Chiara Ferragni è stata ospite ieri sera a Che Tempo Che Fa, la prima apparizione televisiva dopo l'esplosione del caso Balocco e delle altre attività commerciali a cui erano legate operazioni di beneficienza. Tra le parole dell'imprenditrice che più hanno sorpreso, il suo ammettersi fragile, non corazzata a sufficienza di fronte a ondate d'odio massicce come quella che l'ha colpita in queste ultime settimane.
"Mi sono trovata al centro di un'ondata d'odio. Si penserebbe che una come me sia preparata a una cosa del genere, ma niente ti prepara alla violenza di certi attacchi, è stato difficile anche per me, che sono una persona iper preparata a cose di questo tipo. – E ha aggiunto – i social sono fantastici, ma diventano un incubo quando le cose vanno male".
Nonostante si possa pensare che una persona così esposta sui media abbia tutti gli anticorpi necessari contro le shistorm, ognuno di noi non è immune al 100%, compresa Ferragni, che ieri ha mostrato tutta la sua umanità tra occhi lucidi e voce rotta.
Che una persona si racconti sui social con l'assiduità di Ferragni o che ci bazzichi ogni tanto come possiamo fare tutti, trovarsi al centro di ondate d'odio rientra nei meccanismi del bullismo, un fenomeno gigante che cambia nome a seconda delle fasce d'età coinvolte e del mezzo utilizzato. Per capirne di più, la dott.ssa Martina Migliore, psicologa e psicoterapeuta, aveva spiegato a Ohga che alla base ci sono "squilibrio di potere, sopraffazione, atteggiamenti che mirano all’umiliazione. Tutte le volte in cui qualcuno si arroga il diritto di avere potere o ce l’ha davvero e sopraffà qualcun altro che considera o che è inferiore gerarchicamente con l’intento di umiliarlo allora c'è bullismo".
Insulti, prese in giro, mortificazioni, tutti potenzialmente ne possiamo essere vittima. "Se accade al lavoro si chiama mobbing – continua Migliore, – se avviene online parliamo di cyberbullismo. Sui social ci sono tantissimi esempi, pensiamo anche solo a quei commenti distruttivi e svalutanti sotto un post o una foto e a tutta quella serie di voci altrettanto distruttive che si innesca, le shitstorm. […] Il motivo è sempre lo stesso, alcuni si arrogano il diritto di essere migliori di qualcun altro e lo umiliano e questo può avvenire con l'aggressività o anche solo con l'esclusione".
Evidente, quindi, che ciò a cui si è trovata davanti Ferragni sia stata una shistorm derivante da leoni da tastiera che si sono sentiti in diritto di commentarla con parole violente nonostante non avessero alcun potere di sorta per poterlo fare, perché l'imprenditrice verrà già giudicata nelle sedi più opportune. Ciò che dovremmo fare, nonostante qualcosa ci indigni, è misurare le parole, verbali o scritte che siano, perché al di là delle foto e delle storie che raccontano una vita invidiabile, si celano le fragilità di una persona in carne ed ossa.