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Sai cos’è Flurona, la coinfezione da influenza e Sars-CoV-2? Pregliasco: “Può succedere ma oggi non deve allarmare”

In Israele una giovane donna di 30 anni è stata trovata positiva contemporaneamente all’influenza e al Coronavirus. I media hanno ribattezzato questa conifezione come “Flurona”. Secondo il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, si tratta di una condizione possibile ma molto rara e oggi non preoccupante.
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Kevin Ben Alì Zinati 7 Gennaio 2022
* ultima modifica il 07/01/2022
In collaborazione con il Prof. Fabrizio Pregliasco Virologo dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

Raffreddore, febbre, tosse, dolori. E se fossero Covid-19 e influenza insieme? È un dubbio lecito e non solo perché gli ultimi due anni ti hanno disastrato che la convivenza con virus e batteri è tutt’altro che prevedibile. La coinfezione di Sars-CoV-2 e virus influenzale è qualcosa di possibile perché è già successo. La coinfezione è stata ribattezzata “Flurona” e sta facendo alzare le antenne di scienziati e medici soprattutto per la sfortunata concomitanza della stagione influenzale con l’esplosione di contagi da variante Omicron e non solo che sta coinvolgendo tutta l’Europa. Per il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, tuttavia si tratta di “una condizione molto rara e che oggi non deve preoccuparci.

Cos’è

Quando senti parlare di Flurona non devi pensare a una nuova malattia mai vista prima. È invece la coesistenza all’interno del tuo organismo di due infezioni note, una dovuta al nuovo Coronavirus e l’altra a uno dei virus dell’influenza.

Nuovo però è il termine con cui è stata ribattezzata questa sfortunata coinfezione: “Flurona”. Nata dai media e non dal vocabolario della scienza, si tratta del’ingegnosa crasi tra la parola inglese “flu”, influenza e “rona”, la contrazione di Coronavirus.

L’origine del termine sembra risale a Israele. Qui nelle ultime settimane sarebbe stata individuata una giovane donna infetta contemporaneamente da Covid-19 e da influenza.

Quanto è diffusa? 

La coinfezione, seppur possibile, per il professor Pregliasco è comunque poco frequente e soprattutto difficilmente documentabile dal momento che in genere non si fanno esami così approfonditi quando una persona viene testata positiva a Sars-CoV-2”.

Al momento però non possiamo sapere se e quanti altri casi di Flurona ci sono stati, sono in corso e verranno eventualmente registrati nelle prossime settimane. Ad oggi non esiste un dato certo.

La sensazione però è che possano essere molti anche perché non è sempre facile distinguere le due infezioni dalla sintomatologia, spesso sovrapponibile.

Insieme all’elevata diffusione di Sars-CoV-2 molto alta di queste settimane, spinta anche dalla maggior contagiosità della variante Omicron, devi considerare che le restrizioni, i lockdown e il largo uso delle mascherine hanno limitato la diffusione dell'influenza l’anno scorso, rendendoci oggi certamente più vulnerabili.

Come fanno due virus a coesistere?

Difficile, rara: eppure la coinfezione di Sars-CoV-2 e influenza è possibile. Secondo il professor Pregliasco si tratta di una condizione “abbastanza normale” quando si parla di infezioni virali: “Da sempre sappiamo che l’influenza facilita, per esempio, la sovrainfezione batterica del pneumococco. Le polmoniti batteriche da pneumococco sono infatti più frequenti durante l’influenza”.

L’abbassamento delle difese immunitarie è come se innescasse dunque un’azione quasi sinergica tra un’infezione e l’altra.

Con il Coronavirus succede la stessa cosa: “Quando l’influenza e il Covid-19 sono forme cliniche c’è una risposta immunitaria eccessiva. La polmonite interstiziale da Covid è infatti il risultato di una risposta immunitaria non ben modulata. Quando eccede si crea un cortocircuito e la risposta infiammatoria che dovrebbe essere positiva alla fine crea un effetto negativo”.

Questa condizione unita, dice Pregliasco, a una buona dose di sfortuna, aumenterebbe quindi le possibilità di incorrere nella doppia infezione. Come se un’infezione aprisse la strada all’atra insomma.

È più pericolosa?

Il punto sulla pericolosità della Flurona è quello più delicato. Semplicemente perché ad oggi non abbiamo molti dati a disposizione per trarre conclusioni certe. Non sappiamo se la doppia infezione sia in grado di causare una malattia più grave e oppure no.

La coinfezione di influenza e Sars-CoV-2 è una condizione molto rara e che oggi non deve preoccuparci

Prof Fabrizio Pregliasco, virologo Università Statale di Milano

Se ci basiamo su quanto accaduto in Israele, la ragazza, di 30 anni e non vaccinata né contro il Coronavirus né per l’influenza, ha avuto blande difficoltà respiratorie ed è stata dimessa in buone condizioni generali.

Secondo il virologo dell’Università degli Studi di Milano la coinfezione, ad oggi, non deve preoccupare. Niente allarmi. È una condizione che sapevamo si sarebbe potuta verificare”.

È però verosimile che una coinfezione in un paziente fragile e con altre patologie concomitanti possa diventare una condizione più complessa e da monitorare con molta più attenzione.

Come trattarla?

A livello di trattamenti farmacologici, ha spiegato Pregliasco, ad oggi non è previsto nessun percorso particolare o diverso, Anzi: Non serve cambiare l’approccio terapeutico, la terapia è comparabile a quella che dimetterebbe in campo in caso di singola infezione da influenza”.

In ogni caso, ha ribadito il virologo, sarà sempre il tuo medico di base a prescriverei qualsiasi farmaco e a dirti quale assumere e in che dosaggio.

Una cosa è certa: per limitare il più possibile il rischio di Flurona è raccomandato il vaccino, sia quello contro l’influenza sia quello anti-Covid. Anche contemporaneamente, come ha specificato l’Oms. “È giusto vaccinarsi e farli tutti e due – ha concluso Pregliasco – La doppia somministrazione è opportuna”.

Le informazioni fornite su www.ohga.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.