Coronavirus: cos’è l’Avigan, il farmaco giapponese di cui tutti parlano? L’Aifa dà l’ok alla sperimentazione

Secondo un farmacista romano l’Avigan, nome commerciale del principio attivo favipiravir, è il farmaco con cui il Giappone sta trattando i pazienti affetti da Coronavirus. La notizia si è diffusa velocemente e diverse regioni si sono dette pronte a sperimentarlo. L’Aifa prima ha fatto chiarezza, “Al momento non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino l’efficacia del farmaco”. Poi dopo la riunione del comitato tecnico-scientifico si è detta pronta per la sperimentazione.
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Kevin Ben Alì Zinati 23 Marzo 2020
* ultima modifica il 22/09/2020

Aggiornamento del 23 marzo 2020, ore 18

Dopo le parole rilasciate in mattinata, è stato lo stesso Fontana ad annunciare che l'Aifa è pronta per procedere con la sperimentazione del favipiravir in Italia. Il Governatore aveva sollecitato il ministro della Salute affinché l'iter per poter sondare appieno le eventuali potenzialità del favipiravir venisse accelerato. E la "buona notizia", come la definisce l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera è arrivata: "Abbiamo avuto una buona notizia dall'Aifa, è stata autorizzata la sperimentazione del farmaco anche nei nostri ospedali". 

"E' una sperimentazione, non ci sono ancora dati certi su come potrà incidere sulla cura del Covid-19. La sperimentazione è stata approvata da Aifa e partirà a breve, ma servirà tempo per capirne i risultati", ha specificato Davide Caparini, assessore regionale al Bilancio.

Articolo del 23 marzo 2020, ore 14

Favipiravir. È il nome del principio attivi, in commercio in Giappone con il nome Avigan, che ora alcune regioni d'Italia vogliono contro il Coronavirus. La notizia è rimbalzata dal Giappone attraverso il video di un farmacista laziale: su Facebook veniva mostrata la popolazione giapponese per le strade e le piazze senza mascherine e assolutamente tranquilla. “Perché? Tutto grazie a questo farmaco Avigan” dichiara nel video il farmacista romano Cristiano Aresu

I social network e poi giornali hanno fatto da cassa di risonanza. Tanto che la presunta efficacia dell’Avigan è arrivata anche ai governatori di diverse regioni, tra cui Veneto, Lombardia, Piemonte e la provincia autonoma di Trento che vorrebbero iniziare la sperimentazione.

Dopo la riunione del proprio Comitato tecnico–scientifico, l'Agenzia Italiana del Farmaco è pronta a far partire la sperimentazione, sviluppando un programma di ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Lo ha annunciato il governatore della Lombardia Attilio Fontana in conferenza stampa. Dopo le prime parole con cui l'Agenzia invitava a non farsi prendere da facili entusiasmi poiché “Ad oggi, non esistono studi clinici sull’efficacia e sulla sicurezza del farmaco per le malattie da Covid-19”, la sperimentazione è dunque pronta a partire.

Il video

Si chiama Cristiano Aresu il farmacista romano che sulla propria pagina Facebook il 21 marzo ha pubblicato il (primo) video sulla presunta efficacia del farmaco Avigan. Aresu con il proprio smartphone inquadra la situazione giapponese, con la popolazione che circola liberamente per le città, i bambini che giocano all’aperto e nessuno che utilizza guanti o mascherine.

“La domanda è perché la gente è così tranquilla?” chiede nel video. La risposta: “In Giappone si sono resi conto che l’Avigan cura il 90% dei casi di infezioni da Coronavirus. Hanno fatto la sperimentazione, hanno visto che funziona”.

Il farmaco

L’Avigan, nome commerciale del principio attivo favipiravir, è un farmaco antivirale. È stato sviluppato dalla casa farmaceutica Fujifilm Toyama Chemical ed è stato autorizzato in Giappone nel 2014 per curare infezioni contro cui altri antivirali si sono già dimostrati inefficaci. È stato creato per agire sull’RNA e bloccare la riproduzione di alcuni ceppi di virus.

Nel proprio video sull’efficacia del favipiravir per i casi di infezione da Coronavirus, Aresu fa riferimento a un dato: oltre il 90% dei pazienti che guarirebbe con il farmaco. Questo dato viene da uno studio cinese pubblicato sulla rivista ScienceDirect. Secondo i ricercatori il favipiravir avrebbe mostrato effetti terapeutici significativamente migliori sulla Covid-19, quindi non sull'infezione ma sulla malattia conseguente, in termini di progressione della malattia con un tasso di miglioramento del 91,43%.

A confermare l’efficacia del farmaco erano state anche le parole raccolte dal The Guardian di Zhang Xinmin, dirigente del ministero cinese della Tecnologia e della Salute riprese sia dai media giapponesi che da quelli internazionali. L’Avigan avrebbe “un alto grado di sicurezza ed è chiaramente efficace nel trattamento” dichiarava Xinmin, sottolineando che i pazienti a cui è stato somministrato il farmaco sarebbero risultati negativi, in media, a 4 giorni dalla positività rispetto a quelli non trattati che, invece, sarebbero arrivati allo stesso risultato in 11 giorni. Dichiarazioni che, tuttavia, sempre secondo il The Guardian, sarebbero state anche ridimensionate da una fonte anonima del ministero della sanità giapponese.

