TMA o Terapia multisistemica in acqua: cos’è e a chi è consigliata

Le pratiche qui descritte non sono accettate dalla scienza medica, non sono state sottoposte a verifiche sperimentali condotte con metodo scientifico o non le hanno superate. Queste informazioni hanno solo un fine illustrativo.
Un metodo per costruire una relazione tra bambino affetto da autismo o altri disturbi neurologici e l’operatore in acqua. La TMA (o terapia multisistemica in acqua) sviluppata su un metodo ideato da due psicologi e psicoterapeuti, lavora sulla sfera emozionale, migliorando l’adattamento alle situazioni e la capacità di comunicazione del bambino.
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Gaia Cortese 5 Aprile 2019

Chi non sa che l’acqua fa bene, anzi, è indispensabile per il nostro organismo? Te lo hanno ripetuto in ogni maniera: bere due litri di acqua è fondamentale per la tua salute. Ma non viene detto con altrettanta insistenza quanto l’acqua faccia bene a livello psicologico. Mi spiego meglio. La sensazione di benessere che puoi provare nel tuffarti in mare o durante la tua ora di nuoto in piscina è un effetto generato dal contatto con l’acqua. L’acqua ha un effetto positivo sulle nostre emozioni. E quando viene in aiuto a un disturbo dello sviluppo neurologico come per esempio l’autismo, allora diventa una vera e propria terapia.

Cos’è la terapia multisistemica in acqua (TMA)

La terapia multisistemica in acqua, o TMA, ideata dai due psicologi e psicoterapeuti, Giovanni Caputo e Giovanni Ippolito, utilizza l’acqua per attivare emozioni e reazioni motorie in bambini e ragazzi con disturbi della comunicazione, problemi di relazione e autismo. La terapia multisistemica in acqua utilizza le capacità e le tecniche natatorie acquisite durante il percorso per migliorare il processo di socializzazione del bambino, così come la sua integrazione nel gruppo. È indicata per bambini e ragazzi affetti da autismo, ma anche per chi è affetto da disturbi dello sviluppo più in generale (ritardo motorio, ritardo mentale, disturbo dell’attenzione e iperattività, fobia dell’acqua, sindrome di Down, psicosi, etc.).

Autismo e TMA

Sul Journal of Autism and Developmental Disorders, prestigiosa rivista scientifica internazionale per l’autismo, è stato pubblicato uno studio sull’efficacia della terapia multisistemica in acqua nel trattamento dei bambini affetti da autismo. I risultati della ricerca hanno evidenziato come un programma di intervento della durata di almeno 10 mesi sia in grado di produrre miglioramenti significativi rispetto a un gruppo di bambini con autismo che non hanno preso parte al trattamento. I miglioramenti sono stati rilevati in differenti ambiti del funzionamento adattivo: i bambini sottoposti alla terapia multisistemica in acqua non solo sono migliorati nella coordinazione dei movimenti compiuti in acqua, ma hanno mostrato miglioramenti significativi nell’adattamento alla situazione, nell’espressione delle loro emozioni, nella capacità di adattamento ai cambiamenti e nel livello di attività generale, tutte abilità misurate con appropriati strumenti formalizzati.

Il parere dell’esperto

Abbiamo incontrato Giovanni Caputo, psicologo e psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale, nonché ideatore del metodo TMA insieme a Giovanni Ippolito: "La terapia multisistemica in acqua metodo Caputo Ippolito è nata piu di vent’anni fa. Ci siamo accorti di come attraverso l’acqua il bambino si attivi di più e sia in grado di ascoltare meglio, proprio come se uscisse da quella "bolla" determinata dalla patologia stessa. Il bambino emerge da questa bolla proprio perché si attiva il sistema dell’attaccamento verso l’operatore e si strutturano vari aspetti legati alla sfera relazionale. Con questo metodo si aumenta l’autostima del bambino, si costruisce una relazione con l’altro: è un percorso particolare in acqua perché attiva qualcosa di primordiale, che inizialmente può essere un'emozione di paura o al contrario di felicità nei confronti dello stare in acqua. Nel tempo abbiamo strutturato il percorso terapeutico. Lo scopo è quello di lavorare sulla relazione tra bambino e operatore, che può essere anche un istruttore di nuoto sempre e comunque affiancato da uno psicologo. Ad oggi in Italia sono 5.000 i bambini che seguono questo metodo terapeutico, mentre all'estero ci stiamo occupando di organizzare seminari e corsi di formazione".