Docce e piscine alimentate solo ad acqua potabile? Ispra: “Nella legge anche misure per salvaguardare la risorsa idrica”

Con il decreto legislativo 18/2023 il Governo ha definito la qualità delle acque destinate al consumo umano. Qual è l’impatto sulla Natura? Ci sono soluzioni?
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Francesco Castagna 11 Marzo 2024

Un bagno a mare e poi dritti a fare aperitivo, ma prima si passa per la doccia. Dall'anno scorso in Italia è  possibile fare la doccia soltanto con l'acqua potabile, ma come è possibile in una fase in cui il nostro Paese è fortemente colpito dalla morsa della siccità? Per motivazioni legate alla tutela della salute umana, l'esecutivo ha messo nel 2023 un decreto che mira a rivedere "la qualità delle acque destinate al consumo umano". Una misura sulla quale le associazioni di categoria hanno già promesso battaglia, chiedendone lo stop per l'anno vigente e il rinvio dell'entrata in vigore al 2025.

In realtà il decreto legislativo in questione fa parte di un quadro normativo più ampio: il Recepimento della direttiva (UE) 2015/1787 che modifica gli allegati II e III della direttiva 98/83/CE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano. Modifica degli allegati II e III del decreto legislativo 2 febbraio 2001, n. 31. Ecco perché, a partire dal 2023, gli Stati membri UE dovranno migliorare "la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano, assicurando che le acque siano salubri e pulite, nonché il miglioramento dell'accesso alle acque destinate al consumo umano".

Secondo i dati ISTAT, l'Italia sarebbe il primo Paese UE per utilizzo di acqua potabile, ma la dispersione sarebbe troppo alta a causa delle inefficienze di troppe reti comunali. L'acqua che usiamo deriva per l'83,2% da fonti sotterranee, il restante invece (16,8%) da corpi idrici superficiali, acque marine o salmastre.

Non solo, forse non tutti sanno che, oltre a una gestione scadente delle nostre risorse idriche, l'utilizzo viene fatto anche per pratiche che non necessiterebbero di acqua potabile. Un esempio? Lo scarico del water. Tutto ciò in uno scenario in cui l'indicatore di stato per il monitoraggio e il preallarme della siccità del Sistema Alto Cixerri al 29 febbraio 2024 è stato di 0,12, corrispondente a uno scenario di severità idrica ALTA, riporta l'ISPRA, l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Il rischio è che in numerose Regioni i gestori delle attività balneari (in tutto sono 7mila) non riescano a garantire l'approvvigionamento di acqua potabile, come segnala Confesercenti. Già nel 2023, infatti, la Regione Toscana aveva dovuto bloccare l'utilizzo di acqua potabile per le piscine, a causa della siccità.

La gestione delle risorse idriche dalle falde o dall'acquedotto pubblico viene suddivisa per due utilizzi: commerciale e pubblico. In questo caso quindi, dal momento che la parte destinata ad uso commerciale viene già conteggiata separatamente da quella per la popolazione, non ci sarebbe nessun impatto dal punto di vista ambientale nel breve termine. Di sicuro, come già ricordato nel Blue Book del 2023, ovvero il testo che analizza lo stato delle risorse idriche e del funzionamento delle reti e degli invasi a livello nazionale, le perdite idriche ammontano ancora al 41%, secondo i dati del 2021. Una percentuale ancora troppo alta, che dovrebbe ricordarci ogni giorno come l'acqua non debba essere mai sprecata.

Il parere di Ispra

Per capire se il testo contenga provvedimenti finalizzati anche a interventi sulla siccità, abbiamo contattato ISRPA, che ci ha risposto: "Gli obiettivi finali del decreto sono la protezione della salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque destinate al consumo umano (tutela della salute) e garantire quindi che le stesse non arrechino danni alla salute; basti pensare ad esempio alle contaminazioni microbiologiche mediante contatto o semplice inalazione, come potrebbe verificarsi nel caso delle piscine e delle docce; il Decreto, tuttavia, definisce criteri volti anche alla salvaguardia della risorsa idrica, ad esempio, nell’ambito della riduzione delle perdite di rete idrica (tutela ambientale), in tale delicato contesto di cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo, di forte siccità, da un lato, alternata ad eventi climatici estremi".