Uno stomaco che brontola per la fame può portarti a essere più aggressivo

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
La fame può portarti a essere più aggressivo, ma può capitare anche il contrario. Ecco quindi spiegato come l’associazione fame e aggressività possa essere un effetto di un calo di zuccheri nel sangue, ma possa anche dipendere da uno stato d’animo inascoltato.
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Gaia Cortese 18 Luglio 2022

Quante volte ti è capitato di avvertire una certa insofferenza, al limite dell’aggressività, accompagnata da uno stomaco che brontola dalla fame? Ora che ci pensi, forse ti è capitato più di una volta, ma è assolutamente  giustificabile perché si tratta di uno stato d’animo che si presenta molto spesso quando di mezzo c’è la fame.

Questa sensazione potrebbe dipendere semplicemente da un calo degli zuccheri, almeno questa è la spiegazione scientifica più plausibile. In poche parole, come accade anche per tutti gli altri organi, per funzionare nel modo migliore il cervello ha bisogno di zuccheri. Se però i livelli di glucosio nel sangue sono bassi, e succede spesso quando si è a digiuno, il livello di concentrazione così come la capacità di gestire impulsi ed emozioni, può subire un calo.

I ricercatori dell’Ohio State University hanno condotto uno studio molto particolare a riguardo. Hanno monitorato i livelli di aggressività di 107 coppie di coniugi per un periodo di tre settimane. A ciascun partecipante è stata consegnata una bambolina voodoo che rappresentasse la "dolce metà". Peccato che con la bambolina siano stati consegnati anche 51 spilloni per sfogarsi nel momento in cui  veniva data la possibilità di assordare il coniuge con rumori più o meno molesti.

Ciò che è chiaramente emerso è che chi aveva livelli di glucosio nel sangue più bassi, aveva anche inflitto più punture nelle bambole e torturato il partner con rumori più fastidiosi.

Recentemente anche i ricercatori della Anglia Ruskin University di Cambridge, della Perdana University di Kuala Lumpur e della Karl Landsteiner University of Health Sciences di Krems an der Donau in Austria hanno cercato di vederci più chiaro in questa associazione tra fame e aggressività.

Lo studio condotto e pubblicato sulla rivista Plos One è stato condotto su 64 persone (non più coppie in questo caso), invitate a compilare cinque volte al giorno e per 21 giorni di seguito un questionario per un’autovalutazione della propria sensazione di fame così come del proprio benessere emotivo. L’indagine, condotta per la prima volta in un contesto quotidiano e non in laboratorio, aveva lo scopo di valutare l’emergere di sensazioni emotive spiacevoli in risposta alla fame e, ancora una volta, è emersa una chiara associazione tra la sensazione di fame e un’aumentata irritabilità.

Come regolarsi quindi? Le raccomandazioni arrivano puntuali dalla dottoressa Agnese Rossi, psicoterapeuta di Humanitas Gavazzeni Bergamo che consiglia di inibire questo circolo vizioso "fame e aggressività" ascoltando di più i segnali inviati dal nostro corpo (sensazione di fame e/o di sazietà), mantenendo una certa regolarità nei pasti senza amai saltarli e apprezzando oltre il sapore degli alimenti anche il momento di conviviali che possono offrire i pasti.

E se non ti fosse chiaro se sei arrabbiato perché hai fame o hai fame perché sei arrabbiato, come spiega la psicoterapeuta, "è fondamentale imparare a distinguere una sensazione corporea da uno stato d’animo… È utile allenarci all’ascolto delle nostre emozioni: imparare a dare loro un nome e comprendere da dove vengono e che cosa le suscita. Solo così potremo differenziarle da sensazioni come il dolore fisico, la stanchezza o un’infiammazione e imparare a esprimerle in vari modi, senza reprimerle abbuffandoci col cibo".