Una carta bioattiva per salvare il mondo dal packaging in plastica

È carta rivestita di una patina vegetale, in grado di conservare e trasportare alimenti freschi come carne, pesce ma anche frutta e verdura. E alla fine si conferisce nel bidone della carta per essere avviata a riciclo.
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Sara Del Dot 19 Maggio 2021

Packaging, involucri e imballaggi trasparenti sono tra i modi più frequenti con cui entriamo in contatto con l’inquinamento da plastica. Impossibile non accorgersene non appena si entra in un supermercato. Gran parte degli alimenti ben posizionati sugli scaffali, nei frigoriferi e nelle ceste del reparto ortofrutta si trovano avvolti in una pellicola o inseriti in una confezione di plastica. Garanzia di igiene e sicurezza oppure fonte di inquinamento evitabile?

Con l’emergenza plastica, aggravatasi ulteriormente in seguito al ritorno al monouso della pandemia, le alternative all’uso di questo materiale nocivo per l’ambiente sono sempre di più. Così come è sempre più chiara la necessità di ridurre la quantità di rifiuti che disperdiamo nell’ambiente, facendo arrivare le microplastiche in cima alle montagne e in fondo agli abissi. Una novità nel settore del packaging sostenibile è rappresentata da una “carta bioattiva” pensata nell’ambito del progetto BioActiveMaterials del Fraunhofer Institute for interfacial engineering and biotechnology IGB, che ha ideato una nuova confezione performante in termini di conservazione alimentare e di inquinamento.

I ricercatori hanno utilizzato la carta come materiale di base per produrre nuovi imballaggi come buste richiudibili o carta da imballaggio. A ciò hanno aggiunto un rivestimento realizzato a partire da proteine e cere a base vegetale, con additivi biologici provenienti da lupini, siero di latte, girasoli, cera d’api. Questo rivestimento assolutamente biodegradabile, offre prestazioni ottime in termini di conservazione, dal momento che le proteine agiscono come una barriera per l’ossigeno, impedendo quindi che il cibo deperisca, mentre le cere formano una barriera nei confronti del vapore acqueo.

Si tratta di un tipo di packaging adatto a qualunque alimento, dalla frutta e la verdura fino alla carne e al pesce, comodo anche per surgelati.

E dove si butta una volta finito di utilizzare? Nel bidone della carta, per essere indirizzato alla filiera di riferimento ed essere poi riciclato e riproposto in seconda vita. Più comodo di così…

Fonte | Fraunhofer-Gesellschaft