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Superbonus: modifiche, proroghe o cancellazione? Ecco cosa potrebbe cambiare per il 2024

Manca sempre meno alla manovra di bilancio del governo e il tema più discusso dell’esecutivo sembra essere ancora il Superbonus. Ecco quello che Ministro dell’Economia e Presidente del Consiglio stanno pensando di attuare per evitare un grande impatto sui conti pubblici. Tutti i dettagli di un nuovo Superbonus 2024.
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Mattia Giangaspero 5 Settembre 2023

Il governo ha bisogno di soldi, questo ormai è evidente e viene esplicitamente dichiarato da fonti ufficiali, da chi è ministro (Giorgetti: "mi viene il mal di pancia") e da chi è il Presidente del Consiglio, appunto da Giorgia Meloni. La Premier a fine agosto ha lavorato direttamente con il Ministero dell'Economia per presentare la prima bozza ufficiale della manovra di bilancio di fine anno. Bozza che si chiama Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) e che deve essere pubblicata entro la fine del mese di settembre. E nei primi colloqui si è subito capito come senza soldi necessari alla manovra di bilancio la Premier non è in grado di promettere ciò che ha sempre espresso ai suoi elettori e ciò che ha sempre comunicato in questo quasi primo anno di governo e ciò che ha promesso o deve concedere agli altri due partiti di maggioranza (Lega e Forza Italia). Per questo motivo si stanno studiando i vari tagli da poter fare per racimolare ancora qualche euro in più.

Uno di questi tagli quale può essere? Sembra che il Superbonus sia oggetto di studio in questo momento all'interno del governo, visto che potrebbe garantire un risparmio che va ben oltre il "qualche euro in più". All'interno dello stesso governo però c'è chi vorrebbe continuare con la proroga istituita per i condomini a marzo 2023 e chi vorrebbe modificarne ancora la sua portata economica. Infine aleggia anche una possibilità di cancellazione definitiva. Infatti dopo la pioggia di critiche fatta da questo governo al precedente riguardo ai buchi di bilancio generati propio dal Superbonus, l'unica soluzione sembrerebbe quella di sbarazzarsene definitivamente. Quindi cosa potrebbe cambiare per chi ha da poco iniziato i lavori oppure vuole iniziarli adesso? E in futuro senza Superbonus, quali agevolazioni restano per la casa?

Bonus e agevolazioni per la casa: senza il Superbonus quali restano?

Dopo l'approvazione definitiva della norma europea sulle Case green, l'obiettivo degli esecutivi nazionali dei Paesi membri è quello di presentare un piano di incentivi o pacchetti di agevolazioni per migliorare l'efficientamento energetico degli immobili. Efficientamento che deve permettere anche il salto di classe energetica. 

Attualmente, escludendo il Superbonus, per le case o gli immobili esistono molte agevolazioni e sono:

  • Bonus barriere architettoniche
  • Bonus verde
  • Bonus acqua potabile
  • Bonus ristrutturazione
  • Bonus mobili
  • Ecobonus
  • Sismabonus

Per scoprire nel dettaglio come procedere per ottenerli e a quanto ammontano le agevolazioni abbiamo scritto un articolo d'approfondimento su bonus e case green. 

Superbonus, chi ha ancora i requisiti per ottenerlo?

Facciamo adesso un recap di quel che è il Superbonus, di chi ne ha diritto e soprattutto quali requisiti bisogna avere.

Ad averne diritto sono i condomini; le persone fisiche e la sua validità scade il 1 gennaio del 2026. Inoltre per quanto riguarda le sole persone fisiche, esse hanno diritto a utilizzare le detrazioni per un numero massimo di due unità immobiliari.

Attualmente, le percentuali di risparmio sono le seguenti: il 110% di detrazione spetta alle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023dal 2024, poi, la detrazione si riduce al 70%, per poi toccare il 65% nel 2025.

Il 110% entro la fine quest'anno però non è garantito a tutti, anche perchè lo stesso Superbonus è stato modificato dalla scorsa manovra di bilancio, passando dal 110 al 90%  e quindi la detrazione massima può essere ottenuta ancora solo dai condomini che hanno deliberato i lavori entro il 18 novembre del 2022 o per le persone fisiche che hanno presentato la Cila entro il 31 dicembre del 2022. Due occasioni, quindi, entrambe sfumate per i nuovi cantieri. Per chi non ha colto l'occasione, la detrazione scende per tutto il 2023 al 90%, per poi arrivare al 70% nel 2024 e, nel 2025, al 65%.

