Vademecum ambientale del governo italiano che verrà (di qualsiasi colore esso sia)

Da un’azione più convinta a favore delle energie rinnovabili all’elaborazione di una strategia sulla mobilità sostenibile, passando dalla messa in sicurezza del territorio nazionale dal punto di vista idrogeologico. Se il prossimo governo avrà intenzione di mettere davvero l’ambiente tra le priorità dell’agenda politica, si troverà davanti parecchio lavoro da fare.
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Federico Turrisi 21 Agosto 2019

Conosci sicuramente il detto: morto un papa se ne fa un altro. Facile a dirsi, più complicato a farsi. Con le dimissioni del premier Giuseppe Conte si è aperta ieri ufficialmente la crisi di governo. La situazione politica in Italia però rimane quanto mai incerta e spetterà al presidente della Repubblica Sergio Mattarella gestire e risolvere una situazione alquanto complicata. Ma mentre si discute di trattative, inciuci, alleanze, tradimenti e ritorno alle urne si consuma in silenzio il dramma del pianeta Terra, sconvolto dai cambiamenti climatici causati dall'attività dell'uomo.

Nonostante l'impegno e la dedizione del ministro dell'Ambiente Sergio Costa, il governo dimissionario non ha certo brillato per quanto riguarda l'adozione di misure volte a contenere le emissioni di gas climalteranti. L'ambiente non è mai stato in cima all'agenda politica, mai quanto il reddito di cittadinanza o il tema dei migranti. Basta poi ricordare che lo scorso 5 giugno il Parlamento italiano si è opposto alla dichiarazione dello stato di emergenza climatica.

Nel discorso di ieri al Senato l'ormai ex presidente del Consiglio Conte ha rivendicato per l'Italia una posizione di leadership a livello internazionale nel settore delle energie rinnovabili e ha sottolineato come spetti alla politica l'elaborazione di un piano che assegni al nostro paese un posto di rilievo in materia di economia sostenibile. Degno di essere menzionato è anche l'intervento in aula ieri della senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris, la quale ha ricordato che "affrontare l'emergenza climatica può essere anche un'opportunità, perché significa rilanciare gli investimenti sull'economia circolare, per la messa in sicurezza del territorio, per la cura ambientale e per la transizione energetica".

Ed è proprio da qui che bisogna ripartire. Il prossimo governo, di qualunque colore esso sia, dovrà assumersi una grande responsabilità: dovrà guidare l'Italia verso l'adozione di un modello economico davvero sostenibile, in linea con gli SDGs, ossia con i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall'Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il nuovo governo sarà chiamato a discuterne subito, inserendo gli investimenti per l'ambiente tra le priorità della Legge di Bilancio 2019 che verrà varata il prossimo autunno. E se volesse essere ricordato dai posteri per il suo impegno ecologista dovrebbe concentrare la sua azione, in particolare, su questi quattro punti.

Energie rinnovabili

Il massiccio ricorso ai combustibili fossili per la produzione di energia elettrica non è più sostenibile. Per tagliare le emissioni di gas serra occorre raggiungere, se non superare, gli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), che prevede l'installazione di 40 gigawatt di nuovi impianti a fonti rinnovabili (solare ed eolico in primis) entro il 2030. Bisogna dunque eliminare gli ostacoli che impediscono il raggiungimento di questi target (oggi il nemico numero uno si chiama burocrazia), aumentare gli investimenti pubblici per la crescita delle energie rinnovabili e favorire l'autoconsumo e la diffusione di comunità energetiche rinnovabili, un fenomeno che in Italia stenta a decollare. Infine, se proprio volessimo andare orgogliosi di un governo veramente green, i nostri politici dovrebbero andare a Bruxelles e sollecitare la comunità europea per introdurre una carbon tax, secondo il principio "chi inquina, paga".

Economia circolare

Uno dei pilastri che dovranno portare il nostro paese verso una transizione ecologica è l'economia circolare, concetto secondo cui il rifiuto, lo scarto non è un peso ma si trasforma in una risorsa. La gestione dei rifiuti è un nodo fondamentale da affrontare. Per questo è necessario semplificare la normativa sull'end of waste sulle materie prime seconde per ottimizzare il ciclo del riciclo. Occorre sostenere con premi e incentivi la crescita della raccolta differenziata nei comuni italiani e sostenere tutte quelle realtà imprenditoriali impegnate sul fronte dell'ecosostenibilità e del riutilizzo di materiali di scarto. Meglio poi favorire la costruzione di impianti di digestione anaerobica per produrre biogas anziché realizzare altri termovalorizzatori.

