Come capire se tuo figlio è vittima di bullismo

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
La tendenza a isolarsi, a non voler più uscire con gli amici, ma anche una certa irrequietezza, la mancanza di appetito e problemi legati al sonno possono essere dei campanelli di allarme per i genitori di un bambino sotto attacco di qualche bullo a scuola. Ecco quali sono i segnali da non sottovalutare e qual è il modo migliore per approcciarsi al problema.
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Gaia Cortese 25 Febbraio 2020

Bambini che si isolano, che non raccontano nulla e che non riescono a proteggersi dalle prepotenze di un coetaneo o di un compagno di scuola. Vittime di bullismo, come purtroppo ce ne sono tante. E la domanda che a un certo punto si pone ogni genitore: "E se anche mio figlio fosse una vittima di bullismo?"

Capire se, e in che misura, i propri ragazzi possono essere coinvolti in episodi di bullismo non è sempre facile. Molti comportamenti "strani" possono essere ricondotti ad altre cause ed è meglio non arrivare a conclusioni affrettate, senza le dovute verifiche del caso.

Quali segnali possono metterti in allarme

Ci sono, tuttavia, alcuni segnali che potrebbero metterti in allarme come, per esempio, dei cambiamenti di tipo comportamentale. La tendenza ad essere più introverso, un malumore costante, ma anche un atteggiamento aggressivo dentro e fuori casa. Una vittima di bullismo nel tempo può cadere in depressione e diventare sempre più restia a trascorrere del tempo con i propri amici e coetanei.

Può mettere in allerta anche un sospetto controllo ossessivo dei dispositivi elettronici (telefono cellulare, computer, tablet) su cui tuo figlio trascorre più tempo del solito, oppure la sua predisposizione a non condividere informazioni sul proprio account e sulle attività che segue online.

Il 20,5% dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 15 anni è stata vittima di bullismo. La percentuale sale a 24,2% per i ragazzi tra i 16 e i 17 anni,

In aggiunta a questi cambiamenti, potresti notare anche più o meno evidenti segnali esterni come ematomi o contusioni di dubbia provenienza, oppure oggetti personali inspiegabilmente rotti o scomparsi.

Il bullismo arriva anche a danneggiare la salute. Tra i segnali fisiologici potresti notare una certa carenza di energie o un cambiamento nelle abitudini alimentari (minore appetito, perdita o aumento ponderale del peso), ma anche problemi legati al sonno. L'irrequietezza di un bambino bersagliato da un bullo si manifesta, infatti, con la difficoltà a dormire bene la notte e la stanchezza accumulata può portare a un certa irritabilità nel corso della giornata.

Essere vittima di episodi di bullismo può interferire, infine, anche sul rendimento scolastico. Tuo figlio potrebbe dimostrarsi riluttante nel descrivere la propria giornata a scuola, irritarsi per le domande che gli vengono poste, come potrebbe iniziare addirittura a non voler andare più a scuola, adducendo delle vaghe scuse, o ancora, potrebbe non voler più uscire con i propri coetanei.

Come approcciarti al problema

Secondo quanto riportato nella guida del Telefono Azzurro “A prova di bullo”, nel momento in cui avverti una certa preoccupazione nei confronti di tuo figlio, la migliore cosa da fare è stabilire con lui una comunicazione efficace e un approccio graduale a quello che potrebbe essere il problema. Un bambino bullizzato potrebbe vergognarsene e avere difficoltà a parlarne con un genitore o con un adulto di riferimento.

Il consiglio è quello di "prenderla un po' alla larga", almeno inizialmente, parlando con tuo figlio delle sue amicizie e di cosa gli piace di più dei suoi amici. Anche chiedergli come trascorre il tempo libero, durante l’intevallo a scuola per esempio, può essere un modo per approcciarsi al problema senza porre domande dirette che potrebbero chiudere perentoriamente il dialogo.

Una volta che il bambino riesce a confidarsi e a raccontare uno o più episodi di bullismo subiti, è importante rassicurarlo e mostrarsi grati per il fatto stesso che si sia confidato. Solo in questo modo è possibile stabilire una certa complicità e una volontà di affrontare la cosa insieme.

Lo step successivo è quello di raccogliere più informazioni possibili, tenere traccia di ogni episodio di bullismo, per poi definire insieme un percorso da intraprendere per risolvere il problema. Di norma è bene che il bambino prenda le distanze dalla situazione o da chi lo fa stare male. Si può chiedere anche al bullo di porre fine al suo atteggiamento, anche se difficilmente si noterà una svolta nel suo comportamento.

I genitori di un bambino vittima di bullismo possono comunque condividere le proprie prreoccupazioni con gli insegnanti a scuola chiedendo loro di tenere d’occhio il bambino con discrezione, ma quello che rimane fondamentale è stabilire un rapporto di fiducia con il proprio figlio e accordarsi con lui per un vero e proprio piano di azione condiviso.