Se il “m’ama non m’ama” diventa un DOC da relazione. Intervista al Dott. Andrea Iengo

Esiste un disturbo ossessivo compulsivo che tende a manifestarsi attraverso dubbi incessanti sulla propria relazione. Nel DOC da relazione, infatti, si tende a dubitare dei sentimenti verso il proprio partner o di quelli provati nei suoi confronti. Abbiamo approfondito il tema con il Dott. Andrea Iengo, psicologo e psicoterapeuta.
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Gaia Cortese 6 Aprile 2023
Intervista a Prof. Andrea Iengo Psicologo e psicoterapeuta

Sono o non sono innamorato della mia compagna? O forse non la penso abbastanza per considerare questo sentimento come "amore"? Sarà davvero la persona giusta anche se a volte non ci penso durante la giornata? Sono alcune delle tipiche domande che possono nascondere un DOC (o disturbo ossessivo compulsivo) da relazione.

Un disturbo di cui si parla esplicitamente da una decina di anni e che è dettato da quello che può essere definito come dubbio patologico, ossia tutta quella serie di domande assillanti e ricorrenti a cui non si riesce a non pensare o a dare  risposta, e che pertanto tendono a bloccare qualsiasi azione. Ne abbiamo parlato con il Dott. Andrea Iengo, psicologo e psicoterapeuta.

Che cos’è il DOC da relazione?

Per spiegarlo proviamo a scomporre un attimo i due termini, DOC e relazione. Quando pensiamo a un DOC o disturbo ossessivo compulsivo generalmente pensiamo a tutti quei disturbi che prevedono la ripetizione di determinate azioni come lavarsi le mani, controllare di aver chiuso la porta, verificare se una certa azione è stata fatta oppure no, e via dicendo.

La parte ossessiva quando si compiono queste azioni è l'aspetto legato ad una specifica paura. Il tentativo di controllare quella paura è l'azione che si mette in atto per interrompere quell’ansia quindi, per esempio, controllare di aver chiuso il gas per paura che la casa possa saltare in aria. Ci sono tuttavia una serie di disturbi ossessivo compulsivi che non hanno una parte compulsiva visibile e, in questo caso, la parte compulsiva diventa quella di cercare di trovare una risposta definitiva ad una domanda.

Nel DOC da relazione spesso la parte ossessiva si manifesta nella domanda: "Amo veramente il mio partner?". Il tentativo di risposta è la parte compulsiva, quella che abbassa temporaneamente il livello di ansia. Il tentativo di risposta può avere diverse manifestazioni: può essere di tipo "mentale", quindi il classico "rimuginio", per cui devo trovare la frase o il pensiero perfetto che dia ragione a ciò che sto pensando; di tipo più "corporale" per cui inizio a chiedermi se provare una certa sensazione può rassicurarmi sul fatto di amare (o non amare) una determinata persona.

O ancora ci sono tentativi di risposta che sono di tipo "comportamentale" come fare ricerche su internet per trovare risposte, o chiedere rassicurazioni a una persona esterna. Il classico esempio di tale comportamento è chiedere a un’amica: "Secondo te amo il mio ragazzo?". Ci sono poi richieste di rassicurazione più implicite, come chiedere: "Come hai fatto a capire che fosse la persona giusta da sposare?", dove stiamo chiedendo un'informazione ad un'amica, ma in realtà stiamo cercando una risposta per noi.

Un livello ancora più estremo di richiesta di rassicurazione è il mettere in atto un vero e proprio di tentativo di tradimento o tradimento vero, proprio come conferma o disconferma dei sentimenti che proviamo, ma è una versione abbastanza estrema e di norma non ci si arriva.

Il  concetto di base di tutti i DOC che rientrano nella macrocategoria di dubbio ossessivi o patologico (che non è una definizione riconosciuta a livello internazionale, ma si usa perché è abbastanza chiara), è che ho sempre una domanda a cui non trovo una risposta. La relazione è semplicemente l’argomento di una di queste tipologie di dubbio ossessivo, ma le tipologie sono infinite perché dipendono dalla nostra fantasia.

