Tutte le partite in ballo della prossima Cop27, tra giocatori mancanti e goal da portare a casa

Grandi preparativi per uno degli eventi istituzionali più attesi dell’anno, almeno per quanto riguarda il clima, il supporto ai Paesi in via di sviluppo e la tutela degli ecosistemi. Ma le premesse non sono le migliori, quali sono gli obiettivi su cui le Nazioni Unite sperano di avere una svolta?
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Francesco Castagna 4 Novembre 2022

In Egitto dal 6 al 18 novembre 2022 si terrà un mondiale molto importante, e non stiamo parlando di calcio. La Conferenza delle Parti di Glasgow (UK) darà il cambio a Sharm el-Sheikh, in Egitto, che dovrà dimostrare di fare meglio della Cop26.

Al momento però, ci sono alcuni segnali negativi che fanno presagire come l'evento di quest'anno parta più in difesa dei risultati ottenuti nella Cop26: la Russia attualmente non parteciperà, un "no" secco è arrivato anche da Greta Thunberg, il re Carlo III d'Inghilterra non parteciperà -anche se di recente il neo premier Rishi Sunak ha comunicato che prenderà parte ai lavori, dopo un primo rifiuto- ma ha fatto sapere che terrà una pre-conferenza a Buckingam Palace. Non è ancora certo se la Cina farà parte della manifestazione, molto probabilmente, comunque, manderà un delegato.

Una Cop che si apre già senza la presenza di attori fondamentali per la lotta contro il cambiamento climatico. La Conferenza delle Parti non avrà solo il ruolo di guidare le Nazioni Unite verso una giusta transizione, ma sarà soprattutto l'occasione per ridiscutere gli interi modelli produttivi, e le soluzioni per salvaguardare le società sostenibili e resilienti al clima, in modo da non lasciare indietro nessuno.

Come abbiamo ricordato in più occasioni, lo scopo principale delle Cop è quello di trovare le migliori soluzioni possibili per mantenere l'aumento della temperatura globale entro 1.5° C, attualmente le temperature sono salite di 1.1°C. Il nostro obiettivo è quello di mantenere fede agli Accordi di Parigi del 2015. Se infatti non dovessimo riuscirci, l'IPCC ci ha avvertito che metà della popolazione mondiale potrebbe essere esposta a una serie di disastri climatici che metterebbero a rischio la vita umana, e non solo.

Il risultato al momento non è quello sperato, secondo l'ultimo report IPCC sulle emissioni di gas inquinanti infatti "Viaggiando a questi ritmi la situazione è allarmante: le politiche dei governi internazionali prevedono un aumento a 2,8°C entro il 2100″. Per dirla in breve, obiettivi troppo timidi e il lassismo dei governi internazionali ci stanno portando verso conseguenze irreversibili.

Due settimane sono un tempo ragionevole per poter affrontare le principali sfide globali, ma il governo egiziano sarà in grado di arbitrare correttamente questa partita? Solo 25 Paesi hanno presentato un piano. I risultati da portare a casa sono sostanzialmente questi, fissati dalla presidenza egiziana:

  • attuazione degli Accordi di Parigi e del Patto di Glasgow, mitigazione delle temperature e revisione dei Piani nazionali per contrastare gli effetti del cambiamento climatico
  • progressi per quanto riguarda un piano di adattamento ai cambiamenti climatici
  • passi in avanti nella realizzazione di un fondo da 100 miliardi di dollari annui entro il 2030
  • promuovere la collaborazione tra governi, settore privato e società civile

A queste quattro grandi sfide se ne aggiunge un'altra, che è più immediata e riguarda i Paesi in via di sviluppo: il fondo Loss and Damage, che servirebbe per intervenire sulle perdite che si verificano in questo momento, su patrimoni materiali e non. Se la Conferenza andrà bene o meno dipende da un fattore: se i Paesi sviluppati capiranno l'importanza di questo fondo.