Se a fermarti non è una carrozzina, ma l’indifferenza dello Stato: la storia di Lorenzo Torto

Da poco tornato da Bruxelles dove ha presentato una petizione contro il mancato recepimento di una direttiva sull’accessibilità dei servizi da parte dell’Italia, da anni Lorenzo Torto combatte contro le ingiustizie che subisce da sempre e di cui ritiene responsabile lo Stato italiano. In occasione della “Giornata mondiale delle persone con disabilità”, nella nuova puntata de “Il corpo degli altri” abbiamo raccontato la sua storia.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Maria Teresa Gasbarrone
3 Dicembre 2023
Intervista a Lorenzo Torto Attivista per i diritti dei disabili

"Per lo Stato italiano siamo nati e morti oggi. Per tutto il resto dell'anno non esistiamo". Lorenzo Torto, 34 anni, vive da sempre su una sedia rotella a causa di una tetraparesi spastica, ma la sua rabbia non è una conseguenza della malattia. È piuttosto l'effetto collaterale di uno Stato che "ai disabili non dedica altro che indifferenza e paroloni che restano promesse mai realizzate".

"Non posso fare una passeggiata da solo, non posso nemmeno entrare nel mio centro per l'impiego perché è inaccessibile a chi è in carrozzina. Se per fare qualsiasi cosa ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, come posso avere una vita dignitosa?", spiega Torto, da anni impegnato nella rivendicazione dei diritti per i disabili.

In occasione della Giornata mondiale delle persone con disabilità, Ohga ha deciso di non dare spazio a promesse e dichiarazioni in pompa magna, ma di darla a Lorenzo, che troppe volte di quella voce è stato privato.

Un viaggio a Bruxelles

Per raccontarvi la storia di Torto partiamo dal presente, dal 24 ottobre 2023, quando il 34enne di Chieti si è messo in viaggio per portare a Bruxelles, alla Commissione per le Petizioni del Parlamento europeo, la sua petizione contro il non completo recepimento da parte dell'Italia della direttiva n.882/2019 sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi: questa stabilisce che servizi essenziali come telefoni, computer, libri elettronici, servizi bancari e comunicazioni elettroniche siano accessibili alle persone con disabilità, attraverso l'eliminazione delle barriere e il principio della progettazione universale o "per tutti".

Il periodo entro il quale gli Stati membri avrebbero dovuto recepirla è scaduto infatti il 28 giugno 2022. Di fronte al ritardo dello Stato, Torto ha deciso di scrivere direttamente alla Commissione Petizioni del Parlamento europeo, che accogliendo la sua denuncia, ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia.

Non solo, Bruxelles si è detta pronta a "inviare una richiesta formale di non conformità se l'Italia non rispetta la legislazione vigente", e nel frattempo sono state avviate ulteriori procedure di infrazione nei confronti di altri Stati membri, come Estonia e Danimarca, che pure non hanno recepito la direttiva.

"Non voglio voltarmi dall'altra parte"

"Per una persona con una disabilità come la mia – ci ha raccontato Torto andare a Bruxelles non è stato semplice, ma l'ho fatto per portare la voce di centinaia di persone che altrimenti sarebbero rimaste inascoltate. Per me era una questione di principio".

La direttiva 882/2019 infatti è necessaria – spiega l'attivista – nella battaglia per la rimozione di quelle discriminazioni che Torto, come gli altri 3 milioni e 150 mila disabili in Italia, subiscono ogni giorno.

"Prova a dare un'occhiata ai siti istituzionali, compresi quelli dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio, e dimmi quanti hanno il certificato di accessibilità per i disabili? Ad oggi, una persona ipovedente o sorda non può accedere alla maggior parte dei siti istituzionali", osserva Torto, che sottolinea come garantire l'accesso ai prodotti e ai servizi essenziali significherebbe "accrescere la partecipazione attiva alla società, anche nei settori dell'istruzione e dell'occupazione, delle persone con disabilità", ovvero in tutti i settori nevralgici della società.

