Curare il Covid-19 a domicilio? Ecco cosa non devi fare e le fake news da cui guardarti

Gli esperti del Patto Trasversale per la Scienza insieme all’Associazione Biotecnilogi Italiani ha pubblicato un decalogo di cosa sappiamo ad oggi sui trattamenti domiciliari approvati per il Covid-19: l’obiettivo è tenere lontani i cittadini dalle terapie pubblicizzate sui social network come “precoci” e “miracolose” ma in realtà false e anche pericolose.
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Kevin Ben Alì Zinati 22 Settembre 2021
* ultima modifica il 22/09/2021

Quando senti dire che le fake news fanno male è perché molte volte portano davvero a fare cose che potrebbero seriamente nuocere alla salute. Come curare a casa il Covid-19 con dei farmaci di cui non hai mai sentito parlare magari seguendo delle indicazioni terapeutiche scovate sui social network.

In un momento di paura come quello che stiamo vivendo ormai da più di un anno, di fronte a un virus imprevedibile che provoca una malattia spesso fatale è più facile farsi attirare da slogan che promettono terapie “precoci” o “miracolose”.

Era successo con l’Avigan in pieno lockdown, quando erano circolati video e voci sulle sue presunte capacità terapeutiche contro il Covid-19 (poi smentite categoricamente) e qualcuno ci è ricascato recentemente con il Parvulan, sul quale era stata la stessa Aifa a lanciare l’allarme negli scorsi giorni.

Se c’è però una cosa che la pandemia deve averti insegnato è che sulla salute, specialmente in tempi di emergenza sanitaria, bisogna fidarsi sempre e solo di chi è davvero competente.

Per questo gli esperti riuniti nel Patto Trasversale per la Scienza insieme all'Associazione Biotecnologi Italiani hanno sentito il dovere di intervenire lì, sulla rete, dove le notizie false spopolano, per smontare quelle che definiscono "bufale sulle cure domiciliari”. Così hanno pubblicato così un decalogo di che cosa davvero sappiamo sulle cure domiciliari precoci. Una bussola per orientarsi, ancora una volta, nel mare digitale delle fake news.

La prima cosa che devi sapere è che non sempre il Covid ha bisogno di cure. Sì, hai capito bene: nell’85% dei casi, infatti, la malattia si manifesta in forma paucisintomatica oppure senza sintomi e per questo non necessita di alcun approccio terapeutico. Per questo, scrivono, è giustificata la cosiddetta “vigile attesa” perché nella maggior parte dei casi il nostro sistema immunitario è in grado di gestire autonomamente l’infezione. In caso di febbre o dolori articolari basterebbero degli antinfiammatori o del paracetamolo: farmaci noti e sicuri.

Ti ricordi degli anticorpi monoclonali e del plasma? Secondo gli esperti del Patto, ad oggi gli anticorpi sono indicati solo per alcune categorie di paziente “a rischio”, come terapia da assumere entro 10 giorni dalla comparsa dei primi sintomi. Per quanto riguarda il plasma iperimmune, invece, finora non avrebbe ancora dato dei risultati certi confermando quindi la sua efficacia contro il Covid-19.

Avari sentito parlare dei farmaci cortisonici per curare l’infezione, il loro impiego però non è indicato perché può compromettere la tua risposta immunitaria. Gli esperti del Patto Trasversale della Scienza lo definiscono un potenziale “autogol”. Se anche vengono prescritti, devi sapere che la loro somministrazione non deve avvenire prima di 4 giorni dalla comparsa dei sintomi altrimenti potrebbero ostacolare l’azione del tuo sistema immunitario.

L’eparina, che ha fatto un gran parlare di sé in questi mesi, non è raccomandata per un impiego a domicilio, specialmente se i pazienti non sono immobilizzati. Non sono raccomandati gli antibiotici, a meno che il tuo medici non sospetti un’importante infezione batterica, e nemmeno la famosa idrossiclorochina, che non ha alcun tipo di azione né terapeutica né preventiva.

Ti avevamo raccontato dell’impiego di farmaci antivirali come il lopinavir o il ritonavir ma ad oggi si sarebbero dimostrati inefficaci mentre il remdesivir è raccomandato solo per l’utilizzo ospedaliero. L’Ivermectina, che negli Usa è diventato oggetto di un duro allarme da parte della Fda, è assolutamente inutile contro il virus e anzi, è anche pericoloso.

Il parvulan è un immunostimolatore registrato in Brasile ma non in Italia come coadiuvante per il trattamento dell’acne e non ha alcun tipo di utilità contro Sars-CoV-2 così come, hanno concluso gli esperti, tutti quegli integratori alimentari o la vitamina D: inefficacia sia come terapia che come prevenzione.

Fonte | Patto Trasversale per la Scienza

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