Cos’è lo stato di flow nello sport e quali sono i requisiti per raggiungerlo

Di più bello che praticare il proprio sport preferito, c’è solo praticarlo in uno stato di flow, esattamente come accadde a Michael Jordan quando segnò 63 punti contro i Celtics. Ma esiste un modo per raggiungere questo stato di grazia? Forse sì, attraverso una teoria matematica.
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Gaia Cortese 2 Maggio 2022

Hai mai sentito parlare dello stato di flow provato durante la pratica di uno sport? Il concetto di flow è stato introdotto nel 1975 da uno psicologo di origini ungheresi, tale Mihaly Csikszentmihalyi, che lo descrisse come un'esperienza estremamente piacevole, durante la quale si perde la cognizione del tempo e tutto ciò che non attiene a quel determinato compito sembra svanire.

In parole semplici, lo stato di flow si verifica quando un individuo viene totalmente assorbito da ciò che sta facendo nel momento presente che attiene quell’attività. In questo stato tutto sembra scorrere (da qui l’idea di "flusso") e la persona è perfettamente in armonia con sé stessa.

"Ho visto Dio travestito da Michael Jordan".

Larry Bird

Csikszentmihalyi arrivò a definire lo stato di flow durante i suoi studi sulla felicità, infatti, la capacità dell'essere umano di stare nello stato di flusso ha un forte impatto sulla sua felicità, ma lo stato di flow si può sperimentare anche nelle relazioni, nello studio, nel lavoro e, ovviamente anche nello sport.

Proprio come è accaduto il 20 aprile del 1986 quando, nella partita tra i Boston Celtics e i Chicago Bulls, un giovanissimo Michael Jordan segnò fino a 63 punti. Jordan è senza dubbio un talento sportivo, ma quel giorno era sicuramente in uno stato di flow, dove ogni tiro entrava nel cesto e ogni movimento in campo gli dava vantaggio sugli avversari.

Come raggiungere lo stato di flow

Caspita, Jordan. Ti stai chiedendo come si entra in questo stato metafisico ottimale? Non esiste una vera formula magica, ma si possono elencare alcuni requisiti assolutamente necessari per raggiungere lo stato di flow. Innanzitutto è importante definire i propri obiettivi e farlo in chiaro, sulla base delle proprie capacità. In secondo luogo, è fondamentale concentrarsi su ciò che si sta facendo e raggiungere anche una certa consapevolezza del proprio stato d’animo. Ultimo, ma non meno importante, bisogna divertirsi, sempre, e amare quello che si sta facendo.

Lo studio

Non esiste quindi una formula magica, forse solo dei requisiti, ma per qualcuno esiste una teoria matematica che potrebbe portatre allo stato di flusso. Alcuni ricercatori della Yale University sostengono che sia possibile migliorare l’immersione e il coinvolgimento in quasi tutti i compiti che si eseguono, e che quindi si possa ipotizzare una teoria matematica del flow, basta manipolare alcune variabili chiave seguendo una formula precisa.

L’equazione alla base di questa teoria pubblicata sulla rivista Nature Communications  viene espressa con la formula I(M;E) e si può spiegare con un semplice esempio. Prendi una persona che inizia a correre perché vuole perdere una decina di chili. L’equazione calcola se questa persona corre (e quanto spesso lo fa) e quanto può essere lontano l’obiettivo da raggiungere., esprimendo un valore che identifica il raggiungimento dell’obiettivo stesso.

Il mezzo (running) è l’elemento informativo, espresso in dati della varie performance e secondo quando spiegato dal ricercatore David Melnikoff “più un mezzo è informativo, maggiore è il flusso che qualcuno sperimenterà mentre lo esegue”. E aggiunge: “la formula è un modo per quantificare matematicamente quanto sia informativo un particolare mezzo”.