degli animali.
Sta di fatto che lo scorso 28 febbraio è stata ritirata la bozza del regolamento animali, firmato da Chiara Giacosa, consigliera del partito dei 5 Stelle, e da Federico Mensio, presidente della commissione Ambiente del Comune di Torino. Il documento, che nelle scorse settimane aveva suscitato non poche polemiche, sembrava voler vietare ai clochard che stazionano sotto i portici del centro di avere animali e soprattutto dava alla polizia municipale la piena discrezionalità se lasciare loro i cani oppure no.
E qui, forse la prima falla della proposta, anche se si presupponeva che i vigili urbani potessero distinguere chi vive per strada e ha con sé sempre lo stesso cane, da chi diversamente è accompagnato da un animale solo occasionalmente: tuttavia, basarsi sulla loro esclusiva percezione, come unico metro di giudizio, forse non ha convinto le associazioni animaliste, in primis Enpa e Consulta animali.
Forte il rammarico espresso sui social della consigliera Chiara Giacosa nei giorni scorsi: “È riconosciuto che gli homeless non utilizzano i cani per destare l’altrui pietà; nessun homeless che vive con un cane lo “espone” per fare pietà. Quasi sempre i cani degli homeless sono con loro sotto le coperte o, comunque, mai vengono letteralmente utilizzati per chiedere l’elemosina. Nessun intento punitivo o volontà di separare chi vive per strada dai loro animali o di sanzionare i senzatetto; il nostro intento non è certo colpire chi vive con un animale da compagnia, ma chi lo sfrutta appositamente per la pratica dell'accattonaggio”.
Ma al di là delle polemiche sui social, delle manovre politiche e dello sdegno generale, la questione è che la "guerra" ai senzatetto di Torino in nome del decoro, non può essere condotta, partendo dal maltrattamento degli animali. Quello sicuramente è un problema, ma forse, mettere degli esseri umani nella condizione di non vivere per strada, sarebbe la prima cosa di cui occuparsi.
Dalle più recenti indagini ISTAT risulta che a Torino ci siano almeno 1700 persone senza dimora, ma con ogni probabilità sono molte di più, visto e considerato che non è facile censirle date le loro condizioni di vita. Questo è il problema: persone che non per libera scelta sono costrette a vivere per strada. Poi certo c'è anche il problema dell'accattonaggio e del maltrattamento degli animali. Non sono meno importanti. Tuttavia, oggi, togliere o meno un cane dalla strada, non risolve la condizione di persone senza casa e senza lavoro.