L’antivirale Parvulan non previene l’infezione e non sostituisce i vaccini autorizzati: l’Aifa lancia l’allarme

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha notato numerose richieste per l’utilizzo “off label” del Parvulan: si tratta, però, di un farmaco legalmente commerciabile in Brasile e non autorizzato in Italia, men che meno come profilassi contro Sars-CoV-2.
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Kevin Ben Alì Zinati 14 Settembre 2021
* ultima modifica il 20/09/2021

Per la prevenzione contro Sars-CoV-2 esistono i vaccini, e basta. Tutti gli altri farmaci di cui potresti sentir parlare non sono autorizzati.

Non lo è il Parvulan. Anche se risulta legalmente registrato e commercializzato in Brasile, infatti, non può essere venduto in Italia e dunque non puoi assolutamente considerarlo tra gli alleati in campo contro il Covid-19.

La raccomandazione arriva dall’Agenzia Italiana del Farmaco dopo aver scoperto che più di un cittadino impiegava il medicinale con l’indicazione “off label” come terapia per la prevenzione del Covid-19 in alternativa ai vaccini autorizzati.

In Italia

Parvulan: chi è costui? Si tratta di uno stimolante dell’immunità innata, coadiuvante nel trattamento di infezioni dermatologiche di origine virale, batterica, fungina e protozoaria ed è un coadiuvante in infezioni sistemiche e locali.

È un farmaco con un effetto regressivo sulle neoplasie solide e spesso viene impiegato nel trattamento dell’erisipela causata da Streptococcus pyogenes e nel trattamento dell’acne.

Probabilmente, però, non ti sarà mai capitato di sentirlo. Questo perché il Parvulan, in Italia, non è autorizzato. Capisci quindi che non può essere in nessun modo utilizzato come farmaco sostitutivo dei vaccini perché non è commerciabile e, soprattutto, perché non previene l’infezione da Sars-CoV-2.

Non c’è niente di più falso e pericoloso di chi sostiene il contrario. La Commissione Tecnico-Scientifica non ha usato mezzi termini per screditare l’utilizzo sbagliato di questo farmaco e mettere quindi in guardia chi invece si è fidato dell’opposto: l’utilizzo del medicinale Parvulan nella profilassi dell’infezione da Sars-COV-2 non è sostenuto “dalle benché minime evidenze di efficacia e sicurezza”.

Il “razionale” di un utilizzo simile, spiega la nota dell’Aifa, risulta largamente insufficiente al punto che il Parvulan non ha ricevuto nemmeno il via libera per una sperimentazione clinica.

Chi pensa, si è convinto, crede che questo farmaco possa sostituire i vaccini autorizzati – per i quali invece stiano dati sull’efficacia e la sicurezza – si sbaglia di grosso e mette a rischio la propria salute. Un impiego non autorizzato, e ingiustificato scientificamente, rappresenta pertanto un potenziale pericolo.

Negli Stati Uniti

La pericolosa onda lunga delle fake news e della disinformazione non ha invaso solo l’Italia. Lo stesso allarme, con toni più ironici ma non per questo meno seri (anzi), è arrivato anche dalla Fda statunitense.

Che ha diffidato dalla capacità di profilassi dell’Ivermectina, un anti-parassitario utilizzato normalmente per gli animali che più di qualcuno sta invece utilizzando.

In un tweet, infatti, scrivono: “Non siete cavalli o mucche, non usate l’Ivermectina” per prevenire il Covid-19. Il riferimento è chiaro perché l’Ivermectina, appunto, trova un più largo utilizzo negli animali che nell’uomo per il quale è usata per trattare infezioni causate da alcuni vermi parassiti e pidocchi e condizioni dermatologiche come la rosacea.

La FDA, infatti, non ha autorizzato o approvato l'ivermectina per il trattamento o la prevenzione di COVID-19 nelle persone o negli animali. L'ivermectina non ha dimostrato di essere sicura o efficace per queste indicazioni.

Fonte | Aifa

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