Cinque motivi per cui dovresti riscoprire la gentilezza

Lo dimostrano diversi studi scientifici, ma anche la vita quotidiana: essere gentili ha solo effetti positivi. Su di te e su chi ti sta attorno. Non solo in termini di buon umore e salute, ma anche per avere buone relazioni in ufficio e favorire la carriera.
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Gaia Cortese 21 Aprile 2020

Non è solo un gesto da galateo, di buona educazione. Non è neppure un atto ipocrita o un segno di debolezza. La gentilezza, come diceva Goethe, è "una catena che tiene uniti gli uomini". È una componente necessaria nella vita per creare un rapporto tra gli esseri umani (e non solo).

“Per gentilezza non si intende qui la cortesia formale, ma un insieme di caratteristiche che illuminano e vivificano un rapporto, e lo fanno diventare il rapporto che noi vogliamo avere” aggiunge Piero Ferrucci, filosofo e pscicoterapeuta, e autore del libro “La forza della Gentilezza".

Per essere trattati con gentilezza basta essere gentili con gli altri.

Insomma, la gentilezza è qualcosa di indispensabile per vivere bene con se stessi e con gli altri, per essere più felici e avere una vita ricca di soddisfazioni. Ma ci sono altri motivi per allenare la propria gentilezza: hai mai pensato che qualche gesto gentile potrebbe portarti ad avere dei vantaggi sul lavoro? O che addirittura potrebbe fare bene al tuo sistema immunitario? Allora non hai ancora applicato il massimo tasso di gentilezza che hai a disposizione.

Migliora l’umore

Aiutare un collega in difficoltà, preparare un pranzo a una neomamma super indaffarata, dare un passaggio in macchina a chi è rimasto a piedi… sono tutte piccole attenzioni in grado di farti stare meglio. Secondo quanto riportato in un articolo su Psychology Today, Sonya Lyubomirsky, psicologa all’Università di Stanford in California, dalla gentilezza si ottengono numerosi benefici. La psicologa ha condotto uno studio dividendo alcuni studenti in due gruppi. Per un periodo di cinque settimane, il primo gruppo doveva praticare regolarmente dei gesti gentili, mentre l’altro gruppo ne era dispensato. Al termine dello studio è risultato che i membri del primo gruppo erano più sereni di quelli dell'altro gruppo.

È utile sul lavoro

Chi a detto che sul luogo di lavoro si debba essere a tutti i costi competitivi, poco disponibili e aggressivi verso i colleghi? In verità, la gentilezza usata con i colleghi diventa molto efficace, non solo come resa sul lavoro, ma anche ai fini di un'eventuale carriera. È indispensabile prima di tutto imparare a mantenere la calma, non giudicare il comportamento altrui e puntare diritto a un comportamento conciliante e più che disponibile.

È contagiosa

Una prova di quanto possa essere contagiosa la gentilezza è la risspota che riceverai nel fare un bel sorriso alla prossima persona che incontrerai per strada. Potrai osservare il suo viso illuminarsi all’istante e vedrai contraccambiare il tuo saluto. Va bene, non capita sempre, ma nel 95 per cento dei casi sì, e questo è un buon motivo per provarci. Stesso discorso per un "buongiorno" o un "buonasera" spontanei: è buona educazione e ti mette subito in relazione con chi ti trovi di fronte. Se ci pensi bene non ti costa nulla, e avrai il merito di aver diffuso intorno a te un po’ di gentilezza.

Risolve le liti

Rispondere all’aggressività con l’aggressività porta a poco e soprattutto non risolve la conflittualità che si viene a creare tra due persone. Cosa fare quindi? Secondo Daniela Mapelli, docente di neuropsicologia all'Università di Padova, “nelle situazioni stressanti come queste, dove tutti diamo il peggio di noi, bisognerebbe sforzarsi di chiedere scusa, e farlo sorridendo. L'altro dovrà cambiare completamente registro: il suo cervello sarà costretto a elaborare uno stimolo completamente diverso”. Non è facile da mettere in pratica, ma è un metodo che funziona. Provato e verificato.

Migliora la tua salute

Le persone ben disposte verso il proprio prossimo soffrono meno di ansia e di depressione, sviluppano maggiori difese immunitarie e vivono più a lungo. Basta pensare a quello che succede al tuo corpo tutte le volte che ti arrabbi con qualcuno: tensioni alle spalle, viso teso e nel peggiore dei casi bruciore di stomaco.

A sostenere questa tesi è anche un docente di etica e medico svedese, Stefan Einhorn, che nel suo libro “Essere buoni conviene. L’etica nella vita di tutti i giorni” sostiene come compiere buone azioni possa generare un piacere fisico simile a quello ottenuto con alcune droghe e che la bontà produca una sorta di effetto boomerang che investe positivamente chi l'ha innescato.