Che cosa dice l’Aifa

L’Agenzia Italiana del Farmaco è intervenuta nel giro di poche ore per fare chiarezza. Anche per evitare il diffondersi di polemiche, dubbi, insicurezze o fake news che già tante volte sono girate durante quest’emergenza da Covid-19.

Così l’Aifa ha ribadito la propria posizione: “Ad oggi, non esistono studi clinici pubblicati relativi all’efficacia e alla sicurezza nel trattamento della malattia da COVID-19”. Il Favipiravir è usato come antivirale in Giappone contro forme di influenza causate da virus influenzali nuovi o riemergenti ma “il suo utilizzo è limitato ai casi in cui gli altri antivirali sono inefficaci e non è autorizzato né in Europa, né negli USA.

Secondo l'Aifa non ci sono evidenze scientifica che certifichi l'efficacia del favipiravir

Secondo l’Agenzia i dati cinesi sono informazioni “preliminari, disponibili attualmente solo come versione non ancora sottoposti alla revisione degli esperti e proveniente da un “un piccolo studio non randomizzato, condotto in pazienti con COVID 19 non grave con non più di 7 giorni di insorgenza, in cui il medicinale favipiravir è stato confrontato all’antivirale lopinavir/ritonavir, anch’esso non autorizzato per il trattamento della malattia COVID-19”.

Durante la conferenza stampa in diretta Facebook tenuta dal governatore del Veneto Luca Zaia, il dottor Domenico Mantoan, presidente dell’Aifa, ha annunciato che nella mattinata di oggi, la Commissione Tecnico-Scientifica dell’Agenzia avrebbe valutato l’analisi e la definizione del nuovo trial clinico per l’Avigan.

I trial sono l’unica via per poter valutare l’effettiva efficacia di un farmaco e l’Agenzia, al momento, sta testando il tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide che avrebbe dato incoraggianti segnali di miglioramenti nei pazienti con polmonite grave da Covid-19.

Anche il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, durante la conferenza stampa della Protezione Civile di ieri, ad una domanda sull’Avigan, ha confermato il lavoro dell’Agenzia che “prende in considerazione e valuta nel modo più costruttivo possibile tutte le opzioni terapeutiche, facendo però un’importante distinzione.

Per Locatelli infatti "un conto è parlare di possibili opzioni terapeutiche da testare e validare, un altro è definire alcune di queste come la soluzione di cui problema come il Covid-19”. Ben vengano dunque i trial clinici e le sperimentazioni che diano prove inconfutabili: “Sono le regole del mondo scientifico”.

Nelle ultime ore anche il virologo Roberto Burioni è intervenuto sulla questione Avigan-Coronavirus rimarcando, ancora una volta, la necessità di affidarsi solo a fonti autorevoli e scientifiche.

Che cosa fanno le Regioni

In attesa della valutazione da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco, Veneto, Lombardia e la provincia autonoma di Trento si sono già dichiarate pronte a utilizzare il favipiravir. Il primo era stato il governatore veneto Luca Zaia, in una diretta Facebook: “Avete visto il video di un farmaco giapponese, quando l’Aifa darà l’ok alla sperimentazione quel farmaco, serve o non serve, verrà sperimentato anche in Veneto. Siamo pronti a partire, abbiamo già il nostro protocollo”.

A stretto giro, per bocca dell’assessore lombardo al Bilancio, Finanza e Semplificazione Davide Caparini è arrivata anche la candidatura della Lombardia, la regione più colpita dall’infezione: "Se approvato dal Comitato tecnico scientifico di Aifa, l’Avigan sarà disponibile poi per la sperimentazione nei nostri ospedali per il Coronavirus. Vogliamo dare risposte rapide e affidabili puntando su terapie d’impatto, capaci di cambiare il decorso della malattia. E aumentare l’indice di guarigione”.

Sulla stessa linea anche il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti e la regione Piemonte che hanno sottolineato la propria disponibilità a collaborare alla sperimentazione con il farmaco Avigan nel momento in cui dovesse arrivare l'autorizzazione da parte dell'Agenzia Italiana del Farmaco.

Tuttavia il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana ha sottolineato un particolare decisivo: "Dopo il recente decreto legge (DL 13 settembre 2012, n. 158), la sperimentazione di qualsiasi farmaco non può essere effettuata a livello regionale ma deve esser svolta esclusivamente dall'Aifa". Ecco perché dunque, aggiunge, sul territorio lombardo non si potrà procedere: "Nelle prossime ore scriverò al ministro Speranza per chiedere di accelerare questa sperimentazione in modo da avere una risposta rapida".

Aggiornamento del 19 giugno 2020 

In riferimento al Tocilizumab citato poche riga sopra, nella giornata di mercoledì 17 giugno l'Aifa ha interrotto la sperimentazione del Tocilizumab nei pazienti affetti da polmonite legata all'infezione da Coronavirus. Secondo l'Agenzia non avrebbe dato alcun beneficio e per questo resterà un farmaco sperimentale il cui uso sarà  limitato agli studi clinici randomizzati.

Fonti | AifaLombardiaNotizie; The Guardian; Regione Lombardia 

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