Cos’è e dove nasce l’haiku, la poesia minimalista che trae ispirazione dalla natura

C’è tutto in quelle diciassette sillabe: la bellezza della natura, i sentimenti più puri, il mistero dell’esistenza. L’haiku è un componimento poetico molto breve che in pochissime parole riesce a dare al lettore un’istantanea di emozione pura.
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Gaia Cortese 1 Gennaio 2023

Breve, coincisa, ma di grande impatto. In solo 17 sillabe, suddiviso in tre versi, l'haiku è come un’istantanea, una fotografia in grado di trasmettere sia una visione sia una sensazione. in verità l'haiku è un componimento poetico molto breve le cui origini vanno ricercate nel paese del Sol Levante.

Ogni poesia di questa corrente artistica segue rigorosamente una struttura stabilita: tre versi composti da 17 sillabe, o meglio morae (termine latino che significa "pausa", "cadenza"), vale a dire unità di suono che determinano la quantità di una sillaba. La successione dei versi segue lo schema di 5, 7, 5 sillabe, che tuttavia con la traduzione va un po’ perdendosi e non sempre viene rispettato.  Quello che è sempre rimasto invariato, invece, è l’idea poetica che alla base dell’haiku, data dalla descrizione dell’attimo, dall’uso di immagini nitide e da quella sensazione trasmessa di illuminazione.

Dovendo trovare qualcosa di simile all’haiku nell’ambito della letteratura italiana, non si può non pensare ad un parallelismo con il movimento degli ermetici in Italia tra gli anni Venti e Trenta. L’ermetismo ha portato con sé una produzione di poesie brevi scritte con parole cariche di significato e di potere evocativo.

La poesia "Mattina" di Giuseppe Ungaretti ("M’illumino di immenso” evoca in qualche modo lo stile dei componimenti poetici dell’haiku, e allo stesso modo la poesia "Soldati" (“Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”) sempre di Ungaretti, evidenzia la fragilità e la precarietà dell'esistenza in un unico verso.

Storia e origini

Stele giapponese raffigurante un poema haiku di Matsuo Basho, nei giardini Mukojima–Hyakkaen

L’odierno haiku nasce ufficialmente nel XIX secolo, ma i primi componimenti sono comparsi prima di questo periodo e vengono chiamati waka. I versi iniziali dei questi componimenti con uno schema di 5, 7 e 5 sillabe sono gli hokku, quei primi componimenti che portano il poeta Matsuo Basho (1644-1694) ad essere considerato il maggior esponente di questa corrente poetica. Gli hokku sono i versi di esordio di poesie anche più lunghe dette haikai no Renga (che tradotto significa "catena di versi").

Nella seconda metà del XIX secolo queste forme letterarie del passato rischiano di sparire, ma una forma di haikai detta Tsukinami Haiku non perde minimamente popolarità, tant'è che molti appassionati arrivano a pagare i poeti più fedeli alla forma classica. In questo modo, lo stile e le regole rigide della composizione poetica si conservano.

Lacrime di venerazione tingono le foglie rosse che cadono.

Basho Matsuo

Nel 1855 Masaoka Shiki (1867-1902), uno tra i più famosi autori di haiku (detti haijin) getta le basi dello haiku moderno ed è testimone dell'evoluzione dall’antico hokku degli Haikai no Renga al nuovo haiku che definisce una composizione poetica completa ed autonoma. Nel XX secolo questa arte poetica si diffonde in Occidente e nel resto del mondo; da questo momento vengono scritti haiku in diverse lingue e pubblicati libri.

I temi

Tradizionalmente, gli haiku erano sempre scritti al tempo presente e si focalizzavano sull’associazione di due immagini, come per evidenzia questa poesia di Matsuo Basho:

Le nubi di tanto in tanto ci danno riposo mentre guardiamo la luna.

Questa poesia è l'esempio concreto di come l'haiku riesca a trasmettere un'immagine chiara e nitida, ma anche una sensazione, in questo caso di profonda pace.

Tra i temi più ricorrenti degli haiku c'è sicuramente la natura e i suoi modi di manifestarsi nelle varie stagioni. Difatti, non manca quasi mai un riferimento alla stagione, non necessariamente esplicito: il poeta può quindi parlare di "inverno" senza citarlo, scegliendo di scrivere di "neve".