Dalla spazzatura all’arte contemporanea: le opere di El Anatsui

Classe 1944, ghanese, El Anatsui è l’artista ghanese che fa nascere le sue opere d’arte dai materiali riciclati.
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Rubrica a cura di Sara Polotti
16 Giugno 2023

El Anatsui è uno dei più grandi artisti contemporanei africani, Leone d'oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2015. Noto per la sua straordinaria capacità di trasformare materiali comuni in opere d'arte straordinarie, è nato in Ghana nel 1944 e ha raggiunto fama internazionale per le sue sculture monumentali realizzate con tessuti e metalli recuperati.

Attraverso il suo lavoro, questo artista esplora temi complessi come la storia, la globalizzazione, l'identità e l'ambiente. La sua pratica artistica unisce maestria tecnica, visione concettuale e un profondo impegno sociale. Ecco perché è bene conoscerlo.

La sua storia

All'inizio della sua carriera, El Anatsui si concentrò su argilla e legno, utilizzandoli per artefatti ispirati alle credenze tradizionali ghanesi. Ma già dalla 52esima edizione della Biennale di Venezia emerse bene la sua tendenza ad affidarsi a materiali di recupero: lì presentò lavori fatti di lattine in metallo, tessuto, legno, tappi a corona, creta…

Da allora, El Anatsui è noto per i grandi arazzi di recupero di enormi dimensioni, che si ispirano ai pattern e alla preziosità dei tessuti Kente ma che presentano al loro interno solo materiali altrimenti destinati al riciclo o alla discarica.

Nel tempo, ha saputo trasformare continuamente il materiale di scarto in opere d'arte straordinarie, offrendo una potente critica sociale e un'ispirazione per una nuova visione artistica. La sua capacità di creare sculture monumentali che si adattano allo spazio circostante riflette la sua apertura all'interpretazione e la sua volontà di coinvolgere lo spettatore. Attraverso il suo lavoro, Anatsui ci ricorda l'importanza di considerare l'impatto ambientale delle nostre azioni e di riconoscere il valore intrinseco dei materiali che spesso scartiamo come rifiuti.

La sua tecnica

La tecnica di Anatsui prevede l'unione dei tappi di alluminio con fili di rame. I pezzi di questo tessuto solido e metallico sono enormi e le opere risultanti misurano diversi metri di altezza e larghezza.

Queste sculture monumentali possono essere appese alle pareti o drappeggiate sui pavimenti. L'artista consente agli installatori di piegare e modellare le sculture in modo diverso ad ogni esposizione, in modo che possano adattarsi allo spazio circostante. Ciò conferisce alle opere un carattere mutevole e una sensazione di vitalità.

Il tema del riciclo

Oltre alla loro bellezza visiva e materica, le opere di Anatsui portano con sé un profondo significato concettuale. Esplorano infatti i temi del consumo di massa, della globalizzazione e dell'impatto ambientale, poiché i materiali utilizzati sono spesso rifiuti industriali.

Le opere di Anatsui sono quindi un richiamo alla necessità di riciclare e ripensare la nostra relazione con i materiali di scarto. Rappresentano anche una riflessione sulla storia dell'Africa e sulle sue connessioni con il resto del mondo.

Photo credit: Wikipedia 

Questo articolo fa parte della rubrica
Laureata in lettere e storia dell’arte, dal 2016 sono giornalista pubblicista. Sono vegetariana: il mio impegno green passa da lì, ma anche altro…