Un’enorme vela in grado di trainare le più grandi navi per ridurre le emissioni di CO2 in mare aperto

Da sempre alle barche a vela viene riconosciuto il pregio di non inquinare: allora perché non applicare lo stesso principio anche alle barche a carburante? Ci ha pensato una società francese inventandosi una vela in grado di dare maggiore propulsione a una nave di anche 200mila tonnellate.
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Gaia Cortese 3 Giugno 2021

È possibile abbattere le emissioni di CO2 a bordo di una nave? Sempre più compagnie navali e armatori se lo stanno chiedendo e in questi anni sono stati studiati anche diversi progetti per realizzare vele di varie forme e dimensioni che possano aiutare la propulsione delle grandi navi.

Purtroppo, gran parte di questi progetti sono poco realizzabili perché molto complessi e difficili da attuare; tuttavia, una società francese, la Airseas, è riuscita a semplificare un progetto in grado di centrare l’obiettivo, ossia ridurre l’inquinamento utilizzando una vela che traini le grandi navi. Il progetto consiste quindi in una vela che somiglia molto a quella di un kitesurf, e che viene orientata da una piccola gru posizionata a prua della nave. La vela impiegata, che è stata chiamata SeaWing, avrebbe una superficie variabile dai 250 ai 500 metri quadrati, in base alle condizioni del vento.

Con questo sistema, la produzione di CO2 potrebbe calare anche di 40 milioni di tonnellate rispetto a quella attuale.

La compagnia giapponese K Lines ha già ordinato diverse decine di queste vele da installare sulla propria flotta e non stupirebbe che presto venga imitata da altre compagnie navali nel mondo. Se infatti si considera che il trasporto marittimo, nel quale il trasporto commerciale ha un peso notevole, è responsabile di oltre il 10 per cento dell'anidride carbonica prodotta a livello globale, è chiaro come, anche in questo ambito, sia necessario trovare soluzioni meno inquinanti possibili, soluzioni in cui purtroppo non può rientrare l’elettrico, non adatto alle lunghe percorrenze.

Il sistema Seawing ha già superato diversi test per valutarne l’efficacia, e al momento sembra possa garantire un supporto alla propulsione anche per navi che pesano 200mila tonnellate. Il vantaggio del suo utilizzo sta nel fatto che per la propulsione classica si consuma molto meno carburante e, di conseguenza, si inquina meno. Se questo innovativo sistema venisse applicato anche solo al 10 o 15 per cento della flotta commerciale mondiale, la produzione di CO2 potrebbe essere inferiore anche di 40 milioni di tonnellate rispetto a quella attuale.