Siamo abituati a pensare alle piante come esseri incapaci di esprimersi e di comunicare, ma in realtà non è così; anzi sono in grado sia di comunicare tra di loro che con noi essere umani, solamente utilizzando un "linguaggio" diverso dal nostro.
Le piante infatti parlano e sfruttano vari elementi naturali per farlo. Ci sono 3 generi di comunicazioni che attuano. Una comunicazione per il trasporto di sostanze e quindi diretta ad altre piante e/o alberi; una comunicazione per far capire in che stato di salute si trovano, quindi a noi e una comunicazione diretta agli insetti, soprattutto alle api. Vediamo adesso in che modo
Il tronco, i rami, le foglie proiettate verso il cielo. Il cuore pulsante di una pianta però non sta lì in alto come potresti pensare, ma nel terreno. Sottoterra. Mi riferisco a quel groviglio di radici, funghi e microrganismi che la scienza ha ribattezzato Wood Wide Web.
Non sbagli, l’assonanza non è causale. Proprio come il World Wide Web, la rete internet che connette miliardi di persone sul Pianeta, il Wood Wide Web è un’infrastruttura infinitamente complessa che corre nel sottosuolo e unisce tra loro le piante all’interno di un continuo sistema di comunicazione e scambio di acqua, nutrienti e informazioni. Una rete di condivisione e cooperazione senza cui il mondo naturale probabilmente non sopravviverebbe.
Le piante grazie alle loro radici sono in grado di trasferire tra loro anche di altri nutrienti come l’azoto, il fosforo e l’acqua.
Questa scoperta è stata fatta nel 1990 da Suzanne Simard una scienziata canadese e se vuoi approfondire te ne parliamo anche in questo articolo in modo dettagliato.
Secondo uno studio in via di pubblicazione sulla rivista scientifica "Cell", le piante sottoposte a stress “piangerebbero” esattamente come altri esseri viventi. La scoperta è stata fatta da alcuni ricercatori dell’Università di Tel Aviv che hanno monitorato con dei microfoni l’attività di una pianta di tabacco ed una di pomodoro. Le piante dunque non "soffrirebbero" in silenzio e i loro suoni, seppur non udibili dall’orecchio umano, potrebbero essere captati da alcuni animali.
Piante e api si parlano. Hai capito bene. Il "bzz bzz" che senti quando si avvicina uno di questi insetti per te è solo un rumore, magari fastidioso, per un albero è il segnale che deve preparare il suo nettare. A scoprirlo è sempre stato il team di ricercatori di Tel Aviv.
Attraverso un esperimento hanno dimostrato che, riproducendo in modo artificiale le stesse frequenze sonore del ronzio di un'ape, si dà origine a una sorta di micro-vibrazione dei fiori di una pianta e aumenta la produzione di polline. È un po' come quando hai un appuntamento romantico e scegli i vestiti migliori da indossare. Semplicemente, in questo caso, il preavviso è più breve. Nel giro di tre minuti infatti, non solo dovrà incrementare la quantità di polline, ma anche crescere del 20% la sua concentrazione zuccherina.
È infatti fondamentale che la pianta offra il miglior servizio possibile all'ape, altrimenti l'insetto non tornerà a farle visita. A rimetterci sarebbe quindi la prosecuzione della specie, che non ha possibilità di riprodursi senza l'impollinazione praticata da questi piccoli ma indispensabili animali.