Se ansia e depressione dipendono dal lavoro svolto possono essere indennizzate

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Mobbing, fumo passivo o demansionamento possono causare ansia e depressione sul posto di lavoro, patologie che nonostante non siano presenti nelle tabelle per l’indennizzo Inail, iniziano ad essere considerate e riconosciute.
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Gaia Cortese 21 Dicembre 2022

Un esaurimento nervoso sul posto di lavoro può considerarsi una patologia? E in tal caso, è previsto l’indennizzo da parte dell’Inail al lavoratore?

A pronunciarsi recentemente sul tema è stata la Corte Suprema di Cassazione che ha portato l’attenzione sulla possibilità di valutare un rimborso anche per le patologie non contemplate nelle tabelle per l’indennizzo.

È il caso, per esempio, di ansia e stress che non di rado si accompagnano all'attività lavorativa e che non sono inserite tra le patologie indennizzabili. Va però fatto notare che spesso lo stato di ansia causa altre malattie, e in questo caso al lavoratore spetta una percentuale di indennizzo a seconda del suo malessere. Allo stato attuale, nel caso di nevrosi ansiosa al lavoratore spetta una riduzione della capacità lavorativa del 15 per cento,  troppo poco per pretendere qualcosa dal momento che si viene riconosciuti formalmente invalidi civili con diritto a prestazioni solo quando si raggiunge almeno il 33 per cento, ossia quando si perde un terzo della capacità lavorativa.

Nel caso esaminato dalla Cassazione nell’ordinanza n. 29611 dell’11 ottobre 2022 è stato un medico ad accertare che un lavoratore aveva sviluppato una forma di depressione a causa della sua situazione lavorativa. In questo caso l’Inail ha l’obbligo di prestare l’indennizzo, poiché come scrive nell’ordinanza la Suprema Corte "non si può fare una distinzione tra malattia fisica e malattia psichica se la patologia è originata dal rapporto con il datore di lavoro".

In sostanza, la malattia è rimborsabile anche quando è conseguente alla modalità o all’organizzazione del lavoro, non solo più per infortunio sul lavoro o per malattia professionale. È il caso, per esempio, di chi soffre di stress da lavoro a causa di un'azione di mobbing subita, e con la recente ordinanza n. 31514 del 25 ottobre 2022, la Corte Suprema ha confermato che sussiste il diritto all’indennizzo Inail per l’ansia e la depressione causati dal mobbing in azienda, a condizione che siano provocati da una specifica condizione lavorativa e nell'ambiente di lavoro.

In conclusione, la Cassazione si è pronunciata sulla necessità di considerare l'attività lavorativa integralmente, non limitandola a quella svolta ai macchinari. L’assicurazione prestata dall’Inail comprende quindi anche malattie non tabellate, purché si tratti di patologie causate dal lavoro svolto, dal momento che il lavoro coinvolge l'individuo in tutte le sue dimensioni, dalla sfera fisica a quella psichica.