Cingolani annuncia l’indipendenza dal gas russo entro 24-30 mesi. Ma come sarà possibile riuscirci?

Acquistare gas da altri Paesi, investire sui rigassificatori, approfittare delle nuove politiche europee in campo energetico: in questo modo il Ministro alla Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, vuole rendere l’Italia indipendente dal gas russo. Sarà decisivo soprattutto il nuovo piano comunitario, ‘REPowerEu’. Obiettivo? Slegarsi dal gas di Putin entro 24-30 mesi.
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Michele Mastandrea 10 Marzo 2022

Liberare completamente l'Italia dalla dipendenza dal gas russo in meno di tre anni. Ora non è più soltanto una speranza, ma un piano abbastanza dettagliato. Lo ha esposto il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, parlando nel corso di alcune trasmissioni televisive. Devi sapere che dalla Russia importiamo attualmente circa il 40% del totale del gas che usiamo per riscaldarci e per cucinare. Si tratta di una quantità enorme, circa 29 miliardi di metri cubi.

Di questi, più o meno la metà saranno forniti a breve da altri Paesi: entro la primavera dovrebbe essere raggiunto questo obiettivo. Negli scorsi giorni, come forse avrai visto, esponenti del nostro governo hanno fatto visita a Paesi come il Qatar e l'Algeria proprio per questo motivo. Ridurre l'import di gas russo significa anche dare un duro colpo all'economia di Mosca: ti basti pensare che ogni giorno l'Unione Europea spende 700 milioni di euro per comprare il gas dal Paese guidato da Vladimir Putin. Va sottolineato che secondo uno studio di Legambiente, se avessimo investito sulle rinnovabili negli ultimi anni come fatto nel periodo tra il 2010 e il 2013, avremmo già ridotto del 70% le nostre importazioni dalla Russia: un'ulteriore spinta a sbloccare gli investimenti sulle energie pulite.

Ma cosa succederebbe se la Russia dovesse reagire, smettendo subito di venderci il suo gas? Non ci dovrebbe essere, in ogni caso, alcun rischio di dover temporaneamente ridurre i nostri consumi di energia: "Se, per qualche motivo, dovesse cessare completamente la fornitura dalla Russia, le nostre riserve attuali e il piano di emergenza ci darebbero un tempo sufficientemente lungo da arrivare alla stagione buona", ha spiegato il titolare del Ministero della Transizione Ecologica.

Una ’nave metaniera’ per il trasporto del gas naturale liquido

Saranno poi aperti nuovi impianti energetici, in particolare quelli di rigassificazione. Questi serviranno a importare una maggiore quantità di gas naturale liquido, quello che arriva tramite navi metaniere, e ridurre così l'importanza quello in arrivo dai gasdotti via terra russi. A metà di quest'anno dovrebbe essere inoltre installato un primo rigassificatore galleggiante, che riduce il rischio di incidenti legati a questi impianti, allontanandoli dai centri abitati. Non saranno riaperte le inquinantissime centrali a carbone: potrebbero continuare ad agire solo quelle già attive, a Brindisi e Civitavecchia, destinate comunque a chiudere entro il 2025. Tutte queste misure dovrebbero portare l'Italia a essere "completamente indipendente entro 24-30 mesi", ha spiegato Cingolani.

E  ad aiutare il nostro piano energetico sarà anche la spinta alle rinnovabili in arrivo dall'Unione Europea. Proprio le fonti di energia pulite saranno al centro del piano REPowerEu, che vuole accelerare, anche dopo quanto successo tra Russia-Ucraina, l'addio dal gas di Mosca per centrare gli obiettivi del "Fit for 55%", il piano che vuole tagliare del 55% le emissioni di CO2 in Europa entro il 2030. Misure come il Superbonus italiano, destinate dunque ad aumentare l'efficienza energetica degli edifici, potrebbero essere riproposte su scala europea e, soprattutto, ulteriori fondi potrebbero essere stanziati per sostenerle. Obiettivo unico: mettere fine alla dipendenza energetica con Mosca, elemento che ha senza dubbio aiutato Putin nel concepire l'invasione dell'Ucraina.