
Raffreddore, febbre, tosse, dolori. E se fossero Covid-19 e influenza insieme? È un dubbio lecito e non solo perché gli ultimi due anni ti hanno disastrato che la convivenza con virus e batteri è tutt’altro che prevedibile. La coinfezione di Sars-CoV-2 e virus influenzale è qualcosa di possibile perché è già successo. La coinfezione è stata ribattezzata “Flurona” e sta facendo alzare le antenne di scienziati e medici soprattutto per la sfortunata concomitanza della stagione influenzale con l’esplosione di contagi da variante Omicron e non solo che sta coinvolgendo tutta l’Europa. Per il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, tuttavia si tratta di “una condizione molto rara e che oggi non deve preoccuparci”.
Quando senti parlare di Flurona non devi pensare a una nuova malattia mai vista prima. È invece la coesistenza all’interno del tuo organismo di due infezioni note, una dovuta al nuovo Coronavirus e l’altra a uno dei virus dell’influenza.
Nuovo però è il termine con cui è stata ribattezzata questa sfortunata coinfezione: “Flurona”. Nata dai media e non dal vocabolario della scienza, si tratta del’ingegnosa crasi tra la parola inglese “flu”, influenza e “rona”, la contrazione di Coronavirus.
L’origine del termine sembra risale a Israele. Qui nelle ultime settimane sarebbe stata individuata una giovane donna infetta contemporaneamente da Covid-19 e da influenza.
La coinfezione, seppur possibile, per il professor Pregliasco è comunque poco frequente e soprattutto “difficilmente documentabile dal momento che in genere non si fanno esami così approfonditi quando una persona viene testata positiva a Sars-CoV-2”.
Al momento però non possiamo sapere se e quanti altri casi di Flurona ci sono stati, sono in corso e verranno eventualmente registrati nelle prossime settimane. Ad oggi non esiste un dato certo.
La sensazione però è che possano essere molti anche perché non è sempre facile distinguere le due infezioni dalla sintomatologia, spesso sovrapponibile.
Insieme all’elevata diffusione di Sars-CoV-2 molto alta di queste settimane, spinta anche dalla maggior contagiosità della variante Omicron, devi considerare che le restrizioni, i lockdown e il largo uso delle mascherine hanno limitato la diffusione dell'influenza l’anno scorso, rendendoci oggi certamente più vulnerabili.
Difficile, rara: eppure la coinfezione di Sars-CoV-2 e influenza è possibile. Secondo il professor Pregliasco si tratta di una condizione “abbastanza normale” quando si parla di infezioni virali: “Da sempre sappiamo che l’influenza facilita, per esempio, la sovrainfezione batterica del pneumococco. Le polmoniti batteriche da pneumococco sono infatti più frequenti durante l’influenza”.
L’abbassamento delle difese immunitarie è come se innescasse dunque un’azione quasi sinergica tra un’infezione e l’altra.
Con il Coronavirus succede la stessa cosa: “Quando l’influenza e il Covid-19 sono forme cliniche c’è una risposta immunitaria eccessiva. La polmonite interstiziale da Covid è infatti il risultato di una risposta immunitaria non ben modulata. Quando eccede si crea un cortocircuito e la risposta infiammatoria che dovrebbe essere positiva alla fine crea un effetto negativo”.
Questa condizione unita, dice Pregliasco, a una buona dose di sfortuna, aumenterebbe quindi le possibilità di incorrere nella doppia infezione. Come se un’infezione aprisse la strada all’atra insomma.
Il punto sulla pericolosità della Flurona è quello più delicato. Semplicemente perché ad oggi non abbiamo molti dati a disposizione per trarre conclusioni certe. Non sappiamo se la doppia infezione sia in grado di causare una malattia più grave e oppure no.
La coinfezione di influenza e Sars-CoV-2 è una condizione molto rara e che oggi non deve preoccuparci
Se ci basiamo su quanto accaduto in Israele, la ragazza, di 30 anni e non vaccinata né contro il Coronavirus né per l’influenza, ha avuto blande difficoltà respiratorie ed è stata dimessa in buone condizioni generali.
Secondo il virologo dell’Università degli Studi di Milano la coinfezione, ad oggi, “non deve preoccupare. Niente allarmi. È una condizione che sapevamo si sarebbe potuta verificare”.
È però verosimile che una coinfezione in un paziente fragile e con altre patologie concomitanti possa diventare una condizione più complessa e da monitorare con molta più attenzione.
A livello di trattamenti farmacologici, ha spiegato Pregliasco, ad oggi non è previsto nessun percorso particolare o diverso, Anzi: “Non serve cambiare l’approccio terapeutico, la terapia è comparabile a quella che dimetterebbe in campo in caso di singola infezione da influenza”.
In ogni caso, ha ribadito il virologo, sarà sempre il tuo medico di base a prescriverei qualsiasi farmaco e a dirti quale assumere e in che dosaggio.
Una cosa è certa: per limitare il più possibile il rischio di Flurona è raccomandato il vaccino, sia quello contro l’influenza sia quello anti-Covid. Anche contemporaneamente, come ha specificato l’Oms. “È giusto vaccinarsi e farli tutti e due – ha concluso Pregliasco – La doppia somministrazione è opportuna”.