L'ecologia è un argomento sempre più presente nella vita quotidiana. Lo stesso vale per la pratica della mindfulness, un metodo dolce e introspettivo che consente di ridurre lo stress e migliorare la salute mentale, sfruttando la meditazione.
L'eco-mindfulness combina questi due concetti e il risultato è un approccio meditativo alla vita che tiene conto dell'impatto delle azioni sull'ambiente.
Come si pratica? Ecco tutto ciò che c'è da sapere.
L'eco-mindfulness è un'evoluzione della mindfulness più classica e rispetto a essa si concentra sulla connessione tra l'uomo e l'ambiente circostante.
Se la mindfulness tradizionale prevede di meditare ed entrare in connessione con il proprio corpo, il proprio respiro e il proprio presente, sviluppando consapevolezza fisica e mentale, l'eco-mindfulness incorpora anche una consapevolezza più ampia per prendere coscienza profonda dell'impatto delle proprie azioni sull'ambiente.
L'obiettivo è quello di sviluppare una maggiore e più precisa cognizione della relazione di ogni individuo con l'ambiente naturale e circostante, divenendo così più consapevoli delle proprie scelte e azioni quotidiane, che hanno sempre un impatto sul pianeta.
L'eco-mindfulness differisce in maniera sostanziale dalla mindfulness classica dal momento che incorpora una consapevolezza più ampia e meno individuale, meno concentrata sulla propria persona e sul proprio essere e più proiettata verso l'esterno.
Mentre la meditazione tradizionalmente intesa prevede un'introspezione focalizzata sul presente, l'eco-mindfulness si concentra quindi sull'interconnessione tra l'essere umano e l'ambiente naturale. Di conseguenza, la meditazione ecologica incoraggia la pratica di azioni sostenibili come risposta alla consapevolezza dell'effetto delle azioni umane sulla natura.
La pratica dell'eco-mindfulness può portare a cambiamenti positivi a livello individuale e collettivo.
L'eco-mindfulness può essere incorporata nella propria routine quotidiana attraverso piccoli cambiamenti di comportamento, come ad esempio la semplice osservazione.
Nel momento in cui ci si accorge di certi comportamenti che prima si davano per scontati, infatti, si comincia già ad essere più consapevoli della propria impronta. Quanta carne effettiva si mangia durante la settimana, contando anche affettati e altri piccoli sfizi che solitamente non si considerano "carne"? Quanta plastica si getta via? Quanti capi d'abbigliamento si eliminano inutilmente a ogni stagione?
Dopodiché, si possono prendere iniziative per alleggerire l'impronta personale. Prima di tutto riducendo la plastica, poi scegliendo una dieta sempre più plant-based, utilizzando mezzi di trasporto sostenibili, risparmiando energia e acqua, e così via.