Storico accordo all’Onu: entro il 2024 sarà firmato un trattato internazionale contro l’inquinamento da plastica

L’Assemblea Onu sull’Ambiente di Nairobi ha deciso: entro il 2024 verrà firmato un trattato internazionale contro l’inquinamento da plastica. Una decisione attesa e importante, di fronte all’enorme impatto nell’aria e nei mari di questo materiale. “Con questa risoluzione siamo ufficialmente sulla buona strada per una cura di questa epidemia”, ha dichiarato il ministro norvegese per il clima e l’ambiente, Espen Barth Eide.
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Michele Mastandrea 3 Marzo 2022

Per il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si tratta “dell’accordo più importante in materia ambientale dopo quello di Parigi sui cambiamenti climatici”. Per i partecipanti all’Assemblea dell’Onu sull’Ambiente di Nairobi è “un giorno che entrerà nei libri di storia”. Stiamo parlando della decisione presa nella capitale del Kenya dai delegati di 175 paesi da tutto il mondo: entro il 2024 verrà siglato un trattato internazionale per contrastare l’inquinamento da plastica.

La prima cosa che devi sapere è che il trattato sarà legalmente vincolante: questo significa che ci saranno sanzioni per chi non ne rispetterà i termini. Si occuperà di tutto il ciclo della plastica: dalla produzione alla progettazione, dalla messa in commercio allo smaltimento. Obiettivo, ridurne drasticamente il consumo, soprattutto a livello di monouso, e riciclare il più possibile quella che dovremo necessariamente continuare a utilizzare. Serve accelerare: attualmente, delle 460 milioni di tonnellate di plastica prodotte ogni anno, meno del 10% viene riciclato.

Obiettivo 2024

Ma quale sarà la tabella di marcia per raggiungere questo importante risultato? Entro la fine del 2022 inizieranno i lavori di un Comitato Negoziale Intergovernativo, che entro il 2024 dovrebbe produrre una bozza di trattato. Questo, a sua volta verrà ratificato da una nuova sessione dell’Assemblea Onu per l’Ambiente. Nel frattempo, ogni ulteriore passo avanti a livello singolo non sarà ovviamente ostacolato: provvedimenti come la direttiva sulla Single Use Plastic dell'Unione Europea saranno anzi incentivati.

"Sullo sfondo delle turbolenze geopolitiche, l'Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente mostra il meglio della cooperazione multilaterale", hanno affermato la presidentessa dell’Assemblea, Inger Pedersen e il ministro norvegese per il clima e l'ambiente, Espen Barth Eide. “L'inquinamento da plastica è diventato un'epidemia. Con la risoluzione di oggi siamo ufficialmente sulla buona strada per una cura”, hanno aggiunto i due.

La (grave) situazione attuale

Utile ripetere ancora una volta l’importanza di intervenire sul tema. L'estrazione di fonti fossili per la produzione di plastica ha impatto sui territori e sull'atmosfera. La plastica non riciclata, una volta bruciata in inceneritori o termovalorizzatori, contribuisce fortemente all’inquinamento atmosferico.

Inoltre, la sua diffusione nei mari ha raggiunto livelli di guardia, toccando gli 11 milioni di tonnellate all’anno. Mettendo così a rischio la sopravvivenza di più 800 specie marine, che la ingeriscono sotto forma di microparticelle. E secondo alcune previsioni, in mancanza di azioni concrete la quantità di plastica negli oceani nel 2050 sarà quattro volte superiore a quella attuale. Per questo la notizia di Nairobi è di quelle che fanno ben sperare: ora l'importante è che i lavori procedano senza esitazioni.