“Workaholism? No, grazie”: 5 consigli per non portarti il lavoro in vacanza

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Il worlaholism, la sindrome di dipendenza dal lavoro, è una patologia di natura ossessiva che rischi di portarti in vacanza, se non la riconosci in tempo. Se ti rivedi nel comportamento tipico di un workaholic, prova a seguire questi 5 consigli per riuscire a concederti un po’ di relax sotto l’ombrellone.
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Gaia Cortese 16 Agosto 2019

Controllare le mail sul tablet sotto l’ombrellone, non riuscire a smettere di pensare al lavoro e rendersi conto di non farcela proprio a rilassarsi, neppure in vacanza. Potrebbero essere i primi sintomi di una forma, più o meno lieve, di workaholism, ossia la sindrome di dipendenza dal lavoro. Se infatti può passare più o meno inosservato quando si lavora in ufficio, e sembra quindi normale avere sempre la testa sul proprio lavoro, al contrario questo disturbo potrebbe essere più evidente proprio durante il periodo delle vacanze, quando ci si dovrebbe solo dedicare a tutt’altro.

Cos’è il Workaholism?

Il workaholism, o work addiction, è una vera e propria patologia identificata nel 1971 dallo psicologo statunitense Wayne Oates. Il termine workaholic, ossia "ubriaco da lavoro", deriva dalla stretta analogia che questa patologia ha con la dipendenza dall'alcol. I sintomi più comuni che ne derivano sono ansia, depressione, insonnia e aumento di peso, ma in alcuni casi può portare a conseguenze ben più gravi.

I settori più colpiti dal workaholism sono quelli della libera professione: artigiani, avvocati, commercialisti e manager.

Se infatti nel nostro Paese il workaholism ha iniziato presentarsi da qualche anno a questa parte, in altri Paesi come il Giappone è un fenomeno ormai largamente diffuso. È conosciuto con il nome di Karōshi (morte per eccesso di lavoro), e arriva ad essere addirittura causa di decessi a seguito di infarti cardiaci e ischemici, dovuti alle condizioni lavorative stressanti e alle eccessive ore di lavoro. A questo fenomeno viene associato anche il karo-jisatsu, che indica il suicidio a cui ricorrono gli impiegati che soffrono di depressione causata dall’ansia di prestazione e dall'eccessiva mole di lavoro.

Workaholism in vacanza? No, grazie

Se anche solo minimamente pensi di poter rischiare di portarti lo stress da lavoro in vacanza, prova a mettere in pratica questi semplici 5 consigli per non farlo. Solo così potrai veramente essere certo di portare in vacanza anche la tua testa.

Lavora un po’

Pare assurdo, lo so. Eppure secondo gli psicologi privare completamente del lavoro un work addicted può essere controproducente, se non addirittura traumatico. Il consiglio è quello di diminuire la mole di lavoro gradualmente giorno dopo giorno, e di dedicargli comunque un preciso momento della giornata, meglio di mattina, per poi potersene "dimenticare" fino alla mattina successiva.

Vietato lo smartphone

Siamo connessi h24, e questo non è un bene. Ti sei accorto di quante volte dai un'occhiata al tuo smartphone senza un apparente motivo? Prova a spostare le principali app, su cui sei abituato a soffermarti, in una schermata che non sia la principale, e prova a dimenticarti di tanto in tanto il telefono in fondo alla borsa. Il controllo ossessivo dello smartphone purtroppo ha origini legate ai nostri ormoni che rilasciano dopamina,  l'ormone responsabile della felicità, quando guardi cosa succede sullo schermo e cortisolo, l'ormone che causa lo stress, quando hai l’ansia di scoprire cosa ti stai perdendo (probabilmente nulla).

Trova un’occupazione

Con ogni probabilità se tendi leggermente al workaholism, non sei uno scansafatiche e hai bisogno di tenerti occupato. Se per te risulta difficile buttarti sulla sdraio, fissare il mare e non fare assolutamente nulla, prova a tenerti occupato con altre attività: un hobby, un'attività sportiva, ma anche le pulizie di casa, le parole crociate, un libro da leggere. Fai tutto quello che puoi, ma NON pensare al lavoro.

Circondati di persone positive

Augurandomi che tu non abbia organizzato le vacanze in compagnia di uno o più colleghi di lavoro, il quarto consiglio è quello di circondarti di persone piacevoli, positive e divertenti, perché una buona compagnia incide moltissimo sull'esito e il ricordo che avrai della tua vacanza.

Prenditi una pausa

Mettiti in modalità off per qualche giorno e prova a vedere le cose da un punto di vista diverso. La dedizione al lavoro h24 probabilmente non ti sta portando da nessuna parte, mentre invece fermarsi un attimo può essere l'occasione per ricaricare le energie, per tornare in ufficio con nuove idee e progetti, e per dare una migliore resa a livello professionale.

Fonte | Adnkronos