Autismo, con l’intelligenza artificiale la diagnosi precoce nei bambini tra i 2 e i 4 anni può diventare realtà

gRicercatori dell’Università di Louisville, nel Kentucky, hanno sviluppato un nuovo sistema di intelligenza artificiale capace di analizzare le immagini di particolari risonanze magnetiche cerebrali e riconoscere forme di autismo in bambini di età compresa tra i 24 e i 48 mesi con un tasso di precisione del 98,5%.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Novembre 2023
* ultima modifica il 22/11/2023

L’intelligenza artificiale ormai c’è, è inevitabile e per questo non va respinta, semmai capita e sfruttata a nostro vantaggio. Per esempio, per diagnosticare in anticipo l’autismo.

Secondo il Community Report on Autism del 2023 dei Cdc statunitensi, meno della metà dei bambini con disturbo dello spettro autistico ha ricevuto una diagnosi certa prima dei 3 anni e il 30% dei bambini che soddisfacevano i criteri per il disturbo dello spettro autistico non l’hanno vista prima dell’ottavo compleanno.

Intervenire con trattamenti mirati prima dei tre anni potrebbe concretamente portare a risultati migliori: per farlo, però serve individuare con certezza l’autismo.

Per questo un gruppo di ricercatori dell’Università di Louisville, nel Kentucky, ha messo a punto un nuovo sistema di intelligenza artificiale capace di analizzare le immagini di particolari risonanze magnetiche cerebrali e riconoscere forme di autismo in bambini di età compresa tra i 24 e i 48 mesi con un certo grado di accuratezza: sto parlando di un tasso di precisione del 98,5%.

La risonanza magnetica in questione sfrutta uno strumento, chiamato tensore di diffusione, capace di realizzare anche immagini tridimensionali basandosi sull'analisi del movimento delle molecole di acqua presenti nei tessuti del cervello.

L’autismo, come hanno spiegato gli stessi scienziati, è di fatto una malattia delle connessioni improprie all’interno del cervello e questa particolare risonanza magnetica è in grado di mettere in evidenza quanto le differenti aree del cervello sono connesse tra loro, catturando quei legami anomali che portano ai sintomi tipici dell’autismo, come le difficoltà nella comunicazione sociale e i comportamenti ripetitivi.

Mettendo a confronto i modelli di marcatori nel cervello dei bambini con autismo con quelli dei cervelli normalmente sviluppati, un algoritmo di apprendimento automatico favorisce poi la diagnosi.

I ricercatori americani hanno testato il proprio metodo con le scansioni cerebrali di 226 bambini di 24-48 mesi provenienti dall’Autism Brain Imaging Data Exchange-II. Il set di dati comprendeva scansioni di 126 bambini con autismo e 100 bambini con sviluppo normale.

I risultati ottenuti, che saranno poi presentati al meeting annuale della Radiological Society of North America, hanno dimostrato una sensibilità del 97%, una specificità del 98% e un’accuratezza complessiva del 98,5% nell'identificare i bambini con autismo.

Diagnosticare precocemente l’autismo non sembra più, dunque, solo una promessa.

Fonte | Radiological Society of North America

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