Come si fa a capire che si sta soffrendo di questo disturbo?

Alcuni aspetti comportamentali possono essere definiti come tratti, altri come disturbi. Se per esempio quando esci di casa chiudi il gas, non hai un disturbo ossessivo compulsivo, così come se ogni tanto ti dimentichi se hai chiuso o meno l'automobile: può essere un sintomo del DOC oppure nulla.

L'urgenza di dover agire a tutti i costi, può essere il segnale di un disturbo ossessivo compulsivo.

Quando ci accorgiamo di soffrire di un disturbo vero e proprio? Quando questo ci rende la vita difficile, quando non riusciamo a vivere una vita "normale" avendo sempre la mente affollata di pensieri, oppure quando si arriva ad avere attacchi di panico correlati a un certo tipo di pensieri, attacchi che possono essere i primi segnali di un DOC non diagnosticato.

Può trattarsi di un disturbo quando sentiamo l'urgenza di dover agire: poniamo, per esempio, che una donna esca di casa e vedendo un uomo che le interessa, pensi di essersene innamorata e di voler di conseguenza lasciare il suo compagno. Se c'è questa urgenza di agire davanti a una condizione che di per sé non meriterebbe un’urgenza, allora probabilmente si tratta di un disturbo. L'elemento dell’urgenza è tipico dei disturbi ossessivo compulsivi cosi come un andamento altalenante, fatto di periodi in cui va tutto bene e altri in cui va tutto male.

Si può arrivare anche a lasciare il partner?

Purtroppo sì. Un altro elemento ricorrente in queste storie sono i tira e molla continui. Mi è capitato spesso di sentire pazienti che tra una seduta e l’altra, nello spazio di due settimane, hanno lasciato il partner e ci sono tornati insieme; è un atteggiamento tipico, ovviamente con una grande sofferenza da parte del partner che dall’altra parte, non capendo cosa sta succedendo, porta avanti comunque questa situazione.

Esistono più tipologie del DOC da relazione?

Sono state standardizzate tre principali macrocategorie: il tema dell’amore verso il partner che dà spazio a domande come: "Lo amo o non lo amo?"; l’appropriatezza della relazione che dà spazio a domande come: "È la persona adatta a me o no? È bello o non lo è abbastanza?"; l’amore del partner che dà spazio a domande come: "Mi ama o non mi ama?".  Quest'ultima categoria solitamente non arriva troppo spesso a chiedere aiuto perché viene spesso confusa con una forma di gelosia perché si focalizza su quello che prova l’altro.

Queste sono le macrocategorie che sono state standardizzate da un punto di vista di ricerca. Se invece vogliamo vedere i punti su cui ci si focalizza ci sono: l’aspetto fisico, il fatto di notare i difetti o di vedere lo stesso aspetto fisico prima come un difetto, poi come un pregio, o in modo neutro. Si parla anche di piccole asimmetrie del viso, come la distanza degli occhi o la forma della bocca, o ci si focalizza anche su minimi dettagli o aspetti del comportamento. Non a caso, tipico dell’atteggiamento ossessivo è quello di scomporre le cose in frammenti, di non  vedere l'insieme, ma le singole parti. Un esempio è pensare che, siccome il partner non ha risposto a un messaggio, ciò significa che non mi ama.

Questo disturbo può comparire all'improvviso?

Dipende da una serie di fattori: tendenzialmente quando c’è un DOC di qualunque tipo, è sempre bene andare a controllare se ci sono altri tipi di DOC attivi o se ce ne sono stati.