Per quanto riguarda le villette invece, coloro che entro il 30 settembre 2022, hanno almeno svolto il 30% dei lavori, la detrazione resta al 110% sulle spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. In caso contrario la detrazione del 110% spetta solo per le spese sostenute fino al 30 giugno 2022. L’effettiva esecuzione del 30% dei lavori si dimostra attraverso una dichiarazione scritta prodotta dal direttore dei lavori “basata sulla documentazione in suo possesso”. Senza questa dichiarazione scritta l'agevolazione passerebbe dal 100% al 90%.

Superbonus, tutte le ipotesi di modifiche nella manovra di bilancio 2024

Adesso arriviamo a ipotizzare quel che sarà il Superbonus nel 2024, si presume definitivo (almeno con questo governo). Si sta discutendo molto sul Superbonus perchè il problema principale sono i conti dello Stato e nonostante le modifiche attuate dal Governo Meloni per ridurre l'incentivo e "evitare meno perdite", da marzo ad agosto 2023, quindi in appena cinque mesi, sono emersi circa 35 miliardi di crediti ceduti o scontati in fattura dalle imprese.

E poi, il Superbonus non è l'unica agevolazione per le case che il governo potrebbe pensare di modificare, visto che tutti gli altri bonus sono comunque costati molto. Esempi?

Il bonus facciate introdotto nel 2020, al 90%, doveva costare 5,9 miliardi, ma ne sta costando 26. Per il Superbonus 110% si prevedeva una spesa di 35miliardi, ma secondo gli ultimi dati forniti dall'Enea si va verso i 100.

Il problema riguarda anche la fetta di pubblico a cui è rivolto, o meglio la fetta di case. Grazie al Superbonus, fino a oggi sono stati migliorati 442mila edifici e se considerata singolarmente è un gran numero di immobili. Però… rispetto a tutti gli immobili da riqualificare presenti in Italia quanti sono 442mila edifici? Solo il 3% ed infatti i benefici sono stati modesti. Con il Superbonus si è generato +1,2 punti di Pil nel 2021, +0,7 per cento nel 2022 lo scorso anno e addirittura un punto in meno nel 2023.

Ora la riforma pensata dal governo prevede molte più aliquote di detrazione e queste aliquote dipenderanno dai miglioramenti che otterrà l'edificio con i lavori. La durata di questo incentivo poi avrà una valenza decennale così da poter permettere a tutti di entrare nel "sistema Case Green 2033" introdotto dall'Europa.

Ecco quali potrebbero essere i lavori per ristrutturare casa inclusi nel nuovo Superbonus:

  • L’isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate su edifici esistenti
  • Sostituzione degli impianti di climatizzazione, con impianti a condensazione di classe A o pompe di calorecon impianti ibridi o geotermici
  • Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda sanitaria
  • Incremento dell'efficienza e riduzione dei consumi idrici
  • Installazione di infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici
  • l’installazione di finestre comprensive di infissi
  • porte di ingresso
  • porte e portoni da garage
  • tende solari

Ovviamente visto che il pacchetto di bonus avrà validità decennale, gli interventi di ristrutturazione dovranno far raggiungere all'edificio in questione almeno la classe energetica D o migliorare di due classi se già in classe E o D. In caso contrario la detrazione sarà dell’80% per almeno un salto di due classi energetiche.

Superbonus, le ipotesi del governo per i redditi bassi

Si pensa che i lavori possano essere garantiti solo nelle prime case e nelle parti comuni degli edifici per le persone con un reddito non superiore a 50mila euro e per quelli in regime forfettario.

Invece per tutti coloro che hanno un reddito superiore agli 80mila euro l'aliquota passerebbe dal 90% al 40% di detrazione. Si sta valutando se mettere un tetto di reddito entro cui non poter più usufruire del bonus.

Per i "soggetti privi di capacità fiscale", invece, la detrazione si applica al 100 per cento. Si parla in questo caso di "Mutui verdi" per le opere di efficienza energetica e antisismica degli edifici residenziali, con lo Stato nel ruolo di garante del buon fine, nonché di sostegno, mediante accollo, in tutto o in parte della quota interessi.

La Storia del Superbonus e il famoso buco in bilancio 

Il Superbonus è un bonus edilizio, introdotto nel 2020 dal secondo governo Conte, con i voti del Movimento 5 Stelle, del Partito Democratico, di Italia Viva e di Liberi e Uguali. Alle origini, con il Superbonus lo Stato garantiva un rimborso ai cittadini di tutta l’intera somma spesa, più un bonus pari al 10 per cento. Il rimborso poi avveniva attraverso i crediti d’imposta: il cittadino poteva decidere se tenerli e pagare negli anni meno tasse; se cederli all’impresa edile e ricevere direttamente uno sconto in fattura; oppure se venderli a un istituto finanziario. Con il Superbonus il governo Conte aveva introdotto anche un’altra novità: la possibilità di cedere i crediti d’imposta o di fare ricorso allo sconto in fattura per quasi tutti i bonus edilizi.