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Vino biologico e vino adatto a vegetariani e vegani: tutte le possibili sfumature contenute in un calice

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
A SANA RESTART 2020 abbiamo incontrato Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell’Associazione vegetariana italiana, che ci ha spiegato la differenza tra vino tradizionale, vino bio e un prodotto adatto anche a vegani e vegetariani. Perché in una bottiglia non trovi semplicemente uva.
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Giulia Dallagiovanna 12 Ottobre 2020

Il cibo biologico è sempre più diffuso e apprezzato. Sembra che durante gli ultimi mesi sia aumentato del 18,2% l'acquisto di frutta e verdura coltivata in modo sostenibile e del 42,2% quello di carne che non proviene da allevamenti intensivi. Dunque una maggiore attenzione che si può vedere in tutti i settori, dal fresco al surgelato. Ma anche quando vuoi celebrare un avvenimento o semplicemente trascorrere una serata piacevole in compagnia di amici puoi puntare sul rispetto dell'ambiente. Non ci si pensa mai, ma anche le bevande che derivano dalla lavorazione di vegetali possono aver conosciuto o meno pesticidi e altri agenti chimici. Per questo motivo, dovresti iniziare a considerare il vino biologico per la tua tavola. E se poi segui una dieta vegetariana o vegana, dovrai anche stare attento alle bottiglie certificate per essere certo che non contengano alcun ingrediente animale.

Il vino biologico esiste ufficialmente dal 2012, da quando cioè è stato pubblicato il regolamento approvato dal Comitato per la regolamentazione sull’Agricoltura Biologica dell’Unione Europea che ha usato per la prima volta questa dicitura, sostituendo così la precedente "vino da uve biologiche". Si intende quindi un prodotto che non prevede l'uso di antiparassitari o concimi e fertilizzanti chimici. Al loro posto si ricorre a quelli organici, oppure alla cosiddetta lotta biologica, cioè ospitando insetti o altri animali che possano scacciare eventuali parassiti. Anche per quanto riguarda i solfiti, ovvero i conservanti che normalmente puoi trovare nelle bottiglie, la concentrazione deve essere molto bassa.

Esiste poi uno step in più che abbiamo imparato a conoscere al SANA RESTART, dove abbiamo incontrato Carmen Nicchi Somaschi, presidente dell'Associazione vegetariana italiana: la presenza o meno di elementi animali nella bevanda finale. Ora ti starai chiedendo dove saranno mai questi ingredienti e soprattutto cosa c'entri la carne con il vino. In effetti non è di questo che si tratta. "Per la filtrazione vengono utilizzate delle pellicole che in alcuni casi possono essere di derivazione animale – ci ha spiegato Nicchi Somaschi. – Sappiamo inoltre che all'interno del vino si trovano sostanze, come i coloranti o aromi, che possono non essere adatte per i vegani. Un esempio è l'albume d'uovo per la chiarificazione".

Per la filtrazione possono venire usate pellicole di derivazione animale, oppure l'albume d'uovo per la chiarificazione

Insomma, tu compri una bottiglia di Pinot Grigio pensando che sia costituito quasi completamente da uva e invece ci sono anche parti di alimenti che, per scelta etica, religiosa o derivante da qualsiasi altro motivo, tu preferisci non mangiare. E non hai mai ragionato su questo anche perché sulle etichette non viene indicato. Per questo motivo esistono le certificazioni, come V-Label, rilasciata proprio dall'Associazione vegetariana italiana. "Questo marchio viene conferito alle aziende che non inseriscono ingredienti di derivazione animale durante la produzione del vino – prosegue la presidente. – Lavoriamo in tutto il mondo per cercare le bottiglie adatte e abbiamo ricevuto il riconoscimento di miglior certificatore vegano, vegetariano e crudista".

A oggi sono in tutto una 60ina le aziende che aderiscono, ma non è poi così difficile rientrare nei parametri per ottenerlo. Bisogna investire sul metodo di produzione e impegnarsi a rendere tutto vegetale, che tra l'altro rende il prodotto finale anche più sostenibile. "Il nostro compito è quello di verificare che un alimento che a prima vista sembra vegetariano o vegano, lo sia sul serio", riassume Nicchi Somaschi.

Il vino biologico si presta inoltre più facilmente ad essere vicino al mondo veg, perché nella maggior parte dei casi è frutto del lavoro di piccole aziende, che pongono grande attenzione e cura a tutte le fasi della lavorazione.

Scegliere prodotti biologici è importante in ogni campo della propria dieta, anche quando si tratta di bevande che non compaiono proprio tutti i giorni sulla tavola. Stiamo comunque parlando di un prodotto la cui vendita è in costante crescita e secondo i dati di IRI nello scorso semestre ha conosciuto un aumento del 7,9% rispetto ai primi sei mesi dello scorso anno. Una buona notizia è che in questo ambito si riconferma una rinnovata attenzione per l'ambiente e la salute, con il 19% di persone in più che puntano al vino bio.