È possibile ricacciare indietro le lancette dell’orologio biologico e ringiovanire semplicemente "saltando" qualche pasto? Per la scienza non si tratterebbe di fanta… scienza.
Non è un caso infatti che la dieta mima digiuno sia tra quei regimi alimentari più in voga tra sportivi, celebrità e persone comuni il cui unico obiettivo è sentirsi bene con il proprio corpo.
L’abitudine a seguire 5 giorni di restrizioni, dunque senza zuccheri semplici e nemmeno carboidrati e amidi ogni 90 giorni sta prendendo sempre più piede perché i risultati descritti sulle riviste scientifiche parlano di grossi vantaggi offerti in termini di salute: dalla perdita di grasso viscerale a un miglioramento dei parametri biologici fino a una forte azione preventiva contro diverse malattie croniche come il diabete.
L’ultimo grosso, potenziale, beneficio descritto sulla rivista Nature Communications dal team di Valter Longo, direttore del dipartimento di Gerontologia della University of Southern California e “papà” della dieta mima digiuno, riguarda il contrasto all’invecchiamento cellulare.
Ciò che vogliono dire i ricercatori, in pratica, è che ingannare l’organismo con un finto digiuno utilizzando però comunque alimenti ricchi di tutti i nutrienti necessari potrebbe davvero aiutare a ringiovanire l’età biologica di chi la segue.
Come ti accennavo, la dieta mima digiuno prevede periodi brevi di restrizione calorica che si ripetono ciclicamente. L’idea di fondo è quella di riprodurre gli effetti metabolici dell’assenza di cibo non lasciando l’organismo completamente a bocca asciutta ma dandogli in pasto solamente cibi ipocalorici ricchi di grassi insaturi e povero di carboidrati e proteine.
Nello studio, i ricercatori hanno coinvolto due gruppi di volontari, sottoponendo ciascuno a due tipologie di alimentazione diverse: uno alla dieta mima digiuno per cinque giorni consecutivi al mese per tre o quattro mesi e l’altro a una dieta normale o mediterranea.
Concluso il periodo di monitoraggio, i ricercatori hanno prelevato un campione di sangue da tutti i partecipanti e hanno quindi analizzato i diversi biomarcatori dello stato di salute metabolico e del sistema immunitario.
I risultati, come ti accennavo prima, dimostrerebbero che la dieta mima digiuno avrebbe garantito meno fattori di rischio per il diabete, quindi livelli più bassi di insulino resistenza, una riduzione del grasso addominale e di quello all’interno del fegato, oltre a un più forte ringiovanimento delle cellule staminali e un miglior rapporto linfoide-mieloide, un indicatore di un sistema immunitario più giovane.
Tradotto: chi segue la dieta mima digiuno riduce efficacemente la propria età biologica guadagnando quasi due anni e mezzo sull'età cronologica. Buone notizie, insomma.
Come sempre, però, prima di esaltare i benefici di una particolare dieta servono calma, cautela e attenzione.
Sono certamente le parole d’ordine del dottor Simone Gabrielli, biologo nutrizionista che da tempo segue con attenzione la nascita e l’evoluzione di questo tipo di regime alimentare. “Si tratta di uno studio – ha precisato Gabrielli – quindi non c’è ancora nulla di confermato. Anche perché, come hanno specificato gli stessi autori, questa ricerca contiene dei limiti intrinseci, come per esempio l’aver preso in esame gente sana”.
Questi risultati, ha comunque sottolineato il nutrizionista, vanno ad aggiungersi a quelli altri studi effettuati su persone e topi che sembrano confermare la sicurezza di una simile dieta e gli effetti benefici del mimare il digiuno.
Nel riportare i risultati descritti in questo studio, ha spiegato il nutrizionista, è doveroso però fare delle precisazioni.
Una su tutte: “Al momento la dieta mima digiuno è un protocollo sperimentale quindi non ci sono schemi generali da seguire. Nell’esperimento raccontato su Nature Communications, i ricercatori hanno utilizzato dei prodotti specifici come barrette o integratori per far rispettare il più possibile la dieta a chi si è sottoposto al test. Questo però non significa che esistono in commercio barrette o integratori generici per seguire questo schema, o che servono per forza per seguirlo”.
Il richiamo del dottor Gabrielli contenuto in queste parole è chiaro. Anche, e soprattutto in questo caso, bisogna mantenere alta l’attenzione verso la dieta che si sceglie di seguire così come forte, fortissima dev’essere la consapevolezza che non ci si può affidare al fai-da-te o ai finti esperti “Digiunare a caso può comportare gravi mancanze nutrizionali che possono compromettere la salute”.
Leggendo dei potenziali benefici della dieta mima digiuno sono quindi fondamentali quei tre concetti: calma, cautela e attenzione. Ne aggiungo un altro: fiducia, nella scienza e nei suoi esperti.
Specialmente oggi che non è ancora stato standardizzato uno schema univoco per la dieta mima digiuno e che siamo insomma ancora in una fase sperimentale in cui vari autori suggeriscono vari schemi ma nessun protocollo ufficiale univoco per tutti, è chiaro che la figura del nutrizionista è imprescindibile. Salvifica quasi.
“La dieta mima digiuno oggi può essere prescritta perché non ci sono limitazioni a riguardo ma – ha concluso il dottor Gabrielli – suggerisco di rivolgersi ad un professionista che sappia cosa sta facendo. A una persona insomma che abbia valutato tutto ciò che è necessario valutare prima di prescrivere una dieta”.