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Case Green, arriva l’approvazione del Parlamento Europeo: obbligatoria la Classe energetica D entro il 2033

L’obbligo riguarderà tutti coloro che sono in possesso di immobili con classi energetiche più inquinanti, G e F. Dal 2030 gli edifici, anche quelli già esistenti, non dovranno più produrre sostanze nocive. Si tratta di un maxi-piano di ristrutturazione per tutti i Paesi membri. Il testo, l’analisi e le possibilità di salto energetico.
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Mattia Giangaspero 15 Marzo 2023

Non siamo ancora all'atto finale. Stiamo parlando da tempo di questo provvedimento dell'Unione Europea per riqualificare le case scaglionando in anni i salti di classe energetica che tutti gli edifici, pubblici e privati dovranno fare entro il 2050. Il progetto, se dovesse passare ufficialmente indicherà un cambio strategico per i Paesi membri molto importante nella lotta contro il cambiamento climatico, ma rischierà di essere un progetto anche molto diviso che potrebbe spaccare la comunità europea. Sì perchè ovviamente riqualificare e ristrutturare le abitazioni significa anche aumento della spesa per il cittadino. Maggiori costi in sostanza. L'Europa ha fatto sapere però che al progetto manca ancora una gamba: quella dei finanziamenti. L'Unione potrebbe prevedere di approvare, insieme al decreto Case Green anche un decreto applicativo, di soli incentivi, che possono essere usufruiti dai residenti europei. Altra ipotesi, invece, è che la stessa Europa sempre, inizi a stanziare dei fondi rivolti ai singoli Paesi membri, che a loro volta formeranno un pacchetto di norme di incentivi o agevolazioni fiscali. Insomma, comunque dei fondi dovrebbero arrivare. Nessuno ristrutturerà casa per ottenere il salto energetico senza usufruire di un minimo di nuovi incentivi. Il governo italiano, mese dopo mese, sta ritoccando e rimaneggiando il Superbonus, ma ancora non ha completato la sua azione di revisione. Con l'occasione di una possibile approvazione della norma europea, potrebbe esserci una novità in tal senso.

Il voto di Strasburgo

Il teso è stato approvato martedì 14 marzo dal Parlamento Europeo ed è passato con 343 sì, 216 no e 78 astenuti. Si tratta dello stesso testo di cui ti avevamo parlato (qui) l'ultima volta? Sì è lo stesso che è passato al vaglio, qualche settimana fa, anche dalla Commissione Industria. Si  prevede quindi che tutti gli edifici residenziali raggiungano la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033. Ovviamente la priorità per l'Europa sarà quella di far fare il salto di classe energetica a tutti gli edifici più energivori e che quindi si trovano ad avere una classe energetica G. Si tratta del 15% di quelli presenti sul territorio Europeo. Invece in Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali su un totale di 12 milioni censurati dall'Istat.

La misura però impatterà anche sugli edifici non a uso residenziale e questa volta ci sarà una specifica rispetto a quanto ti avevamo raccontato (qui)dell'obbligo di riqualifica entro il 2027. Le date infatti sono due. A partire da gennaio del 2026 scatta l’obbligo di realizzare i "Zeb – zero emission buildings" per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici. Per gli altri edifici non a uso residenziale la scadenza slitta al 2028.

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Fonte: Consilium Europeo
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Fonte: Consilium Europeo

Il contenuto del testo e gli obblighi da rispettare

Il testo, nello specifico, parla degli impianti solari che diventeranno obbligatori in tutti i nuovi edifici pubblici e i nuovi edifici non residenziali. A partire dal 31 dicembre 2026, l’obbligo scatterà su tutti gli edifici pubblici e sugli edifici non residenziali esistenti. L'iter complessivo si concluderà a fine 2032 quando l’obbligo scatterà per tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazioni. Concludendo il discorso per gli edifici non residenziali, questi dovranno ottenere la classe D entro il 2030, quindi tre anni prima rispetto a quelli adibiti ad abitazione.

L'agevolazione della caldaia diventa un rebus

Anche in questo caso, avevamo già parlato (qui) dell'agevolazione per l'acquisto di caldaie. Questa dovrebbe scadere dal 2024, in quanto l'Europa non considera gli impianti di riscaldamento a caldaie a gas come riqualificazione energetica. Però la stessa agevolazione per le caldaie resta quando si parla di "caldaie ibride", quindi pompa di calore e caldaia a condenszione e ovviamente per caldaie con combustibili rinnovabili, quindi idrogeno e biometano.

