
Il termine granularità rimanda a granelli, granuli o piccole particelle ed è difficile da abbinare alle emozioni. È più facile pensare alla sabbia o allo zucchero. Se prendi uno di questi materiali o lo analizzi al microscopio puoi osservare le diverse particelle, ma anche capire da dove viene e se contiene altre sostanze. Senza ingrandire, non saresti in grado di identificare e percepire correttamente tutte le differenti componenti dei granelli. Ora applica questo esperimento alle emozioni: sono tante, non sono tutte uguali e possono avere sfumature e intensità diverse. Questo arcobaleno di sentimenti è la granularità emotiva.
La granularità delle emozioni è la capacità di essere davvero specifici sulla nostra esperienza emotiva. Ciò porta a una migliore comprensione di sé e a una maggiore accuratezza nell'affrontare ciò che provi. Alcune persone possono impegnarsi naturalmente in questo processo descrittivo, mentre altre si affidano a tratti emotivi più ampi. Molti utilizzano semplicemente delle macro categorie per identificare le emozioni negative, come stress. In realtà, stress potrebbe essere nascondere rabbia, tristezza, frustrazione, che non sono la stessa cosa.
Quando riusciamo a definire meglio i nostri sentimenti di rabbia, è probabile che ci accorgiamo di "arrabbiarci" per diverse cose o tipi di situazioni. A volte la rabbia copre l'imbarazzo, la vergogna o il dolore. Altre volte copre frustrazione, impazienza o fastidio. Se tentiamo di affrontare la vergogna nello stesso modo in cui affrontiamo il fastidio, quella risposta di rabbia non sarà accurata o calmante. Immagina come ci si sente quando qualcuno capisce veramente la tua esperienza e da dove vieni. Quel senso di appartenenza e sicurezza è come un caldo abbraccio. Possiamo offrirlo a noi stessi, o almeno in parte, cercando di capirci meglio.
La neuroscienziata Lisa Feldman Barrett e i colleghi descrivono la granularità emotiva come "la capacità di esprimere i sentimenti in parole con un alto grado di specificità e precisione". In altre parole, l'obiettivo della granularità emotiva è imparare nuove parole per descrivere più precisamente le nostre esperienze emotive.
La granularità emotiva è incredibilmente utile perché una volta imparata ti permette di affrontare discorsi, valutazioni delle prestazioni o qualsiasi esperienza con maggior consapevolezza fisica e comportamentale. Supponiamo di avere due categorie di emozioni che costituiscono tutte le esperienze emotive umane, "felici" e "tristi" per esempio. Ogni volta che classifichi un'esperienza come un'esperienza felice o triste, il tuo cervello prevederà come pensare, sentire, comportarsi e rispondere fisicamente a quell'evento anche prima che tu abbia partecipato all'evento.
Per migliorare la granularità emotiva bisogna prima di tutto migliorare il proprio vocabolario emotivo e quindi bisogna esercitarsi a classificare le proprie esperienze utilizzando sinonimi e descrivendo nel dettaglio ciò che si prova. Ad esempio, "Sono ansioso" può voler dire molte cose e racchiude molte sfumature. “Sono nervoso per la mia revisione annuale perché ci tengo molto al lavoro che svolgo. Sono anche entusiasta di sentire cosa ha da dire il mio supervisore sul mio lavoro perché apprezzo il suo feedback. Intanto ho un progetto da portare a termine che mi sta travolgendo e ho paura di non portarlo a termine prima della valutazione”, in questa frase c’è il “sono ansioso”, ma anche tantissime altre sfaccettature della stessa emozione.
La capacità di identificare e comunicare le tue esperienze emotive in questo modo specifico fa molto di più che aiutarti a comportarti in determinate situazioni; ha anche benefici per la salute. Le persone che riescono a distinguere con precisione tra i loro sentimenti spiacevoli sono più flessibili nel regolare le proprie emozioni, meno propense a bere eccessivamente quando sono stressate e meno propense a vendicarsi in modo aggressivo contro qualcuno che le ha ferite. Inoltre, le persone che possono costruire esperienze emotive finemente granulari vanno dal medico meno e assumono meno farmaci.
Fonte | Unpacking Emotion Differentiation: Transforming Unpleasant Experience by Perceiving Distinctions in Negativity pubblicato su Sage Journals