Una “mascherina sospesa” per i senza fissa dimora: l’iniziativa di Avvocato di Strada per proteggere i più indifesi

Basta recarsi in una delle farmacie o negozi aderenti all’iniziativa, acquistare una mascherina o una confezione di gel igienizzante e lasciare il dpi “sospeso” in attesa che vengano a recuperarlo per portarlo ai più bisognosi. Un progetto nato da Avvocato di Strada per aiutare chi non ha una casa a proteggersi il più possibile dal virus.
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Sara Del Dot 10 Dicembre 2020
Intervista a Antonio Mumolo Presidente associazione Avvocato di Strada Onlus

Come funziona il “caffè sospeso” lo sappiamo tutti. Per permettere a chi non può permetterselo il piacere di un espresso al bancone del bar, è sufficiente segnalare al gestore la propria volontà di offrirlo a chi verrà a richiederlo, pagando in anticipo e lasciando il caffè, appunto, già saldato. Oggi l’associazione Avvocato di Strada ha deciso di avviare un’iniziativa che applicherà lo stesso meccanismo del “caffè sospeso” ai dpi, i dispositivi di protezione individuale, come mascherine e gel igienizzante, che potranno essere acquistati nei negozi che aderiranno all’iniziativa per poi essere consegnati alle persone più fragili e bisognose, quelle che, non avendo una casa dove rifugiarsi, si trovano a trascorrere tutto il tempo fuori casa, esposti al freddo, alla città e soprattutto al contagio da Covid-19.

“Non è vero che i virus o le pandemie sono democratiche e colpiscono tutti indiscriminatamente.” Spiega Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di Strada Onlus. “Quando si verificano crisi come questa i poveri vengono colpiti due volte, prima dal virus e poi dalla difficoltà a curarsi. A ciò si aggiunge il fatto che se a tutti viene intimato di rimanere a casa per evitare di contagiarsi, chi una casa non ce l’ha rischia molto di più di contrarre il virus.”

È un diritto di tutti che ogni persona si possa curare.

Ed è proprio chi non ha una casa in cui rifugiarsi che, paradossalmente, si trova costantemente sprovvisto di dispositivi di protezione che, a differenza di chi può toglierseli una volta varcata la soglia della propria abitazione, dovrebbe indossare costantemente per proteggersi.

“Se io mi trovo al sicuro in casa mia la mascherina non la tengo, non mi serve. Ma se sono in giro tutto il giorno, avrò molto più bisogno degli altri di mascherine e gel disinfettante. Queste sono state le considerazioni iniziali da cui siamo partiti per l’iniziativa della mascherina sospesa”.

Un’iniziativa che inizia oggi, 10 dicembre e si protrarrà fino al 31 gennaio e a cui puoi partecipare senza alcuno sforzo, semplicemente aggiungendo alla tua spesa in tabaccheria o in farmacia aderenti una mascherina o una boccetta di gel e lasciandole lì, in attesa del volontario che andrà a recuperarli per poi distribuirli alle persone bisognose.

“Dobbiamo renderci conto che le persone più fragili sono quelle maggiormente colpite da questa situazione”, prosegue Antonio. “E a fronte di questo, dobbiamo chiederci di cosa possono avere bisogno queste persone, dal momento che non hanno nemmeno la residenza. La risposta è semplice: hanno bisogno degli strumenti per potersi proteggere. Il diritto alla salute non è soltanto quel diritto individuale garantito dall’art.32 della Costituzione, ma è anche un diritto collettivo. Perché se una persona che non può curarsi perché è povera si ammala, rappresenta un rischio per tutti dal momento che prende gli autobus, cammina per strada, va al bar. E quindi a tutti deve interessare il suo benessere. È un diritto di tutti che ogni persona si possa curare.”

E come diffondere il più possibile questo diritto?

“Si tratta di una transizione culturale. Se ciascuno di noi sa che può lasciare una o due mascherine a disposizione di persone che non hanno la possibilità di acquistarle, ma che con quella mascherina possono proteggere se stesse e la collettività intera, questo discorso di solidarietà si trasforma in un discorso di cultura della salute e anche di lotta alle disuguaglianze.

In questi giorni, quindi, i volontari di Avvocato di Strada stanno girando per le città in cui sono presenti chiedendo a farmacie, tabaccai e negozi che vendono dpi se desiderano aderire. Agli esercenti non costa nulla, anzi. Chiediamo inoltre di poter attaccare sulle vetrine la nostra locandina, che segnala la possibilità di lasciare in quel negozio un dpi sospeso. Poi, ogni sera od ogni due giorni, passano i volontari a recuperare il materiale e lo portano ai bisognosi."

Un modo semplice, collettivo e solidale di aiutare concretamente le persone in difficoltà. Persone che ora, alle porte dell’inverno, hanno ancora meno spazio a disposizione nei dormitori, luoghi in cui solitamente vengono forniti questi dispositivi.

“Chi non riesce ad accedere ai dormitori, che oggi più che mai hanno i posti limitati, viene aiutato un po’ dalle associazioni e anche da noi. A chi si presenta al nostro sportello, la prima cosa che diamo è una mascherina con il gel igienizzante.

Ancora mesi fa chiedemmo con un appello ai Presidenti di Regione tre cose: di smettere di fare le multe alle persone che stavano in strada, di dare loro un tetto, anche magari utilizzando capannoni non utilizzati e di dare loro un medico di base.”