"Lo Stato italiano è responsabile di aver condannato le persone disabili a una vita di discriminazioni quotidiane"

Lorenzo Torto, attivista

Quella per i diritti delle persone disabili è una battaglia che Torto ha iniziato anni fa, con determinazione, eppure con la frustrazione, vissuta di fronte all'ennesima porta chiusa o occasione negata, di chi sa che probabilmente – nella migliore delle ipotesi – i risultati delle proprie lotte li vedrà solo chi verrà dopo di lui.

"Nei confronti di noi disabili lo Stato ha la responsabilità di una vita fatta di discriminazioni giornaliere: non ci sono state date le stesse possibilità di una persona normodotata, in ogni aspetto della nostra vita. Dal trovare un lavoro al voler andare a vedere un concerto: tutto per noi è impossibile, senza l'aiuto di qualcun altro".

"Non voglio voltarmi dall’altra parte: o diventiamo un Paese davvero inclusivo oppure è inutile lavarci la bocca con paroloni e promesse".

"Candele destinati a spegnersi"

"Non è giusto che una persona debba sentire il peso della propria malattia", ha detto Torto all'Eurocamera e lo ripete ogni volta che gli si chiede di spiegare l‘approccio dell'Italia alla disabilità: "In Italia ormai si è creato un clima di rassegnazione da parte delle istituzioni per cui chi nasce con una disabilità se la deve tenere e accettare di rimanere a casa a far nulla. Ma questo non è vivere con dignità".

Torto si impegna da anni per ottenere un miglioramento, per stralciare il velo che lo Stato ha calato sulla disabilità, come se le persone disabili non fossero anche loro delle risorse, un velo che troppo spesso diventa una gabbia.

"Tanti giovani finiscono per isolarsi e vivere da esclusi, perché se lo Stato e la società non fanno nulla per integrarli, da soli non possono fare molto. Sono candele destinate a spegnersi", e a nessuno sembra importare abbastanza.

Come ha scritto Torto in una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la situazione occupazionale in Italia è allarmante, a riprova dell'inefficienza della legge 68 del 1999. Basti pensare che su 100 persone di 15-64 anni che, pur avendo limitazioni nelle funzioni motorie e/o sensoriali essenziali nella vita quotidiana o disturbi intellettivi o del comportamento, sono comunque abili al lavoro, solo 35,8 sono occupati. La media Europa si aggira sul 50%.

A quella lettera Torto non ha ricevuto risposte, se non un messaggio di comprensione da parte del Presidente della Repubblica (e il totale silenzio da parte della Presidenza del Consiglio). Nessun fatto, ancora una volta.

"Presi in giro"

Quello del lavoro è forse il primo dei diritti negati per un disabile. Negato – spiega Torto – nella pratica, non nella teoria, paradosso che rende il quadro ancora più grave.

In Italia, la legge n.68 del 1999 prevede che ai lavoratori disabili, appartenenti alle categorie protette, siano riservate nelle aziende pubbliche e private delle quote di assunzione che variano a seconda del numero di lavoratori dipendenti nelle varie aziende.

"Non sono potuto nemmeno entrare presso il mio centro di impiego perché non era accessibile a una persona in carrozzina. Come non posso sentirmi preso in giro?"

Lorenzo Torto

"In base a questa legge – spiega Torto – gli iscritti alle categorie protette dovrebbero rivolgersi ai centri per l’impiego, peccato che a loro vengono riservate offerte di lavoro improponibili, come gruista, elettricista o idraulico".

Non solo, a volte "un disabile nemmeno riesce ad accedere fisicamente al centro per l’impiego. Si ferma prima, davanti l’ennesima barriera architettonica. Parlo per esperienza personale: non sono potuto entrare presso il mio centro di impiego perché non era accessibile a una persona in carrozzina".

"Come posso non sentirmi preso in giro? ", si chiede Torto. Ecco, cominciare a rispondere a questa domanda potrebbe essere un buon modo per celebrare davvero la Giornata mondiale delle persone con disabilità.

Fonti |Andel (Agenzia nazionale disabilità e lavoro); Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea;

Questo articolo fa parte della rubrica
Dopo la laurea in Editoria e scrittura all’Università di Roma La Sapienza sono approdata a Milano per fare della passione per altro…