Una stanza per la meditazione al carcere Pagliarelli di Palermo. Antigone: “Bene per la salute mentale dei detenuti, ma… “

La Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo ha inaugurato una stanza dedicata esclusivamente alla meditazione, in cui sia detenuti che personale si possono riunire. I passi avanti in nome del benessere sono evidenti ma nelle carceri italiane permangono problemi strutturali che mettono a serio rischio la salute mentale di chi ci vive e ci lavora. Ne abbiamo parlato con l’Associazione Antigone.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Evelyn Novello 27 Ottobre 2023
In collaborazione con Dott. Giorgio Bisagna Presidente Antigone Sicilia

Una stanza per la meditazione in un istituto detentivo, la Casa Circondariale Pagliarelli di Palermo. Un luogo in cui polizia penitenziaria, personale civile e detenuti potranno riunirsi per prendersi cura della propria salute mentale. La meditazione, così come altre forme di benessere e di socialità, non sono una novità negli istituti penitenziari italiani (ad esempio a Regina Coeli e a Rebibbia di Roma) ma la Casa Circondariale Pagliarelli è la prima ad avere dato vita a una vera e propria stanza dedicata.
La “Stanza della Meditazione” è un progetto che nasce dall’impegno dell’area Giustizia dell’associazione My Life Design ODV nel portare percorsi di educazione alla consapevolezza, alla responsabilità e alla libertà interiore rivolti alle persone detenute in vista del reintegro in società. Le meditazione, come sappiamo, porta numerosi benefici psichici ma anche fisici che possono che portare solo giovamento soprattutto ai detenuti, che ogni giorno devono fare i conti con caos e frustrazione. Per analizzare nello specifico la situazione al Pagliarelli, abbiamo chiesto al Presidente dell'Associazione Antigone Sicilia, l'Avv. Giorgio Bisagna, un parere del progetto, in particolare considerando le altre problematiche strutturali di cui soffre il carcere.

Pagliarelli tra sovraffollamento e problemi strutturali

Dall'Osservatorio Antigone del 2018, notiamo che la situazione al Pagliarelli di Palermo è discreta. Le celle sono in condizioni piuttosto buone perché sono garantiti 3mq calpestabili per persona, in tutti i reparti, generalmente al piano terra, vi sono una serie di locali destinati a scuola e formazione professionale. Per ogni reparto c'è anche una piccola biblioteca e le condizioni strutturali possono essere definite accettabili trattandosi di un istituto relativamente recente. Alcune criticità sussistono e sono l’assenza di riscaldamento e il malfunzionamento dell’impianto idrico, con conseguente carenza di acqua calda e, a detta della direzione, tali interventi sono realisticamente di improbabile realizzazione.

Come la maggior parte delle carceri italiane, persistono due problemi principali che gravano, direttamente o indirettamente, sulla salute mentale dei detenuti. Il sovraffollamento è il primo. A fronte di 1164 posti, le presenze ad oggi sono 1305. Numeri superiori rispetto alla capienza consentita possono generare tensioni tra i detenuti e di certo non permettono l'ottimale svolgimento di ogni attività prevista. A detta di Bisaglia, molti detenuti reclusi a Pagliarelli "non dovrebbero nemmeno stare lì. Ci son numeri enormi di persone con problemi psichiatrici o tossicodipendenze che dovrebbero essere detenuti in luoghi più idonei, come comunità terapeutiche, ma per mancanza di posti finiscono nelle carceri comuni".

Il secondo problema è la mancanza di personale, sia carcerario che sanitario. "Il sistema sanitario non riesce a far fronte ai numeri di casi da seguire. Lo psichiatra che effettua le regolari visite in carcere deve seguire anche pazienti al di fuori. Manca personale in psichiatria e nel servizio tossicodipendenze". Considerati questi due punti cruciali, puoi facilmente capire come la salute mentale sia continuamente messa a dura prova, fatto che può gettare le basi per tensioni o suicidi.

Salute mentale in carcere

Queste sono le premesse, ma andiamo ad analizzare i dati forniti da Antigone. Il Pagliarelli nel 2017 contava 89 casi di autolesionismo, 9 tentativi di suicidio,  12 episodi di aggressione al personale e 63 ai danni di altri detenuti. La cronaca, in effetti, ci rivela che, nel 2022, dopo l'aggressione avvenuta nel carcere di Noto, al Pagliarelli di Palermo, un ispettore è stato aggredito con un pugno da parte di un detenuto, condannato per reati contro la persona. Un carcere che soffre delle criticità di cui abbiamo parlato può essere terreno fertile per diversi tipi di tensioni e non assolvere al suo ruolo rieducativo, ruolo che avrebbe per Costituzione.

Personale e associazioni si muovono per cercare di migliorare, come possibile e con gli strumenti a disposizione, l'umore dei detenuti, perchè una grande problematica riscontrata è "l'occupazione del tempo, la percezione del tempo in carcere è completamente distorta – spiega Bisagna – anni sembrano decenni e tutto ciò che occupa il fisico e la mente è positivo perché in questo modo si attua una rieducazione. Ben venga quindi la "Stanza per la Meditazione", così come le altre attività che si fanno come i corsi di lettura, i corsi biblici, ecc. Si prova a investire, vedo molti tentativi. I lati negativi rimangono ma sono strutturali perchè coinvolgono tutto il sistema giudiziario italiano".

Evidente, quindi, che la "Stanza per la meditazione" sia una goccia in un mare di bisogni di cura che hanno i detenuti. Mancano percorsi e terapie che vadano ad assolvere il reale compito educativo che la pena carceraria dovrebbe avere e una presenza più costante di psicologi e psichiatri che al momento sono oberati di lavoro data la mancanza di personale. Nel frattempo, iniziative come questa del Pagliarelli possono solo che giovare al benessere di chi vive dietro le sbarre.