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Le esclusioni e le valutazioni

Dalla direttiva verranno esclusi tutti gli edifici dal valore storio e architettonico, tutti i luoghi di culto, ma anche le seconde case che vengono utilizzare per meno di quattro mesi all'anno e gli immobili autonomi con una superficie calpestabile inferiore ai 50 mq. È stata prevista anche una clausola da parte della Commissione Europea: 

I Paesi membri potranno chiedere alla Commissione di adattare i target europei per particolari categorie di edifici residenziali, per ragioni di fattibilità tecnica ed economica

L'eventuale clausola se sarà richiesta dall'Italia inciderà su 2,6 milioni di edifici.

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Fonte: Consilium Europeo

Il report sulle case europee

Gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas serra sul territorio europeo. Pensa,  gli edifici rappresentano il 40% del consumo di energia finale e  rappresentano il 36% delle emissioni di gas a effetto serra legate all'energia. Inoltre, il 75% degli edifici è inefficiente dal punto di vista energetico. L’edilizia è, quindi, il settore che consuma la quota più consistente di energia e che offre il maggior potenziale di risparmio energetico.

Case Green: le date di scadenza

Partiamo dal 2027. In quell'anno tutti gli edifici non residenziali dovranno rispettare un nuovo parametro di classe energeticache non potrà essere inferiore alla classe E. Per questo motivo, gli edifici pubblici con classi inferiori (F o G) dovranno essere soggetti a riqualificazione. In realtà, però, la Commissione Europea ha stabilito solo gli obiettivi minimi da raggiungere nei vari Stati membri.

Nel report conclusivo europeo infatti si parla di rinnovare "almeno il 15%" del patrimonio edilizio e non il 100%. Bruxelles non ha rilasciato, poi, indicazioni su come, e se, sanzionare gli Stati che non riusciranno a raggiungere gli obiettivi. Allo stesso tempo, non ha indicato quali incentivi siano utili per stimolare le ristrutturazioni (esempio il Superbonus italiano). Ciascuno Stato è libero anche da questo punto di vista.

Nel 2030, invece come avrai potuto intuire, toccherà agli edifici residenziali. Stesso parametro energetico e identica percentuale minima  (15%) d'obiettivo. La classe energetica dovrà essere "E" per tutti quegli edifici residenziali, all'interno del territorio europeo, che hanno classi inferiori (F o G).

Nel 2033 sarà previsto un nuovo avanzamento dei lavori, senza fare distinzioni. Tutti gli edifici residenziali e non, dovranno garantire una classe energetica D.

Il 2040 sarà l'anno del check possiamo dire. Infatti per questa data è stato fissato, da ciascun Paese, il livello per cui tutto il parco immobiliare presente nel proprio territorio possa garantire, nei dieci anni successivi, di arrivare a emissioni zero.

Nel 2050 si prevedono la fine dei lavori. L'Unione Europea ha fissato la data finale, entro la quale tutti gli edifici esistenti dovranno avere un impatto negativo pari a zero sull'ambiente.

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Fonte: Consilium Europeo

Ridurre i consumi? Ecco come fare

Quando si parla del salto di classe energetica, si fa fatica a tenere bene a mente di quant'è la reale riduzione di consumi da effettuare. Gli interventi che assicurano il passaggio di classe, comprendono l’installazione di schermature solari, la sostituzione degli infissi, la coibentazione dei cassonetti, l’installazione di un impianto termico più efficiente e la gestione dei consumi con sistemi domotici.

Parlando nel concreto per passare alla classe energetica E, bisogna ridurre i consumi del 25%. In questo caso l'intervento da dover attuare per effettuare il passaggio è la sostituzione della caldaia che da gasolio deve diventare a metano.

Identica percentuale per passare alla classe D, la quale necessita di un nuovo tipo di riscaldamento, per esempio a pavimento, oppure di una produzione energetica autonoma con l'istallazione di un impianto fotovoltaico. La classe B invece necessita di lavori di ristrutturazione esterni dell'immobile. Si devono isolare correttamente tutte le serramenti e produrre acqua calda da panelli solari.

Per quanto riguarda la classe A, non si possono non citare la costruzione nel rispetto delle norme antisismiche, l'isolamento termico con un cappotto termico spesso 10 centimetri e il ricorso ad un impianto di riscaldamento ad alta efficienza.