Verso un trattato globale per ridurre la plastica dell’80% entro il 2040, le soluzioni dell’UNEP

Un nuovo rapporto dell’UNEP invita i governi internazionali a impegnarsi di più per ridurre l’inquinamento da plastica.
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Francesco Castagna 17 Maggio 2023

Il Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) ha presentato un nuovo rapporto sull'inquinamento legato all'utilizzo della plastica, in vista della seconda tranche di negoziati a Parigi per la realizzazione di un accordo globale sul tema.  Questo materiale è in aumento dal 2005, l'Unione europea con la Plastic Tax sta provando a ridurre il consumo di plastica, ma in tutto il mondo attualmente sono circa 171mila miliardi i frammenti di plastica che finiscono in mare, secondo uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Plos One.

Dopo la risoluzione per porre fine all'inquinamento da plastica durante la quinta sessione dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente, tenutasi a Nairobi lo scorso marzo, ora è il turno di Parigi, dove i governi dovranno elaborare il trattato sulla plastica, al fine di sviluppare e adottare uno strumento in grado di vincolare i Paesi giuridicamente sull'inquinamento da questo materiale. Ma perché questo trattato è così fondamentale, tanto che anche solo una prima approvazione della risoluzione ha scatenato abbracci e lacrime tra i delegati?

Rispondiamo con le parole del Segretario esecutivo del Segretariato del Comitato intergovernativo di negoziazione (INC), Jyoti Mathur-Filipp: "Mai prima d'ora i governi si erano riuniti per porre fine all'inquinamento da plastica a livello globale. Dimostra cosa è possibile fare con la cooperazione internazionale. In particolare, la risoluzione riconosce il contributo significativo dei lavoratori in contesti informali e cooperativi alla raccolta, allo smistamento e al riciclaggio della plastica in molti Paesi". A tal proposito, l'INC ha chiesto al Segretariato di preparare un documento con "le potenziali opzioni per la definizione di uno strumento internazionale giuridicamente vincolanti".

"Questo rapporto dell'UNEP traccia una tabella di marcia per ridurre drasticamente questi rischi attraverso l'adozione di un approccio circolare che tenga la plastica lontana dagli ecosistemi, dai nostri corpi e dall'economia", spiega Inger Andersen, direttore esecutivo dell'UNEP.

Via la plastica in eccesso, quella che il rapporto definisce problematica e non necessaria per ridurre le dimensioni del problema. Viene ripresa la regola delle tre R: riuso, riciclo e riorientamento. Dobbiamo quindi riciclare per ridurre l'inquinamento da plastica di almeno il 20% entro il 2040. Il settore del riciclaggio deve divenire progressivamente più stabile e più redditizio. Bisogna poi puntare sul riuso di oggetti, tra cui bottiglie ricaricabili, distributori di prodotti sfusi, sistemi di deposito e restituzione, sistemi di ritiro degli imballaggi. Questa attività è in grado di ridurre l'inquinamento da plastica del 30% entro il 2040.

E poi c'è il riorientamento, ma cosa intendiamo con questo termine? La sostituzione attenta di materiali come involucri di plastica, bustine e articoli da asporto con prodotti realizzati con materiali alternativi può consentire un'ulteriore riduzione del 17%, più tutta una serie di azioni ulteriori, come l'abbandono dei combustibili fossili.