
Nel panorama artistico contemporaneo emergono figure di grande rilevanza che abbracciano la missione di promuovere la consapevolezza ambientale attraverso l'arte.
Come Aurora Robson, che di base sta a New York, è canadese ed è nata nel 1972: è un perfetto esempio di artivismo, perché per le sue opere d'arte utilizza esclusivamente plastica riciclata.
Aurora Robson è conosciuta nel mondo dell'arte contemporanea per il suo approccio unico all'arte ecologica, che combina l'estetica contemporanea con il messaggio ambientale.
Utilizzando principalmente plastica riciclata recuperata da rifiuti e scarti, Robson crea installazioni tridimensionali che prendono vita attraverso un processo di trasformazione artistica. Bottiglie di plastica, contenitori, scarti e altri oggetti di consumo diventano elementi di bellezza e riflessione. Le opere di Robson affrontano temi come l'inquinamento dei mari, la crisi dei rifiuti e la necessità di una maggiore consapevolezza ambientale, con una poetica edonistica mai urlata.
Le opere d'arte di Aurora Robson vanno oltre il loro valore estetico: creano un impatto sociale significativo. Le installazioni di grande formato e le sculture di plastica riciclata attraggono l'attenzione del pubblico che di primo acchito rimane affascinato dalle eleganti composizioni, generando una riflessione profonda sulla relazione umana con l'ambiente naturale e il consumo eccessivo di plastica.
A definire meglio il senso delle opere è la stessa Robson, che ha trascorso l'infanzia alle Hawaii e che ha quindi un rapporto strettissimo e profondo con il verde e la natura, l'acqua e gli oceani (sempre più deturpati dalla plastica):
Le mie opere sono un promemoria che ci ricorda che ogni scelta che compiamo ha conseguenze per l'ambiente. Più mi informo riguardo all'inquinamento da plastica e più mi sento motivata a fare qualcosa a riguardo. L'arte è un linguaggio globale e l'inquinamento è un problema globale. Fondere le due cose per trovare una soluzione mi sembrava la cosa più naturale da fare.