È un tipo di disturbo che di solito arriva in adolescenza o nella prima età adulta. Se arriva a una persona di 45 anni che non ha mai avuto una tendenza al controllo, nessun pensiero intrusivo e nessun dubbio ossessivo, è insolito che abbia sviluppato un problema del genere; diversamente se succede a una donna di 20 anni è più probabile che si tratti di un DOC perché l'età di esordio del disturbo può andare dalla prima adolescenza, se non addirittura qualche anno prima, non ovviamente nell'ambito delle relazioni sentimentali, ma magari nella forma di un controllo ossessivo degli interruttori, o di altri piccoli comportamenti che possono essere normali o segni di un disturbo ossessivo compulsivo.

Quindi è più facile che una persona abbia sempre avuto, per esempio, un DOC da pulizia, per cui se non è tutto pulito ho una crisi, o magari un vero proprio attacco di panico, e delle relazioni sentimentali in cui va tutto bene, ma che ad un certo punto sviluppi in una delle relazioni le tipiche manifestazioni da DOC da relazione. Allora sì, questo disturbo da relazione è comparso, ma era in qualche modo latente.

Come si può guarire?

Ci sono una serie di cose da fare quando si tratta di affrontare un problema di qualunque tipo, almeno a mio avviso: dobbiamo individuare le cose che lo fanno persistere o peggiorare, e individuare gli strumenti che ci possono invece aiutare a risolverlo.

Si tratta di agire su due fronti: il primo fronte è evitare che la situazione peggiori, quindi evitare i classici comportamenti che portano a un peggioramento: le ricerche su internet, la ricerca di rassicurazioni, fare controlli. Sono tutti comportamenti che peggiorano la situazione perché si può essere bravissimi a risolvere un problema, ma se nel frattempo lo si fa peggiorare, si resta sempre fermi allo stesso punto.

"Se il pensiero è ossessivo, lo è perché cerchiamo di non pensarci, è la sua caratteristica".

E poi ci sono le tecniche che si applicano invece sulle dinamiche proprie del problema, quindi non solo per evitare che questo peggiori, ma per tentare di smontare il circolo vizioso che si è creato. Nel mio caso il meccanismo principale che consiglio di mettere in atto è quello di accettare un'incertezza, quindi non cercare di avere la risposta definitiva a quel tipo di domanda, non dover essere sicuro, per esempio, di amare il proprio partner al cento per cento. Devo farmi andare bene che non posso saperlo al 100 per cento. Sembra una cosa abbastanza contro intuitiva, ma in realtà è l'unica cosa che possiamo fare in queste circostanze. Poi ci sono specifiche tecniche per arrivare ad accettare questa specifica cosa, quindi rompere proprio il meccanismo ossessivo che si crea.

Il fatto di dire "non ci devo pensare" è di per sé fallimentare, perché ricalca il meccanismo di persistenza del problema. Quindi diventa più logico non rispondere alla domanda, cioè ci penso, riconosco di avere questo pensiero, ma deciso volontariamente di non rassicurarmi, di non rispondere alla domanda.

Molti psicologi ancora non riconoscono il DOC da relazione…

Come classificazione il DOC da relazione è recente, ma se facciamo un passo indietro, senza guardare la denominazione di DOC da relazione, ma ragioniamo sul DOC e sul dubbio patologico o ossessivo, questa categorizzazione esiste da molto prima; ora il problema è che se una persona arriva con un dubbio ossessivo su un tema particolarmente insolito, per esempio, potrebbe arrivare una persona che non sa se è sveglio o se sta sognando: una domanda del genere è abbastanza semplice da non assecondare, perché è abbastanza evidente che si tratta di una domanda che non ha una risposta di fatto perché rispondendo, ci infileremmo nello stesso circolo vizioso della persona e non ne usciremmo fuori .

Ma che succede se la domanda sembra legittima? Se una persona rivolgendosi a uno psicologo chiedesse: "Amo o no mia moglie ". Questa è una domanda molto più facile da prendere per  buona, perché succede tutti i giorni che le persone mutino i propri sentimenti verso un'altra persona. È abbastanza usuale e realistico come tema, tanto da essere preso in considerazione come tale, ed è questo che lo rende difficile da individuare.