Sei in forte sovrappeso? Potresti essere più incline a dire bugie

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Uno studio europeo condotto su 150 volontari e a cui ha partecipato anche l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche, mette in correlazione l’obesità con la tendenza a dire bugie.
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Gaia Cortese 15 Agosto 2020

In un primo momento può sembrare uno studio un po’ stravagante, ma da sempre ci chiediamo come mai alcune persone tendano a mentire più delle altre, perché non provare ad associare la tendenza a dire bugie con quanto (e quando) mangiamo?

Secondo uno studio pubblicato su Scientific Reports, condotto dal Joint Research Center della Commissione Europea e dal Gate-Lab del Cnr francese, e a cui ha partecipato l'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc), potrebbe esistere un’influenza del metabolismo sulla propensione a dire bugie.

Gli studiosi hanno reclutato 15 volontari e hanno dimostrato che la propensione a dire il falso dipende in parte dai livelli di glucosio nel sangue e che potrebbe esserci un legame con l’obesità. Nello specifico, i partecipanti che avevano un indice di massa corporea sotto 25, e in particolare le donne, si sono dimostrati più onesti dopo aver fatto colazione.

L’esperimento prevedeva che ciascun partecipante ricevesse un bicchiere coperto con un dado a 3 facce colorate all’interno. I partecipanti avrebbero ricevuto una ricompensa differente a seconda del colore comunicato: 3 euro se fosse uscito rosso, 1 euro se giallo, nulla se blu. Metà dei volontari ha tirato il dado prima di fare colazione in laboratorio, mentre l’altra metà subito dopo averla fatta.

In pratica, ogni partecipante aveva la possibilità di barare perché era l’unico a conoscere quale colore fosse uscito, ma poiché ogni colore ha un terzo di probabilità di uscire, ogni variazione da questa percentuale portava a pensare che possa essere stata raccontata una bugia.

"Ad oggi, sappiamo che i cambiamenti dello status energetico a breve termine, come quelli indotti dal digiuno o dalla sazietà, e quelli a lungo termine, come quelli associati all'obesità, possono influenzare una vasta gamma di processi cognitivi, quali memoria, attenzione, propensione al rischio e autocontrollo. Quest’ultimo è un elemento centrale per la capacità di compiere scelte etiche e morali – ha spiegato Eugenia Polizzi, ricercatrice Cnr-Istc e prima autrice dello studio -. Se brevi cambiamenti nello status energetico incidessero sulla propensione a mentire, ci aspetteremmo che i soggetti a digiuno mentano più di quelli sazi, indipendentemente dalla situazione energetica globale.

"Tuttavia, i risultati forniscono solo un supporto parziale a questa previsione – continua la ricercatrice-. Infatti, solamente i soggetti con indice di massa corporea sotto 25, e in particolare donne, hanno dimostrato di essere più onesti dopo aver fatto colazione. Al contrario, si stima che quando la bugia serviva a evitare di riportare il colore blu associato a zero ricompense, più dell’80% dei soggetti obesi abbia mentito, indipendentemente dalla colazione. Questo dato ci dice che la condizione di obesità potrebbe essere associata ad una difficoltà a gestire potenziali perdite".