Alla Youth4Climate, 150 giovani si incontrano per proporre soluzioni alla crisi climatica

I rappresentanti dei diversi Paesi che hanno aderito alla Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (Unfccc) si stanno incontrando a New York allo scopo di far sentire la propria voce e avanzare proposte in previsione della Cop27 di Sharm El Sheik. La politica ha (di nuovo) promesso di ascoltarli: sarà ancora il solito blablabla?
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Giulia Dallagiovanna 21 Settembre 2022

Sono 150 i giovani rappresentanti dei diversi Paesi del mondo che in questi due giorni, 20 e 21 settembre, si stanno incontrando a New York in occasione della Youth4Climate. Vogliono far sentire la propria voce e proporre soluzioni per la lotta alla crisi climatica, nella speranza che la politica abbia davvero voglia di ascoltarli. L'evento, voluto già lo scorso anno dal Ministero della Transizione Ecologica in occasione della Cop26 di Glasgow, ha lo scopo di raccogliere le idee delle nuove generazioni in vista della 27esima Conferenza dell'ONU sul clima in programma a novembre a Sharm El Sheik. Le delegate italiane sono Federica Gasbarro, che aveva già partecipato alla Youth 4 Climate di Milano, e Aurora Audino, laureata in Ingegneria Ambientale e membro di Italian Climate Network.

Sul palco si sono susseguiti diversi interventi, tra i quali quelli dei rappresentanti dei popoli indigeni, che non solo conoscono da vicino le conseguenze devastanti dell'abuso delle risorse del Pianeta, ma che spesso mettono a rischio la loro vita per proteggere le foreste da incendi e abbattimenti illegali. E ancora. Louise Mabulo, chef filippina e fondatrice dell'impresa sociale The Cacao, ha ricordato come dietro a ogni cena che gustiamo al ristorante e agli scaffali stracolmi dei supermercati ci siano storie di produttori e contadini che devono lottare quotidianamente contro lo sfruttamento e le conseguenze di un clima che cambia rapidamente.

"Io credo nella Youth for Climate per sempre"

Roberto Cingolani, MiTe

Presente, poi, anche Mario Draghi, presidente del Consiglio dimissionario, che ha promesso ai giovani: "Voi siete i testimoni del futuro. Vi prenderemo in considerazione e vi ascolteremo. E sappiamo che vi dobbiamo rispondere". Il ministro Roberto Cingolani ha invece espresso la sua volontà di rendere Y4C un evento fisso "per avviare un confronto ed un coinvolgimento stabile dei giovani nelle processi decisionali sul clima".

"Io credo nello #Y4C forever – ha detto, intervenendo dal palco. – Siete passati dalla protesta alle proposte, il vostro lavoro sarà un’eredità per chi verrà dopo di voi: i fatti sono più forti di qualunque altra cosa. Il prossimo anno il forum sarà a Roma e sarò felice di vedere tutte le vostre future proposte. Abbiamo bisogno dei vostri suggerimenti che saranno importanti per la #Cop27, per mantenere l’attenzione sempre molto alta su questi temi cruciali. Spero che sfruttiate tutte le opportunità che lo Y4C 4ever ha creato per voi".

Parole che sollevano speranze, ma che non possono non far pensare al continuo "bla bla bla" denunciato da Greta Thunberg lo scorso anno, ai manifestanti allontanati dall'evento per aver mostrato cartelli contro il greenwashing, al dissenso che sempre più spesso viene represso dalle forze dell'ordine.

Da Youth4Climate dovrà uscire un documento, il Global Youth Statement – Declaration for Climate Justice, al quale possono partecipare con spunti e proposte tutti i giovani interessati. La versione definitiva sarà presentata alla 17esima Conference of Youth, in programma a Sharm El Sheik dal 3 al 5 novembre, subito prima dell'apertura dei lavori della Cop27. Nel mezzo, la PreCop27, prevista dal 3 al 5 ottobre a Kinshasa, in Congo.