È sport e meditazione, ma soprattutto è istinto, fiducia e comunicazione. Si chiama acroyoga e sempre più persone vi si stanno appassionando, tant’è che i corsi dedicati spuntano come funghi.
Non ne hai mai sentito parlare? Prendi il telefono e fatti un giro su Instagram inserendo l’hashtag #acroyoga. Impossibile non rimanerne colpiti. Complice magari anche un’ambientazione naturale che spesso diventa parte integrante della figura, basta una rapida occhiata per capire che non si tratta soltanto di un’attività fisica da fine giornata, ma di una vera e propria opera d’arte creata con il corpo, anzi due. Sì, perché un aspetto fondamentale di questa disciplina è che per praticarla bisogna essere in coppia. E soprattutto, fidarsi l’uno dell’altro.
Le origini dell'acroyoga non sono note perché è un'attività composta da discipline preesistenti. "L’acroyoga rappresenta l’unione tra tre diverse discipline: lo yoga, il massaggio thailandese e l’acrobatica". Aurora Martìn Garcìa, in arte AcroIris, ha origini spagnole e insegna acroyoga in Italia da un paio d’anni. È lei a parlarci di questa disciplina ancora poco conosciuta. "Non è ben chiaro quando sia nato storicamente, perché è un’attività composta per lo più da istinti, se ci pensi lo sanno fare anche le scimmie. Nel mondo occidentale si sono formate contemporaneamente due scuole, una in Canada e una in California, e dieci anni fa l’acroyoga è arrivato anche qui grazie a Jacopo Ceccarelli."
I benefici dell'acroyoga consistono nel maggior legame fisico ed emotivo con il proprio partner. Se fatto con chi si ama, l’acroyoga può diventare una vera e propria terapia di coppia, in cui ritagliarsi il tempo per stare insieme e ritrovare la complicità perduta. Infatti, attraverso le responsabilità di ciascun ruolo nella realizzazione delle figure e il concreto rischio di farsi male, si innescano dinamiche estremamente personali come la fiducia, la protezione, il gioco, il contatto fisico e visivo. Ma bisogna stare attenti, perché se affrontato con l’atteggiamento sbagliato potrebbe causare l’effetto opposto. "È importante che l’atteggiamento con cui una coppia si avvicina all’acroyoga sia improntato più sulla parte spirituale che su quella acrobatica. Se lo scopo è solo quello di fare bene le acrobazie, inevitabilmente si finisce per litigare. L’atteggiamento giusto è quello terapeutico, dove vai a ritrovarti, re-incontrarti. Un ragazzo un giorno ha scritto una canzone su questa disciplina, e ha detto una frase bellissima: Non importa quanto alto vai, ma quanto profondamente lo fai."
"Le persone vengono qui senza sapere davvero cosa faranno, vengono a provare, a giocare, ma si rendono subito conto che stanno sbloccando la fiducia, le loro paure, si relazionano con gli altri con il corpo, con lo sguardo. Sono situazioni di cui ormai ci siamo dimenticati", prosegue Aurora, elencando tutti i benefici che questa disciplina porta con sé. "L’acroyoga rafforza il corpo, il fisico, lo rende più elastico, allunga le fibre, aiuta a riacquisire il controllo di se stessi. Poi c’è il contatto, ci si tocca, che è un’altra cosa che la gente non sa più fare. Così tornano a essere bambini, perché giocano, perché si mettono a fare l’aeroplanino che facevano da piccoli con il papà. E tu ti trovi davanti quegli sguardi, quei sorrisi, quelle emozioni che sono impagabili, perché capisci che la gente si rende conto che alla fine è facile stare bene."
Ma passiamo dalla teoria alla pratica. Abbiamo detto che per fare acroyoga bisogna essere in due: c’è la base, che sta a terra e ha il compito di sorreggere il flyer, che si occupa di realizzare le figure. Ma c’è anche un terzo elemento esterno “di sicurezza”, chiamato spotter, che supporta la base ed evita le cadute del flyer. Solitamente prima di iniziare vengono fatti esercizi di riscaldamento ispirati allo yoga, ma non solo: per prepararsi a questa disciplina è importante mettere in pratica giochi di fiducia, come quelli che si fanno a teatro, o momenti di danza consapevole, tutte tecniche che aiutano le persone a percepire il proprio corpo in maniera più istintiva, meno razionale, perché, dice Aurora, "se la gente è troppo razionale di solito si lascia prendere dalla paura, non si sente capace, mentre questi giochi aiutano a sciogliere i timori e a lasciarsi un po’ più andare. È un momento molto emozionante ed emotivo, perché con questi piccoli esercizi le persone si mettono davvero alla prova".
Fondamentale nell’acroyoga è sviluppare una totale sinergia con il compagno perché la buona riuscita degli esercizi dipende dalla capacità di creare un’atmosfera di fiducia reciproca. Entrambe le parti, la base e il flyer, devono essere consapevoli che solo lavorando insieme e ascoltandosi a vicenda possono realizzare qualcosa che non è soltanto una figura acrobatica, ma una vera e propria connessione e un esercizio di ascolto e contatto. Perché in quel momento è il corpo a comunicare, non le parole. Il vero traguardo è la connessione.
Ogni movimento può essere adattato alla fisicità di ciascuno, perché l’acroyoga è una disciplina che non ha barriere. "Proprio come lo yoga, può essere praticato da qualunque persona di qualunque età in qualunque momento. Non c’è alcun problema nemmeno per i disabili, gli anziani o i bambini, c’è sempre un modo per adattarlo alle esigenze di chi lo pratica" conclude l'insegnante.
(Intervista di Sara Del Dot del 30/10/2018;
Aggiornamento di Evelyn Novello del 28/02/2024)