Dissesto idrogeologico

L'Italia è un paese straordinario dal punto di vista paesaggistico e geomorfologico. Ma purtroppo è estremamente fragile. E ti fa sempre rabbia constatare che in realtà tutti i danni e i morti causati dai disastri naturali (terremoti, frane, alluvioni e via dicendo) sono dovuti più all'incuria dell'uomo che ad altro. La messa in sicurezza del territorio nazionale dovrebbe essere una priorità di ogni governo che si vuole definire ecologista. Priorità che diventa ancora più urgente se si considera il fatto che a causa dei cambiamenti climatici i fenomeni metereologici estremi saranno sempre più frequenti. Bisogna dunque condurre una lotta senza quartiere contro l'abusivismo edilizio e investire in progetti di riqualificazione urbana e del territorio. Oggi – ricorda Legambiente – 7,5 milioni i cittadini italiani vivono o lavorano in aree a rischio e negli ultimi cinque anni sono stati stanziati più di 7,6 miliardi di euro per il risarcimento dei danni provocati dal maltempo in Italia.

Mobilità sostenibile

Last but not least, un governo ecologista dovrebbe subito prendere provvedimenti per promuovere sistemi di trasporto più sostenibili. La strada verso la decarbonizzazione del settore della mobilità è ancora lunga e l'obiettivo zero emissioni lontano. Ma per avvicinarsi si può partire dal potenziamento del trasporto pubblico locale, dalla realizzazione di piste ciclabili, dal promuovere la mobilità condivisa (bike e car sharing). L'Italia è molto indietro nel campo della mobilità elettrica: gli incentivi sono troppo pochi e l'installazione sul territorio di colonnine per la ricarica procede a rilento. Questo accade perché manca una strategia nazionale di ampio respiro riguardo alla mobilità sostenibile. Il prossimo governo dovrebbe provvedere a colmare questa lacuna, studiando anche dei modi per tassare i trasporti in maniera proporzionale all'inquinamento che provocano.

Priorità ambientali secondo Fridays for Future

In prima fila a fare pressione sui politici affinché si adottino provvedimenti efficaci per limitare il riscaldamento globale ci sono i ragazzi di Fridays for Future. Abbiamo chiesto a Federica Gasbarro, una dei portavoce del movimento a Roma, di indicarci quali dovrebbero essere le misure principali che il prossimo governo dovrebbe prendere in materia ambientale.

"Quello che io e gli altri ragazzi del movimento chiediamo ai governi futuri è:

  • applicare le misure concordate nell'Accordo di Parigi del 2015, affinché si riducano le emissioni e l’aumento delle temperature si mantenga al di sotto degli 1,5 gradi centigradi rispetto all'era preindustriale;
  • partire dalle scuole ed educare i bambini al rispetto dell’ambiente e allo stesso tempo dedicarsi ad una rieducazione della società civile per promuovere comportamenti virtuosi;
  • concentrarsi su un’economia circolare in cui il rifiuto non viene smaltito bruciandolo (emettendo così tonnellate di CO2), bensì viene visto come risorsa;
  • sviluppare un’economia che limiti il più possibile l'impronta di carbonio e rispetti la biodiversità, che stiamo perdendo a causa del surriscaldamento globale;
  • passare in maniera convinta all'energie rinnovabili: l'Italia ha a disposizione le risorse e le tecnologie, usiamole!

Il movimento di cui faccio parte chiede a chi può gestire e regolare su ampia scala ogni ambito, solo di preoccuparsi del nostro futuro e di ascoltare la voce di noi giovani. Giovani spesso etichettati come nullafacenti, ma che in realtà stanno solo cercando di essere i protagonisti del cambiamento che vogliono vedere nel mondo".

Laureato in lettere e giornalista professionista, sono nato e cresciuto a Milano. Fin da bambino ad accompagnarmi c’è (quasi) sempre stato un altro…